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Arrivato settembre, si guarda all’autunno e si aprono nuovi scenari per il Monte dei Paschi e i suoi azionisti. Tra questi ultimi, da poco, ci sono anche il Tesoro, di recente salito oltre il 50% con la ricapitalizzazione precauzionale, e coloro che fino a poco tempo fa erano obbligazionisti subordinati e hanno subito la conversione forzosa dei loro titoli (con il burden sharing previsto dalla stessa ricapitalizzazione precauzionale).

LA LETTERA

Per capire quel che succederà in autunno e potere fare qualche riflessione, occorre fare un passo indietro, al 28 agosto: quel giorno, tutti gli obbligazionisti subordinati del gruppo di Rocca Salimbeni hanno ricevuto le lettere di comunicazione da parte di Mps della conversione automatica delle obbligazioni subordinate in azioni. In base a quanto si apprende, le azioni ricevute in cambio hanno un codice provvisorio in attesa che i titoli del Monte dei Paschi possano poi di nuovo tornare in Borsa, dopo la sospensione dello scorso dicembre che aveva seguito il varo del decreto sulla ricapitalizzazione precauzionale e l’intervento pubblico. La lettera per il ritorno in Borsa delle azioni parla del prossimo autunno.

IL VALORE

Il fatto è che chi ha subito la conversione forzosa ha ricevuto azioni del valore di 8,65 euro, ma il prezzo di ritorno in Borsa rischia di essere molto più basso, pari a circa la metà. In un recente report degli analisti di Equita sim, questo prezzo veniva fissato tra i 4,2 e i 4,5 euro per ogni azione. Scrivono in proposito gli analisti della sim milanese: “I prezzi sul mercato over the counter (bid/ask, cioè denaro/lettera 4,15-4,35) implicano una capitalizzazione di Mps di 4,7-5 miliardi di euro”.

CONTO SALATO

Aggiungono da Equita in merito alla partecipazione del Tesoro, ora pari al 53% del capitale dell’istituto senese: “A questi livelli di prezzo il mark-to market della quota del Mef registra una perdita di 2,1 miliardi. Ad oggi, quindi, il conto aggiornato del salvataggio delle banche in Italia è di circa 23 miliardi di euro di cui circa 10 miliardi a carico del settore privato e 13 miliardi per lo Stato”, hanno concluso gli analisti di Equita.

PICCOLI SOCI IN RIVOLTA

Con una quotazione in area 4,5 euro per titolo, gli azionisti convertiti e non rischiano di rimetterci parecchio. Ecco perché in un comunicato l’associazione dei piccoli soci Azione Mps annuncia di essersi rivolta a Consob sulla questione. “Il Governo italiano – si legge nella nota – ha pagato per le sue azioni Euro 6,49 euro, gli obbligazionisti Euro 8,65, i soci preesistenti ai quale è stato estirpato – senza motivazione – il diritto di opzione sull’aumento, il diritto di recesso, e la possibilità di aderire ad un’Opa obbligatoria si ritrovano con meno di 30 milioni di azioni valutate complessivamente 519 milioni. Si è dato quindi corso ad una mostruosa diluizione di capitale”. Perciò l’associazione ha deciso di chiamare la Consob: “Azione Mps ha di conseguenza inoltrato un esposto alla Consob, autorità di tutela degli investitori, specie quelli non professionali quali tipicamente le persone fisiche classificate genericamente come retail, per il ripristino della doverosa trasparenza informativa e l’assunzione dei provvedimenti di sua competenza”. L’autunno è ormai alle porte: presto si saprà il prezzo dei titoli e se Consob deciderà di scendere in campo.

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