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E alla fine la Segreteria di Stato vaticana s’arrabbiò davvero. Con uno stringato comunicato stampa, ieri ha fatto sapere che tutelerà l’immagine di Papa Francesco: “Affinché il Suo messaggio possa giungere ai fedeli integro e la Sua persona non venga strumentalizzata”. E per le stesse finalità tutelerà: “I simboli e gli stemmi ufficiali della Santa Sede, attraverso appositi strumenti normativi previsti a livello internazionale”. Lo farà con: “Sistematiche attività di sorveglianza volte a monitorare le modalità con cui l’immagine del Santo Padre e gli stemmi della Santa Sede vengono utilizzati, intervenendo all’occorrenza con opportuni provvedimenti”. Ed è subito giallo.

La motivazione ufficiale alla base di questa dichiarazione, si dice Oltretevere, sarebbe dovuta allo sfruttamento dell’immagine di Jorge Mario Bergoglio principalmente a fini commerciali. In effetti, se uno prova a fare un giro sul più famoso sito d’aste online, può trovare innumerevoli prodotti griffati Francesco ma sulla cui ufficiale autorizzazione vaticana si potrebbero nutrire non pochi dubbi. Tanto per dire: si trovano tazze da the, cravatte, body per ragazze e tutine per neonati, ceri votivi, maschere di Carnevale, pantaloncini, felpe, canottiere, cuscini col volto del Pontefice, finti dollari, un orologio da muro ricavato tagliando un disco da 33 giri in vinile e persino un Cd del duo tedesco Kevin&Manuel dal titolo “Papa Francesco”. Non c’è l’immagine di Bergoglio in copertina, ma il brano riempipista con annesso video girato in chiesa nel ritornello canta con un ritmo abbastanza folk: “Papa Francesco / Papa Francesco / Porta pace nel mondo. / Papa Francesco / Papa Francesco / Un Papa come te mancava da tempo”.

L’uscita di questo comunicato, però, ha dato adito anche a commenti di altro genere. Non è sfuggito a pochi il fatto che il comunicato arrivi dopo i manifesti abusivi pubblicati a Roma con l’immagine di un Papa Francesco corrucciato e quell’ ‘A Francé, ‘ndo sta la tua misericordia?, che aveva fatto storcere il naso ai più fedeli bergogliani (memorabile, in proposito, un piccato commento del direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, che contrapponeva la “gente vera” a chi si interessava di queste cose) e suscitato però un commento del numero due della Segreteria, l’arcivescovo Angelo Becciu: “Il Papa? Ci ha riso su”. Ma malgrado la risata papale, il C9, il Consiglio cardinalizio che sta scrivendo la riforma della Curia insieme a Bergoglio, si era premurato di esprimere: “Pieno appoggio all’opera del Papa, assicurando al tempo stesso adesione e sostegno pieni alla Sua persona ed al Suo Magistero”. Eppure uno che di Vaticano, Papi e dintorni se n’intendeva, Giulio Andreotti, diceva che querelare gli autori di vignette e più in generale gli umoristi, portasse male. E se domani la Segreteria querelasse (misericordiosamente) qualche strumentalizzatore?

(Pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)

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