Skip to main content

Blenheim è il nome tedesco storpiato di un luogo tipicamente britannico. Il sontuoso palazzo e i suoi parchi furono costruiti per ricompensare il Duca di Marlborough della vittoria ottenuta nel 1704 nella città bavarese di Blindheim, che salvò Vienna nella guerra di successione spagnola.

Ora Blenheim – che tra l’altro ha dato i natali a Winston Churchill, condottiero britannico in tempo di guerra – si sta preparando per il quarto vertice della Comunità politica europea (CPE). Si tratta di un’iniziativa francese che punta a riunire l’Unione europea con i Paesi terzi, tra cui Islanda, Georgia, Kosovo e Albania, e con gli alleati chiave della Nato, come Regno Unito, Norvegia e (in teoria, ma finora senza successo) Turchia.

La battaglia di Blenheim cementò il ruolo della Gran Bretagna come forza di sicurezza europea dopo gli sconvolgimenti del secolo precedente. Questi includevano guerre civili e numerose umiliazioni, tra cui la necessità di importare una nuova famiglia reale dal continente. La riunione di Blenheim del 18 luglio, a cui parteciperanno quasi 50 governanti, potrebbe fare lo stesso per il Regno Unito dopo quasi un decennio di sconvolgimenti dovuti alla Brexit.

Il nuovo e stabile governo di centrosinistra, caratterizzato da una competenza atipica, è in netto contrasto con quelli in Germania e Francia, rimasti senza timoniere. Il Regno Unito è anche uno dei pesi massimi militari del continente, con armi nucleari, intelligence e forze speciali di livello mondiale ed elementi di eccellenza in altre componenti delle sue forze armate.

Uno sviluppo da tenere d’occhio sarebbe l’ingresso del Regno Unito nel disfunzionale Triangolo di Weimar franco-tedesco-polacco, che si spera possa essere corretto. Un gruppo di difesa della Comunità politica europea potrebbe aumentare il contributo dell’Europa alla Nato e l’aiuto all’Ucraina. Il nuovo governo britannico si sta già dando da fare. Il ministro degli Esteri, David Lammy, vorrebbe un ampio accordo di sicurezza e difesa con l’Unione europea. Si è recato a Berlino, Varsavia e Stoccolma per il suo primo viaggio da ministro. A ottobre parteciperà alla riunione del Consiglio affari esteri dell’Unione europea.

Non accadrà nulla di sostanziale nell’immediato: per gli ultimi sei mesi di quest’anno la presidenza di turno dell’Unione europea è nelle mani dell’Ungheria, il cui governo è (per usare un eufemismo) geopoliticamente ostile. Da gennaio, invece, sarà la Polonia ad assumere la presidenza, seguita dalla Danimarca, Paese ugualmente falco. Questo offrirà un’ottima cornice per le trattative. Il ruolo del Regno Unito in materia di sicurezza potrebbe smussare l’approccio tipicamente rigido della Commissione su questioni come le quote di pesca.

Il Duca di Marlborough avrebbe potuto riconoscere le loro uniformi, i loro stendardi e i loro distintivi, ma avrebbe avuto qualcosa di caustico da dire sulle attuali capacità delle forze armate britanniche. Navi da guerra inadeguate, veicoli da combattimento fatiscenti, scorte esigue e una grave carenza di personale hanno intaccato la loro credibilità e impongono scelte difficili e dolorose per la ristrutturazione della difesa promessa dal nuovo governo. I vertici della Difesa ammettono pubblicamente che il Regno Unito non potrebbe combattere una guerra per più di due mesi. Dopo di che, presumibilmente, dovremo scegliere tra l’Armageddon nucleare, la resa o (molto probabilmente, vista la storia del secolo scorso) implorare gli americani di aiutarci.

Ma lo faranno? Sulla riunione di Blenheim incombe l’elezione presidenziale degli Stati Uniti. I tentennamenti dell’amministrazione Biden sull’Ucraina hanno già intaccato la fiducia nella garanzia di sicurezza transatlantica. La prospettiva della rielezione di Donald Trump evidenzia la debolezza dell’Europa. I suoi collaboratori e alleati affermano senza mezzi termini (e con sincerità) che la Cina è la minaccia principale e che i ricchi europei dovrebbero fare di più per difendersi.

L’Europa può certamente farlo, se ha tempo. Ma questo cambierà radicalmente il panorama geopolitico, soprattutto se il Regno Unito e i Paesi falchi dell’Europa orientale e settentrionale formeranno un’alleanza duratura. Il grande sconfitto a Blenheim è stata l’alleanza franco-bavarese. I grandi vincitori sono stati gli inglesi e gli Asburgo. Un fatto che Emmanuel Macron e Olaf Scholz potranno ricordare ammirando il palazzo.

Vi racconto novità e consuetudini della riunione della Comunità politica europea. Scrive Lucas

Di Edward Lucas

Secondo Edward Lucas, non-resident senior fellow e senior adviser del Center for European Policy Analysis, ormai gli europei si stanno abituando a un ordine di sicurezza post-atlantico. Ma un motore alternativo a quello franco-tedesco

Cosa non ha funzionato nella sicurezza di Trump. Il Congresso apre le indagini

Diverse commissioni hanno aperto il dossier. Secret Service nel mirino: la direttrice Cheatle testimonierà lunedì prossimo. In un Paese polarizzato, la diffusione delle armi da fuoco e l’esperienza in guerra di molti cittadini rendono ancor più complessa la gestione dell’ordine pubblico

I timori per una presidenza Trump non sono del tutto giustificati. La versione di Jean

La politica estera di Trump in caso di vittoria non sarebbe troppo diversa da quella di Biden, se non nei toni che invece certamente cambierebbero. Sul rapporto con la Russia, il sostegno a Kyiv, lo sguardo verso la Cina i rischi non sarebbero così catastrofici come alcuni potrebbero pensare. Il commento del generale Carlo Jean

Droni di terra, ma non solo. Dove guarda l'industria bellica ucraina

Il successo dei droni aerei e marittimi spinge Kyiv a puntare anche sulla controparte terrestre. Ma per farlo, ha bisogno di investimenti esteri. I commenti del ministro

L'impatto dell'attentato sulla campagna elettorale. Pregliasco (Youtrend) su Usa2024

“È una vicenda che, al di là della follia del singolo di cui sappiamo comunque molto poco, incarna la radicalizzazione e la polarizzazione politica negli Stati Uniti, che nell’ultimo ventennio si è molto intensificata e che spiega molte dinamiche politico-elettorali all’interno del Paese”. Conversazione con Lorenzo Pregliasco, direttore e co-fondatore dell’agenzia Youtrend

Medio Oriente, un secolo di rancori. Intervista allo storico Motta

La crisi tra Palestina e Israele, che si trascina ormai da più di un secolo, a parte forse la breve parentesi successiva alla stipula degli Accordi di Oslo, raccontata dalle sue origini fino ad oggi da Giuseppe Motta, professore associato in Storia delle relazioni internazionali alla Sapienza Università di Roma

Ferito Donald Trump in Pennsylvania. Il video dell'attentato

Butler, 14 lug. (askanews) - A Butler, Pennsylvania, il momento che definirà la campagna elettorale per la Casa Bianca: il rumore dei colpi, un proiettile che ferisce Donald Trump all'orecchio mentre è in comizio, la reazione della folla che urla e poi scandisce "Usa, Usa", e soprattutto il gesto con cui l'ex presidente circondato dagli uomini della sicurezza si gira…

Carta batte smartphone. Perché tornare alle forme tradizionali di lettura

In questa fase di transizione digitale, è fondamentale riportare il focus su abitudini più tradizionali, capaci di stimolare (e quindi di allenare) la nostra mente e la nostra attenzione

Sul premierato serve condivisione. L'appello dei costituzionalisti

Sono moltissimi i costituzionalisti, gli ex politici e i giuristi che hanno aderito all’appello promosso da Magna Carta, Libertà Eguale, IoCambio e associazione Riformismo e libertà. L’obiettivo è quello di superare la contrapposizione ideologica sul premierato e arrivare a una riforma il più possibile condivisa. La chiamata alla responsabilità è bipartisan, in attesa della discussione alla Camera

Nessun riferimento a Taiwan. I timori di Taipei per la linea Repubblicana

I repubblicani non menzionano Taiwan nella piattaforma programmatica che verrà votata dalla Convention di Milwaukee. Preoccupazioni a Taipei (e indicazioni per gli alleati degli Usa)

×

Iscriviti alla newsletter