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Grande fermento sul blog di Beppe Grillo a causa di un reportage (si fa per dire) su Roma Capitale. Gli stessi grillini, che la città la vivono e la subiscono, non ci stanno. Dai commenti compassati (non è questa la realtà di Roma) a quelli più sarcastici (ma mi faccia il piacere!). Tanto movimento per rispondere a Maurizio Alesi, consigliere comunale di Palermo, eletto in una lista civica prossima al PD, dopo essere stato a lungo nell’IDV di Antonio Di Pietro. Ed ora in rotta di avvicinamento, a quanto parrebbe leggendo le cose che scrive su Facebook, verso i 5 stelle.

Il mistero non è tanto la sua visione di Roma: descritta come una cittadina svizzera linda e pulita. Strade senza buche, esclusa anche quella in cui cadde Beppe Grillo, in corteo al seguito della Sindaca. Marciapiedi puliti su cui si potrebbe mangiare. Lavoro indefesso degli addetti dell’AMA che si rompono la schiena in una gara di emulazione addirittura eroica. Nemmeno fossimo alle Olimpiadi. Un Tevere descritto come un ruscello alpino, sulle cui acque limpide si riflettono le luci della città. Che nel frattempo deve razionare quella potabile (ma il nostro non lo sa). E via dicendo. Qualche problema con il trasporto pubblico e l’ATAC in procinto di fallire. Ma nessuno è perfetto. Quasi una di quelle gouache napoletane dell’800: con il pennacchio del Vesuvio ed i colori pastelli che incorniciano scene di vita cittadina. Con i romani in processione inneggianti al Sindaco.

È decisamente la più grande fake new dai tempi in cui Mussolini diceva che avremmo spezzato le reni alla Grecia. Ma il nostro non si dà per vinto. E a chi lo critica sul suo profilo in Facebook rilancia: voi romani siete autolesionisti. Il che detto da un palermitano, dovrebbe far riflettere. Se il confronto tra le due città produce elegie bucoliche di tale portata, poveri abitanti di quella straordinaria città. Evidentemente sono messi molto peggio dei romani.

L’autogol di Beppe Grillo è quindi evidente. Ospitare sul blog simili farneticazioni dimostra solo che i grillini non sanno più a che santo votarsi. Di fronte al rullo compressore di una critica ormai generalizzata. Ma c’è soprattutto un dato tutto politico da considerare. Finora la retorica grillina un qualche fondamento lo aveva: a Roma, per colpa delle precedenti amministrazioni, abbiamo trovato il disastro. Abbiamo quindi bisogno di tempo. Stiamo lavorando: com’è solita ripetere Virginia Raggi ad ogni domanda imbarazzante. Ma se Roma è quello splendore descritto dall’Alesi, ed avallata dal blog del lider maximo, allora quella giustificazione viene meno.

Come cade ogni scusa per la continua moria degli assessori. Il cui ricambio può trovare una qualche giustificazione nelle grandi difficoltà del momento, alla continua ricerca di quel meglio, anche se il più delle volte, nemico del bene. Ma se l’emergenza cessa di essere tale, allora, tutto quel can can a cosa si riduce? É puro gioco di potere? Grillo ha evidentemente sottovalutato i lati oscuri del suo indiretto endorsement a Virgina Raggi. Ma la cosa non è sfuggita ai militanti. Che storditi dall’improvviso cambio di strategia (contrordine compagni!) si sono ribellati, inondando il blog delle loro proteste.

Perché è pacchiana la propaganda social a 5 stelle per Virginia Raggi

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