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Il leader dei socialisti francesi, Rafael Glucksmann, è stato duro: “Per quel che mi riguarda, Raffaele Fitto non deve essere vicepresidente della Commissione europea e per quel che so il mio gruppo non ha cambiato posizione a riguardo. La spiegazione è semplice: l’alleanza che ha sostenuto von der Leyen a luglio non include e Ecr e quindi non c’è motivo di dargli una vicepresidenza”. Immediata la replica del capo delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello, secondo il quale “Glucksmann e i suoi continuano a minacciare Fitto con una pistola scarica, dimenticando che l’audizione del socialista Ribera è fissata dopo quella di Fitto”. Come a dire, se voi impallinate uno dei nostri, noi impalliniamo uno dei vostri.

A Bruxelles, l’audizione in commissione parlamentare del candidato italiano alla vicepresidenza europea Raffaele Fitto, uomo di punta di Fratelli d’Italia e dunque espressione del gruppo europeo dei Conservatori che ha mancato di votare la fiducia alla neopresidente Ursula von der Leyen, è fissata per il 12 novembre. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, fa dunque sfoggio di arte diplomatica: “Se posso dare un consiglio a tutti è quello di non mettere i bastoni tra le ruote a Raffaele Fitto creando problemi con posizioni pregiudiziali che farebbero danno all’Italia e all’Unione europea”. “Noi vogliamo che la commissione europea sia operativa al più presto”, chiosa Tajani.

In apparenza, la tensione è alta e le incertezze sull’esito finale dell’audizione di Fitto sembrano ancora tutte da sciogliere. Ma l’apparenza inganna. Giorgia Meloni dà, infatti, ormai per acquisito il sostegno del Partito democratico al proprio candidato. E gli uomini forti della delegazione dem all’Europarlamento, Bonaccini, Decaro e Zingaretti, sono fermamente intenzionati a non indebolire l’Italia assecondando le resistenze che albergano in diversi settori del Partito socialista europeo. Resistenze che, peraltro, sembrano destinate a cadere anche in ragione delle possibili rappresaglie evocate da Fulvio Martusciello.

Più di una fonte fa, pertanto, osservare che in commissione contano solo i pareri contrari. Al Pd, dunque, e agli altri partiti del Pse, non verrà richiesto un voto a favore di Fitto: sarà sufficiente che non si esprimano contro. C’è dunque da credere che, come è giusto che sia, Raffaele Fitto passerà l’esame dei commissari europei e si vedrà attribuire le deleghe conferitegli da von der Leyen anche grazie al silenzio-assenso dei suoi principali avversari politici in Italia.

Fitto sarà vicepresidente Ue col silenzio-assenso del Pd. Scrive Cangini

In commissione contano solo i pareri contrari. Al Pd, dunque, e agli altri partiti del Pse, non verrà richiesto un voto a favore di Fitto: sarà sufficiente che non si esprimano contro. Il commento di Andrea Cangini

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