Sostenere l’Ucraina non significa solo inviare armi, ma accettare che la vittoria richiede un impegno senza riserve. Questo non significa desiderare la guerra, ma riconoscere che, una volta iniziata, va combattuta con tutti i mezzi necessari. Prima l’Occidente supererà questo limite intellettuale, meglio sarà per l’Ucraina, per l’Europa e per la sicurezza globale. Il commento di Roberto Arditti
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L’Ucraina, le spese militari e le ambizioni spaziali europee. La visita di Kubilius a Roma
In visita a Roma, il commissario europeo alla Difesa e allo Spazio Andrius Kubilius ha incontrato le istituzioni italiane e i protagonisti del settore spaziale, sottolineando il contributo strategico dell’Italia alla sicurezza europea e allo sviluppo industriale del comparto aerospaziale. Tra i temi discussi, il sostegno all’Ucraina, le prospettive del Libro bianco sulla Difesa e il ruolo dell’Italia nei nuovi programmi Ue. Intervistato da Airpress, il commissario ha ribadito i suoi auspici per un ruolo sempre maggiore di Roma in Europa
Droni marittimi e fregate potenziate. Mitsubishi alza l’asticella al Dsei Japan 2025
Con la nuova fregata e ed il nuovo Usv presentate al Dsei Japan 2025 il Giappone punta a un salto qualitativo nella propria strategia marittima. Le due piattaforme coniugano tecnologia, modularità e visione export, incarnando la risposta nipponica alle nuove minacce nello scenario indo-pacifico
Il cinema e l’intelligenza artificiale. Da Star Wars a Titanic
Lo stretto legame tra l’industria cinematografica e televisiva e la tecnologia informatica ha consentito di continuare a realizzare un’evoluzione tecnologica nel corso degli ultimi decenni. Tecnologie innovative come il 3D digitale, gli effetti visivi digitali, le riprese virtuali, la motion capture, la realtà virtuale e il rendering in tempo reale, hanno apportato numerose innovazioni alla produzione cinematografica. E adesso è arrivata anche l’intelligenza artificiale
Quali prospettive anti-drone per l'ala rotante? Scrive Del Monte
Dall’Apache israeliano che abbatte un drone di Hezbollah al “Prachand” indiano, si consolida la tendenza a riutilizzare gli elicotteri d’attacco in funzione anti-drone. La loro capacità di operare a bassa velocità e seguire i bersagli visivamente li rende ideali per intercettare minacce leggere e mobili
Cosa sta succedendo con la nomina del capo dello Shin Bet
Ronen Bar ha rassegnato le dimissioni, effettive dal 15 giugno, dopo che la Corte suprema aveva sospeso il suo licenziamento. Al suo posto Netanyahu ha scelto il maggiore generale David Zini, mossa che ha riacceso tensioni tra vertici militari e politici sul processo di nomina. È intervenuto pubblicamente anche il capo dello Stato
Gcap, tutto il peso strategico del programma di sesta generazione per il Giappone
Il Giappone e l’industria nipponica vedono il Global combat air programme come un’opportunità unica per l’espansione della propria sfera di influenza regionale, oltre che per lo sviluppo di competenze interne e per l’ampliamento delle supply chain nazionali e internazionali nel settore della difesa
Gaza, dall’Italia sostegno alla ricostruzione e a due Stati (senza Hamas)
Dal Gruppo di Madrid all’informativa di Tajani: si consolida la postura italiana tra fermezza umanitaria e continuità diplomatica. Hamas fuori dalla soluzione a due Stati, ma Netanyahu accetti un decondlicting e l’avvio di un percorso politico-diplomatico
Attenti al rischio di un’Europa della Difesa a due velocità. L'allarme di Borghi
Il pacchetto Safe da 150 miliardi è prossimo al voto del Consiglio europeo, ma restano forti dubbi sul suo impatto effettivo. In un’intervista a Airpress, il senatore Enrico Borghi riflette sui limiti di un approccio tecnico privo di visione politica e sui rischi di un’Europa della Difesa frammentata. Tra cortocircuiti interni e sfide industriali, il dibattito si sposta sul terreno della credibilità strategica dell’Italia e della necessità di strumenti di finanziamento realmente comuni ed europei
Disarmarci è un suicidio. Sisci spiega perché (con i numeri)
Rinunciare alla difesa significa rinunciare alla minima sicurezza sociale e vitale. Quello che si vede però è che non si affronta il problema. La cosa lascia uno spazio alla premier Giorgia Meloni di restare al potere, ma in queste condizioni difficili anche la sua azione di governo è intrappolata. Non riesce a fare quello di cui l’Italia ha bisogno e quindi tutto il Paese rischia di essere schiacciato. L’analisi di Francesco Sisci