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Dove sono le ragioni di necessità e urgenza del decreto sui voucher, come si è chiesto l’esperto del lavoro Giuliano Cazzola su Formiche.net? “Sono d’accordo, non ci sono. Siamo alle solite: è Renzi che insegue l’emergenza e tutti quelli che seguono Renzi, appena lui ordina, inseguono l’emergenza”, risponde Francesco Boccia, Pd, presidente della commissione Bilancio di Montecitorio. Boccia non condivide la scelta di varare un decreto per evitare il referendum sul lavoro accessorio: “Ai miei colleghi chiedo di dire semplicemente la verità, nient’altro che la verità. Se siamo passati da 500 mila voucher all’anno a 115 milioni, ci sarà stato un problema o no? E il ministro del welfare Poletti, cui è stato detto decine di volte che era un problema ed ha fatto finta di non sentire, come mai ha cambiato idea?”.

Perché secondo lei?

“Poletti prima aveva paura che il suo datore di lavoro lo ‘cazziasse’, questa è la verità. Ora è arrivato il referendum, gli hanno ordinato di evitare il referendum ed ha fatto quella roba che stanno facendo. Che poi è una sciocchezza, perché i voucher servono, servono alle hostess ai convegni, servono se a un ristorante occorre un cameriere in più per qualche sera…”

Ma c’era il rischio che il governo perdesse il referendum?

“Certo, al referendum il governo avrebbe perso. È la degenerazione che non è più tollerabile, l’abuso che di quello strumento si è fatto invece di fare contratti a tempo determinato, magari. È un’altra triste storia di politica politicante condizionata dall’emergenza. Renzi aveva sottovalutato cosa è il lavoro in Italia. Ha presentato questa roba del jobs act ed ha pensato che bastasse dargli un titolo in inglese e sarebbe tutto cambiato, per dire quanto sia provinciale. In realtà ha funzionato solo la decontribuzione del 2015. Bastava rendere strutturale la decontribuzione, come vogliamo fare come mozione Emiliano. Secondo noi va resa strutturale pagandola con gli 80 euro.”

A proposito, come si trova con Emiliano. Non è un po’ troppo populista per i suoi standard?

“Senta, io penso che in questo momento serva radicalità. Quando hai di fronte uno come Renzi, che fa il gioco delle tre carte, ci vuole radicalismo di principi. Michele è l’unico che può dare corpo a questa esigenza, non basta né l’establishment e nemmeno la buona educazione. Se Emiliano vince il congresso i 5 Stelle si ridimensionano alle elezioni, se Emiliano perde i 5 Stelle stravincono; ci metto la firma ora. Renzi ha sottovalutato gli effetti del governo della cosa pubblica. Le sciocchezze fatte sulla scuola, sulle banche, sul lavoro, oggi si vedono. Lui poi non ha nemmeno la forza di fare autocritica vera, dice che non lo hanno capito, che non è stato capace di comunicare… Cosa che ci ricorda qualcun altro, no?”

@paolomartini

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