La proposta del leader della destra francese sui ruoli sensibili in settori come difesa e intelligence ha alimentato il dibattito. Non sembra una strada percorribile, eppure se ne parla. Un modo per rassicurare il comparto e i partner? In ogni caso, c’è un interrogativo strategico per le nostre democrazie, lo stesso che riguarda l’app cinese TikTok
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Nuove, vecchie coercizioni cinesi contro Taiwan
Pechino applica la propria legge anche tra le acque di Taiwan e nel Mar Cinese. Coercizioni del Partito a cui Usa e Ue possono rispondere con le Fonops (volendo…)
Il vero significato dello shock francese contro il modello degli enarchi parigini. L'opinione di Tivelli
Il modello italiano (per dirla in breve: meno Stato più società), rispetto al modello francese, basato invece su più Stato meno società, si è dimostrato più capace non solo di reagire agli shock, ma anche di costituzionalizzarli. In Francia, la rivolta contro il tradimento dei chierici certamente si registrerà, in qualche modo, anche al secondo turno. Il candidato premier Bardella è il simbolo di una classe dirigente che non dispone certo del know-how, delle dotazioni da tecnocrati di cui dispone il sistema degli enarchi francesi: più che a un’elezione, siamo di fronte a una rivoluzione silenziosa. Le riflessioni di Tivelli
Le lezioni da trarre in un anno elettorale. Scrive l’amb. Castellaneta
Il Regno Unito ha visto una storica sconfitta dei Tories, nonostante i successi del premier Sunak. In Francia, Macron affronta una situazione tesa con il Rassemblement National. Negli Stati Uniti, Biden rischia la sconfitta nonostante i risultati economici positivi. In Iran, il sistema teocratico mantiene lo status quo. Questi esempi evidenziano la sfida di combinare buona politica e comunicazione efficace, senza cadere vittime di manipolazioni estremiste. L’analisi dell’ambasciatore Giovanni Castellaneta
Il dibattito Biden-Trump visto dal Cremlino. La lettura di Pellicciari
Le reazioni russe al dibattito presidenziale Usa rivelano le dinamiche geopolitiche e le strategie del Cremlino. Mentre i media americani criticano Biden, Mosca mantiene una linea editoriale prudente, evitando di attaccare personalmente il presidente. Questa posizione riflette la preferenza di Mosca per interlocutori stabili e chiari. L’analisi di Igor Pellicciari (Università di Urbino)
A Teheran il regime islamico veste Pezeshkian. L’analisi di D’Anna
Nessuno crede al miracolo riformista. La strategia dei guardiani della rivoluzione islamica punta invece a guadagnare tempo e confondere le acque. L’analisi di Gianfranco D’Anna
La tregua a Gaza e il fronte libanese. Il punto con Dentice dopo nove mesi di guerra
C’è la possibilità di un allargamento del confitto che coinvolge l’Iran in uno scontro con Israele, e con il Libano e Hezbollah al centro? Risponde Dentice (CeSI), a nove mesi dal 7 ottobre
Cosa insegna il caso dell’aeroporto di Antalya. Scrive Spartà
Domenica scorsa un volo della compagnia israeliana El Al ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza in Turchia per evacuare un passeggero che necessitava di cure mediche. Ma, “in coerenza” con l’inasprimento delle relazioni tra i due Stati, il rifornimento è stato negato. Così, il velivolo è passato da Rodi
La sicurezza nazionale di Starmer secondo due ex consiglieri di Downing Street
La prossima settimana il nuovo premier britannico sarà impegnato al summit Nato. Secondo Lord Ricketts è l’occasione per confermarsi “alleato affidabile”. Si aspetta un nuovo documento strategico: per Sir Lyall Grant, i fondamentali rimarranno gli stessi. Ma c’è l’incognita Trump
Il Fronte Popolare è alternativo al Centro. Il commento di Merlo
La logica e la deriva del “Fronte Popolare” è semplicemente alternativa rispetto a tutto ciò che è riconducibile al Centro, alla politica di centro, alla cultura di centro e, in ultimo ma non per ordine di importanza, al “metodo” di centro nella politica italiana. Il progetto patrocinato dal presidente di Anpi è frutto e conseguenza della massiccia radicalizzazione del conflitto politico che porta alla costruzione di cartelli elettorali dominati da un odio implacabile nei confronti dell’avversario-nemico. Un nemico che, di conseguenza, non può che essere annientato a livello politico e demolito a livello culturale e, purtroppo, anche personale. L’analisi di Giorgio Merlo