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Nella serata di lunedì, l’agenzia di stampa statale saudita ha comunicato che all’interno di un set più ampio di regi decreti ce n’era uno che riguardava la linea di successione e che nominava Mohammed Bin Salman prossimo re.

CHI È MBS

MBS, acronimo con cui è conosciuto a livello internazionale, ha 31 anni ed è uscito dall’ombra quando l’ottantenne padre è asceso al trono. Man mano, dal gennaio 2015, ha preso sempre più potere all’interno della corte saudita. È stato nominato ministro della Difesa; a lui si lega l’intervento militare in Yemen contro i ribelli Houthi, primo test operativo per quella che sarà il grande progetto della cosiddetta Nato Araba. Guida anche il consiglio economico del trono, da cui gestisce un altro (suo) grande progetto, la Vision 2030, il piano di differenziazione economico-finanziaria dalla dipendenza dalle entrate petrolifere.

LA LEADERSHIP GIOVANE NEL GOLFO 

La figura di MBS è particolarmente amata dai più giovani nel Regno, che vedono in lui la ventata di aria nuova nell’annoso grigiore della corte. Il saudita trova una naturale sponda regionale nel suo esatto omologo emiratino, Mohammed Bin Zayed (anche MBZ), crown prince di Abu Dhabi, alleato di ferro di MBS in tutti i progetti internazionali, dall’infelice azione militare in Yemen, al recente isolamento del Qatar. Diversi analisti (per esempio, Cinzia Bianco su queste colonne) hanno sottolineato come la situazione dell’attuale crisi qatariota è più grave della dialettica precedente, sebbene già sfociata nel 2014 nella rottura dei rapporti diplomatici con l’emirato, proprio perché è condotta da questa generazione di giovani e più assertivi leader del Golfo – mentre i precedenti regnanti erano più inclini a risolvere le situazioni facendole consumare dallo scorrere del tempo. Anche il Qatar è guidato da un emiro di 37 anni, Tamim bin Hamad al-Thani (figlio di Sheikh Hamad, che fu colui che dal 1995 iniziò a lavorare per affrancare Doha da Riad e creare una postura personale qatariota negli affari internazionali).

PER ORA, NIENTE CONTRACCOLPI INTERNI

La nomina di MBS ha completamente spostato dal circolo del potere formale Mohammed Bin Nayef, cugino, precedentemente principe designato, e ormai ex ministro dell’Interno conosciuto per le sue attività di counter-terrorism (nota: contrariamente a quanto spesso si sente, l’Arabia Saudita non finanzia il terrorismo, ma lo combatte; questo non esclude la possibilità che finanziatori privati passino fondi ai gruppi combattenti, ma le organizzazioni come lo Stato islamico considerano i sauditi impuri, traditori della giusta via della fede, perché collusi con l’Occidente. Tanto basta perché chiunque baghdadista voglia la testa dei membri dei Saud, ancor di più nel caso di MBS). Questo scombussolamento avrebbe potuto portarsi dietro il rancore di Bin Nayef, ma la televisione di Stato ha già detto che il cambiamento della linea di successione ha avuto il sostegno dei membri della famiglia regnante e nell’account Twitter di Asharq al Awsat (il più importante giornale saudita) è stato postato un breve, ma simbolico, video dei due, in cui MBS riceve il giuramento di fedeltà del suo predecessore.

LA DECISIONE E IL MOMENTO

La decisione di sconvolgere l’ordine di successione, per quanto non del tutto sorprendente visto il potere che via via stava acquisendo MBS (anche ai danni del cugino), arriva in un momento complicato per Riad. L’abbassamento dei prezzi del denaro ha messo – circostanza storica – in crisi formale l’economia saudita, mentre la guerra in Yemen sta diventando ‘un dispendioso Vietnam’. Però, questa scelta – che arriva anche in un momento simbolico per altre ragioni: la settimana conclusiva del Ramadan, e non va dimenticato che il futuro re saudita sarà anche il custode dei luoghi sacri dell’Islam – trova sponde esterne. MBS ha ottimi contatti con Washington (così come MBZ), che non guastano in una fase in cui l’amministrazione Trump ha particolarmente spinto un riavvicinamento con gli alleati del Golfo. Riavvicinamento che, nonostante le varie problematiche del regno, non ha scoraggiato i sauditi nella mossa contro il Qatar, anzi ne è stato un supporto.

(Foto: Kremlin.ru)

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