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Domenica il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha fatto sapere che gli Stati Uniti hanno deciso di colpire con sanzioni internazionali 271 elementi del regime siriano ritenuti responsabili dell’attacco chimico che ha ucciso quasi cento persone a Khan Shaykhun, nei pressi di Idlib, il 4 aprile. (Nota di colore: 271 in un solo colpo è il record storico per le sanzioni americane).

Le persone colpite dall’Office of Foreign Assets Control del Tesoro appartengono tutte allo Scientific Studies and Research Center, che per Washington è il centro in cui il regime siriano studia, progetta e produce le armi non convenzionali. L’agenzia governativa siriana avrebbe lavorato per sviluppare le armi chimiche fin dal 2012.

“Gli Stati Uniti stanno inviando un messaggio forte con questa azione: riteniamo l’intero regime di Assad responsabile di queste evidenti violazioni dei diritti umani, e agiamo col fine di scoraggiare la diffusione di questo tipo di armi chimiche barbariche” ha detto Mnuchin, che dopo mesi fuori dai radar in questi giorni è diventato il fulcro momentaneo dell’andamento a scatti alternati dell’azione di governo dell’amministrazione Trump (adesso molto concentrata sulle politiche economiche).

Il segretario al Tesoro si fa voce per un’azione eccezionalista americana che ricalca il bombardamento alla base governativa di Homs per rappresaglia dopo l’attacco chimico. Mentre l’Unione Europea, che aveva accolto favorevolmente l’attacco americano, fatica a trovare una linea collegiale per nuove sanzioni a Damasco e ha scelto una posizione più cauta soprattutto per non disturbare troppo Mosca, che è la principale alleata del regime e con cui diversi paesi membri UE intrattengono singolarmente rapporti bilaterali più caldi rispetto alle posizioni ufficiali, più rigide, di Bruxelles.

Tre giorni fa la Commissione creata dalle Nazioni Unite nel 2011 per investigare possibili crimini di guerra ha accettato i primi risultati delle analisi dell’Opcw – gli esperti dell’organizzazione che per l’Onu si occupa di armi chimiche hanno prelevato campioni dai corpi di dieci vittime e appurato che l’agente letale è stato il sarin o un nervino “sarin-like” –, ma ha evitato di formulare ipotesi suoi colpevoli. Le Nazioni Unite sono gravate dal peso di due paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: la Russia, che dà una versione dei fatti (infondata) per scagionare Damasco (che continua a negare ogni coinvolgimento), e la Cina che sceglie al solito una politica dal minimo coinvolgimento. La Commissione guidata dal brasiliano Paulo Sérgio Pinheiro, pur senza mai aver ricevuto il permesso di entrare in Siria, avrebbe raccolto anche svariati altri dati per testimoniare i crimini di guerra commessi da Bashar el Assad, ma l’inchiesta si muove lentamente.

Sempre domenica, poche ore prima dell’annuncio di Mnuchin, il presidente americano Donald Trump c’è andato giù pesante durante un lunch con gli ambasciatori internazionali al Palazzo di Vetro: “dovete fare di più”, perché siete poco efficaci su temi seri e minacce stringenti come quella del governo siriano o la Corea del Nord, ha detto il Prez. Sembra che “alle Nazioni Unite non piaccia di occuparsi di certi problemi”, lavorate al di sotto delle performance richieste (vecchio mantra da campagna elettorale) ma avete un “tremendous” potenziale, ha detto Trump: “Mi dispiace, sono realmente dispiaciuto” che un’altra volta questo mese il Consiglio di Sicurezza abbia fallito il tentativo di punire la Siria per l’uso di armi chimiche, ha detto il presidente americano. Durante una riunione del 12 aprile la Russia ha posto il veto respingendo una bozza operativa proposta da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, che chiedeva al governo siriano di fornire tutti i dettagli delle attività aeree del 4 aprile, come forma di collaborazione all’inchiesta dei fatti del 4 aprile.

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