Skip to main content

Due dati di fatti segnano sempre le analisi politiche: l’incapacità di vedere chiaro il presente e la scarsa consapevolezza dei mutamenti. Questi due elementi emergono oggi davanti alla grande questione dell’immigrazione, e ai grandi mutamenti sociali, culturali e anche religiosi che essa comporta.

Il fenomeno degli spostamenti di massa è certamente antico e se ne trova traccia nel patrimonio genetico dell’Europa Antica, ma attualmente quello che sta accadendo si mostra in modo nuovo, violento e inedito nelle nostre vite quotidiane. È difficile gestire l’ordine pubblico ed è difficile vivere con serenità nelle nostre città. E, proprio perciò, questa causa sta determinando esattamente una modificazione profonda della nostra società, di cui, come si diceva, non sempre se ne percepisce la reale portata.

Una figura di primo piano in questo quadro politico è certamente Papa Francesco. Egli, fin dalle battute iniziali del suo Pontificato, ha voluto mostrare una forte discontinuità con Benedetto XVI, ma anche un approccio diverso ai problemi rispetto agli altri suoi predecessori. Questo nuovo avvio gli ha dato un’enorme popolarità, proprio perché ve ne era la necessità. Basti pensare, in tal senso, alla dura invettiva contro il potere ecclesiastico e all’atteggiamento ‘democratico’ di condivisione popolare dei destini della gente comune.

Misericordia è divenuta così la parola guida di un magistero che si è fatto interprete di una logica globale ormai non più eurocentrica della Cristianità, segnata dalla prospettiva di una ‘’Chiesa in uscita’’, tremendamente affascinante e suggestiva.

Oggi però bisogna notare che la ‘politica’ di papa Bergoglio sta trovando una duplice contrarietà. Da un lato, la logica dell’accoglienza si scontra con dei flussi migratori che sono divenuti da un paio d’anni incontrollati e incontrollabili, dall’altro la sua apertura ecumenica al mondo islamico deve far fronte all’acuirsi del fondamentalismo, il quale, oltretutto, deriva da una stessa confessione musulmana tra le più diffuse tra i profughi che giungono in Italia e in Europa.

Una verifica di questo banco di prova che deve superare adesso Francesco è dato da due nuovi fatti importanti che sono sopraggiunti: il primo è legato ad una crescita d’impopolarità che è andata montando soprattutto nel nostro Paese nei suoi riguardi, e la seconda dalle recenti minacce, dopo i torbidi di Barcellona, che l’Isis ha rivolto direttamente contro il Pontefice, contro la Cristianità e nello specifico contro la nostra nazione.

Qui emerge un paradosso abbastanza sconcertante, a dire il vero. La Chiesa che si fa interprete dell’accoglienza, atto esattamente opposto alla colonizzazione e allo spirito crociato, e viene accusata di essere il nemico numero uno del fondamentalismo islamico. E la Chiesa Cattolica, che si fa portatrice di un messaggio di carità, di misericordia e di apertura universale, viene sempre più digerita male dall’opinione pubblica italiana, impaurita e preoccupata dalla propria grave situazione concreta.

È difficile giudicare, ma conviene tuttavia riflettere a fondo e dire qualcosa di sensato.

Per quanto attiene alla politica dell’accoglienza, è chiaro che il papa non può non esortare alla benevolenza verso persone umane disperate che giungono tra noi. Anche se, è bene precisare, che la carità come virtù soprannaturale non può diventare un criterio politico senza che alla sua base vi sia la giustizia naturale. Benedetto XVI non a caso, nella Deus caritas est, ha chiaramente ribadito che l’opera della Chiesa è orientata alla carità mentre lo Stato, purificato dalla Chiesa stessa nella sua autonoma testimonianza cristiana, deve riflettere la giustizia: una giustizia che non può escludere la carità ma non può neanche venir meno come prerogativa sostanziale della missione peculiare e laica dello Stato.

Il problema, pertanto, non è l’accoglienza, ma il modo in cui sia possibile integrare enormi flussi migratori garantendo giustizia per tutti, cominciando dagli italiani. La opzione a favore dello Ius Soli è, per questa ragione, tanto controversa, e, a mio modo di vedere, totalmente sbagliata. Una società come la nostra che rapidamente sta assumendo tante persone estranee alla cultura nazionale, senza che vi sia stata una domanda economica da soddisfare con tali presenze, rischia di trasformare tale disponibilità in ingiustizia, la cittadinanza concessa in rigetto, e la benevolenza in razzismo.

Stiamo attenti!

Dal punto di vista cattolico il Papa, e la Chiesa con lui, non può e non deve dire al governo italiano quale sia la scelta migliore da prendere, se andare nella direzione dello Ius Soli o no, e in quale maniera gestire i rimpatri, l’accoglienza e così via. Non compete infatti al potere spirituale occuparsi delle cose temporali, tanto quanto non ha interessato a Gesù entrare nel merito del prelievo fiscale che Cesare faceva sulla comunità ebraica della Palestina.

Lo Ius Soli può essere giudicata quindi una linea politica sbagliata senza che con ciò piovano anatemi o accuse. In effetti in questo momento riconoscere diritti nativi a chi arriva è un atto di giustizia, prima ancora che di carità cristiana, ma dare la cittadinanza generalizzata a stranieri non costituisce di per sé una conseguenza logica, segnando il riconoscimento di un’appartenenza particolare alla nostra nazione che richiede ovviamente una prova di omogeneità culturale, linguistica, tradizionale assolutamente diversa da quella richiesta negli Stati Uniti o in America Latina. Oltretutto, è bene precisare che la cittadinanza non è un diritto riconosciuto alla persona, ma un dovere che ogni persona umana ha verso la propria Patria, la propria comunità, la propria costituzione, e così via.

Mi dispiace dirlo, ma io se dovessi emigrare non rinuncerei mai alla mia cittadinanza italiana. E, soprattutto, non mi aspetterei che mi venisse concessa o che venisse concessa ai miei figli solo perché nati in un luogo diverso da dove provengono.

Vi è, in aggiunta, però anche la seconda questione che riguarda le minacce ignobili che il Papa sta subendo. È chiaro che l’Isis odia la cristianità e la sua massima autorità pubblica.

Ma ciò dovrebbe spingere a osservare che la caratteristica essenziale del cristianesimo non è l’auto soppressione pratica, bensì la difesa della propria identità religiosa fino al martirio, una difesa che non si contrappone ma si compone con quella delle altre culture, nel segno dell’apertura e della carità. Benedetto XVI spiegava che non soltanto ogni popolo ha una propria cultura, che va rispettata, ma che la Chiesa è una parte di questo tutto umano, la quale va salvaguardata rigidamente come determinazione specifica pubblica dalla gerarchia ecclesiastica: una parte (coetum baptizatorum) che vive in funzione del tutto dell’umanità.

Forse è giunto il momento di rileggere Sant’Agostino che nel De doctrina cristiana spiega come la carità si regga su un primo amore che è l’amore orgoglioso per Dio e se stessi, dal quale, e solo dal quale, può scaturire in modo sovrabbondante l’amore per il prossimo.

Anche San Tommaso chiarisce che la misericordia è elevazione dell’altro alla verità, non abbassamento di se stessi all’altrui falsità. La difesa della verità conosciuta con la ragione, illuminata dalla fede oggettiva, è condizione indispensabile per trasmetterne il messaggio universale di Cristo in modo personale, pratico e generoso, e non viceversa.

Dobbiamo, in fondo, abituarci a capire che il bene non è il buonismo, con la stessa profondità con cui ci siamo abituati a assimilare il fatto che la religione non è il fondamentalismo. E la Chiesa Cattolica non è soltanto un’istituzione universale ma anche un soggetto particolare.

venezuela, Papa

Il Papa, l’accoglienza e le minacce

Due dati di fatti segnano sempre le analisi politiche: l’incapacità di vedere chiaro il presente e la scarsa consapevolezza dei mutamenti. Questi due elementi emergono oggi davanti alla grande questione dell’immigrazione, e ai grandi mutamenti sociali, culturali e anche religiosi che essa comporta. Il fenomeno degli spostamenti di massa è certamente antico e se ne trova traccia nel patrimonio genetico…

Forza Nuova minaccia Don Biancalani

Don Massimo Biancalani, il prete che aveva pubblicato una foto di alcuni ragazzi richeidenti asilo in piscina, è stato minacciato nei giorni passati da quel sottobosco fascista che purtroppo esiste ancora in questo Paese. Forza Nuova ha ufficialmente dichiarato che "vigilierà" sull'operato del prete. Andranno a messa a "verificare". Una minaccia intollerabile. Il Vescovo di Pistoia ha deciso di intervenire. I…

Mike_Pompeo, cia pompeo

Pompeo, la Cia, l'Fbi e il Russiagate. Tutte le ultime novità

C'è una speciale unità della Cia, il Counterintelligence Mission Center, che il direttore Mike Pompeo ha deciso, inusualmente, di mettere sotto il proprio diretto controllo. Ne parla il Washington Post in un articolo in cui raccoglie le opinioni e le preoccupazioni di agenti in attività e fuori servizio. Il motivo dell'inquietudine è che l'unità è quella che si occupa di controspionaggio,…

Tutti i dialoghi interreligiosi del Meeting tra il rabbino Rosen, il sunnita Sammak e Mons. Tomasi

Il tema del dialogo interreligioso è sempre stato a cuore al Meeting, non a caso l’abbreviazione con cui si usa chiamare la kermesse sostituisce la dicitura completa “Meeting per l’amicizia fra i popoli”. Oggi come non mai le tre grandi religioni monoteiste vivono spunti di incontro, di riflessione comune, a volte di preghiera comune, come di fatto è successo pure…

Che cosa hanno detto Alfano e Stoltenberg al Meeting di Rimini su Nato, Russia e terrorismo

“Sono sicuro che prevarremo contro tutte le sfide, perché i nostri valori sono più forti. La libertà, la democrazia e le società aperte avranno sempre la meglio sull'odio, la violenza e l’intolleranza, e uniti dietro i nostri valori comuni non c’è nessuna minaccia che non possiamo affrontare e nessuna sfida che non possiamo superare”. L'INTERVENTO AL MEETING DEL SEGRETARIO GENERALE…

Il meeting di CL si riscopre europeista con una mostra sui padri fondatori Ue

Nell'anno del sessantenario dei Trattati di Roma, che posero i pilastri dell'Unione Europea come la conosciamo oggi, il movimento di Comunione e Liberazione (CL) al meeting di Rimini si è tinto di blu stellato. Lo ha fatto a partire dall'invito del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e l'ex premier Enrico Letta per raccontare quel che resta in piedi di…

Stati Uniti kushner

Cosa succede tra Stati Uniti e mondo arabo

In difficoltà sul fronte interno, con media e opposizione all’assalto dopo le dichiarazioni infelici sui fatti di Charlottesville e il Partito Repubblicano sempre più frustrato, Donald Trump sembra puntare sempre più sulla politica estera per risalire nei sondaggi e ottenere qualche risultato in una presidenza accerchiata. Sotto questa luce deve essere letta l’ultima iniziativa della Casa Bianca, la missione in…

Chris Whitecross, Nato, NDC

L'adesione del Montenegro alla Nato vista dall'Alleanza

Di Chris Whitecross

Dopo oltre dieci anni di partnership di successo stabilite con l’Organizzazione del trattato dell’Atlantico del nord (Nato), il 5 giugno di quest’anno il Montenegro ha formalmente fatto il suo ingresso nell’Alleanza, divenendone così il 29simo membro. Questo traguardo segue da vicino un anniversario festeggiato lo scorso anno, che riguarda l’acquisizione della storica indipendenza del piccolo Paese balcanico. Con l’adesione alla…

Woolf

Lytton Strachey e Virginia Woolf

"Al momento sono quasi morto di stanchezza a causa della tremenda lotta con la vecchia megera", confessava Lytton Strachey a Roger Senhouse il 19 aprile 1928. La vecchia megera era Elisabetta I, salita sul trono d'Inghilterra nel 1558. Il primo giovedì di maggio la lotta era giunta al termine. Dopo aver lasciato il dattiloscritto intitolato Elizabeth and Essex: a tragic…

La scuola, i licei e la povertà culturale

La Fedeli ministro al Miur forse non avendo ricevuto sufficienti riscontri alla sua idea di sperimentazione quadriennale nelle scuole superiori, ieri in diverso modo ha rinnovato la questione e ha lanciato l’ipotesi di portare l’obbligo scolastico a 18 anni. Non si capisce bene dalla sua intervista se parla di obbligo scolastico da far coincidere con l’obbligo formativo o altro. La…

×

Iscriviti alla newsletter