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Un inizio incoraggiante, sicuramente da migliorare. È questo il pensiero espresso dal presidente di I-Com, Stefano da Empoli, commentando il ddl IA appena presentato dal governo. Una misura che rende l’Italia il primo Paese a voler governare l’intelligenza artificiale, seguendo l’esempio dell’Unione europea. Proprio perché pioniera, dovrà inevitabilmente capire dove e come rafforzare la sua legislazione.

Cosa ne pensa del ddl? Va nella giusta direzione?

È un primo passo. Interviene su alcuni settori come la formazione che, a mio avviso, sono fondamentali. Il ddl, prendendo ispirazione dal regolamento europeo, afferma una serie di questioni di principio che sono condivisibili. Tuttavia, mi rimane un po’ di scetticismo.

Su cosa?

Ho qualche dubbio che con questi modelli di Intelligenza Artificiale la trasparenza possa essere sempre garantita. Bisognerà precisare meglio i principi espressi nel disegno di legge, così come rimane qualche punto di domanda sulla prestazione professionale espressa all’articolo 12 del testo. Ciò che mi preme sottolineare è che, al di là degli annunci, il ddl rimane un antipasto di un qualcosa che dovrà essere più robusto. In parte è stato già annunciato, in parte dovremmo vedere come verrà attuato.

Quali sono i punti più critici secondo lei?

Da un lato, le partecipazioni dei capitali. Dall’altro, la delega alle due Agenzie, AgID e Acn. Per quanto riguarda i primi, il miliardo di euro di investimenti di cui si parla, spalmato su varia anni e su diversi settori, rischia di essere una goccia in mezzo al mare. Può non rappresentare la cifra adeguata: basti pensare che gli Usa investono 80 miliardi. Nel testo del governo si parla di campioni nazionali (a cui andrà una parte di questo finanziamento, ndr) ma bisogna capire chi e quali obiettivi hanno queste aziende. La legge non lo può dire, ma forse potrebbe trovare qualche criterio in più. E poi bisognerà capire nel dettaglio il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti. Il rischio dunque è che i soldi siano pochi e che non vadano messi al posto giusto.

Sulle due Agenzie invece?

Secondo me il ddl fa abbastanza chiarezza su queste due, dividendo i compiti e prevedendo una forma id coordinamento. È bene aver immaginato una struttura di governance, compiendo un buon passo in avanti. Mi lascia ancora qualche perplessità il fatto che, in alcune questioni delicate come la tutela dei diritti, non ci sia un’autorità indipendente ma un’agenzia governativa.

Ci sono priorità da affrontare prima di altre?

Oltre ai vari decreti del governo sull’istruzione e la formazione che, ripeto, sono a mio avviso i due aspetti decisivi per una strategia nazionale, aggiungo anche l’orientamento alle imprese, in particolare alle Pmi, che non possono essere lasciate sole in questa sfida. Credo che oltre a immaginare la formazione dei lavoratori, occorra anche farlo con gli imprenditori, con una maggior attenzione quelli più piccoli.

Il governo ha anche modificato il codice penale. Cosa ne pensa delle sanzioni previste?

È un intervento opportuno, così come lo è rendere riconoscibili i contenuti creati con l’IA, sanzionando chi a scopo ingannevole o procurando un qualche tipo di danno diffonde contenuti modificati. Credo che sia qualcosa di rilevante.

Ancor di più in un anno che porterà al voto miliardi di elettori.

Assolutamente, sebbene queste norme difficilmente andranno a difendere i confini e la legge italiana arriverà quasi sicuramente dopo le elezioni europee. Purtuttavia, questi rischi vanno affrontati. Quelli esterni vanno contrasti, individuando e neutralizzando il pericolo. Per quelli interni, che operano sul nostro territorio, bisogna immaginare delle sanzioni che possano fungere da deterrente.

Mi permetta una provocazione. Non crede che porre così tanto l’accento sui rischi possa provocare l’effetto opposto, ovvero spaventare i cittadini, tralasciando i tanti benefici dell’IA?

Che ci sia un livello di ansia elevato è credo manifesto. Penso che le due cose siano compatibili, rassicurare è utile ma l’importante è non mettere eccessivi paletti allo sviluppo. Sotto questo aspetto il testo del ddl mi pare che ribadisca in maniera piuttosto chiara i benefici dell’IA. Forse alcuni passaggi li avrei omessi, ma credo che l’approccio sia equilibrato, con i benefici che possono essere estratti minimizzando i rischi. Sposa quindi una linea di prudenza, ma sui principi non credo che si possa obiettare più di tanto. Quello che un po’ manca sono alcune questioni che dovranno essere assunte nei prossimi mesi, a cominciare dagli investimenti su cui c’è bisogno di fare un po’ chiarezza.

Formazione, trasparenza e investimenti. Cosa perfezionare nel ddl IA secondo da Empoli (I-Com)

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