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Stop all’importazione di energia nucleare, puntare tutto sulle rinnovabili, proprietà e gestione statale della rete di trasmissione dell’energia. Si va componendo il programma energetico del Movimento 5 stelle, in discussione da dicembre scorso sul blog di Beppe Grillo e in votazione sulla piattaforma online del Movimento, Rousseau. Sei quesiti, l’ultimo in votazione lo scorso mercoledì, sull’utilizzo dei territori marginali per la produzione dell’energia rinnovabile, che toccano temi sensibili come la possibile nazionalizzazione di Terna e il taglio delle importazioni di energia dall’estero.

Ecco, punto per punto, il programma energetico del Movimento 5 stelle come finora è stato votato dagli iscritti al Movimento.

PROPOSTE E VOTO

Il sistema usato dal Movimento per la formulazione del programma si divide in due parti: la pubblicazione di un post sul blog di Beppe Grillo (e sul blog delle stelle) scritto da un esperto di riferimento, che si occupa di spiegare il quesito e di argomentare le scelte a disposizione dei votanti (utenti iscritti alla piattaforma Rousseau e certificati). Sotto il post c’è la possibilità di commentare da parte degli iscritti al sito (anche se i commenti non implicano modifiche sul quesito proposto), e cinque giorni dopo la pubblicazione del post viene attivata la votazione sulla piattaforma online Rousseau, in cui gli iscritti certificati hanno la possibilità di esprimere la propria preferenza. Le votazioni si aprono alle 10 del mattino e si chiudono alle 19 dello stesso giorno.

PRIMO QUESITO: SCORAGGIARE L’USO DI BENZINA PETROLIO

Il primo punto del programma energetico a 5 stelle riguarda la possibilità di disincentivare l’uso di combustibili fossili, sia per i trasporti che per l’agricoltura. Proposto il 9 dicembre con un post a firma del “chimico fisico” Valerio Rossi Albertini, recitava: “Sei d’accordo con lo sviluppo di politiche che scoraggiano l’uso della benzina e del gasolio?”. Il 14 dicembre è stata attivata la votazione su Rousseau, e hanno partecipato 26.651 iscritti che si sono espressi per il Sì all’eliminazione degli incentivi per l’uso di combustibili fossili in 25.737, con solo 914 per il No.

SECONDO QUESITO: IMPIANTI DI STOCCAGGIO

Il 16 dicembre è stato pubblicato il secondo quesito, riguardante gli impianti di stoccaggio dell’energia. Veniva chiesto agli iscritti “Quali impianti di stoccaggio dell’energia bisogna prediligere? a. Grandi impianti di pompaggio; b. Locali; c. Domestici. Nella votazione, che si è tenuta 5 giorni dopo la pubblicazione del post a firma di Edoardo Zanchini, hanno partecipato circa 21 mila iscritti, i quali hanno scelto di prediligere gli impianti di stoccaggio domestici (circa 12mila preferenze), poi gli impianti locali (circa 7000 preferenze) e come terza scelta i grandi impianti di pompaggio (circa 1600 preferenze).

TERZO QUESITO: STOP ALL’IMPORTAZIONE DI ENERGIA NUCLEARE

Se da una parte il programma del Movimento punta sulle energie rinnovabili (anche con l’introduzione di incentivi), dall’altra mira a eliminare la dipendenza energetica da importazione, che in gran parte arriva dalle centrali nucleari. Il terzo quesito, infatti, recitava: “Sei d’accordo con lo stop di importazione dell’energia nucleare durante l’arco della legislatura di governo del M5S?”. Secondo Gianni Silvestrini, direttore scientifico Qualenergia, firmatario del post che ha introdotto il quesito (pubblicato lo scorso 23 dicembre), “oggi costruire nuove centrali nucleari non è conveniente e anche le centrali nucleari esistenti possono avere dei problemi”, ed è quindi preferibile investire su altre fonti (sempre le rinnovabili) auspicando in uno sviluppo del settore anche nel resto dell’Europa. Sul tema, Formiche.net ha pubblicato gli approfondimenti del ricercatore Luca Longo (qui, qui e qui le puntate principali).

QUARTO QUESITO: INCENTIVI STATALI DAI FOSSILI ALLE RINNOVABILI

“Sei d’accordo con lo spostamento degli incentivi statali dalle fonti fossili all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili?”. Quasi a completare il secondo quesito (in cui si è scelto di attuare politiche per disincentivare i combustibili fossili ), il quarto punto del programma votato da circa 40mila iscritti stabilisce che, qualora andasse al governo, il Movimento 5 stelle si impegnerebbe a spostare gli incentivi dalle fonti fossili a quelle rinnovabili. Nel post presentato da Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE, si legge che si potrebbero aumentare le “royalties che le società petrolifere in Italia pagano per l’estrazione del petrolio o del gas” (attualmente troppo basse), si dovrebbe “tassare l’energia in base all’inquinamento che produce” e poi “gestire i flussi di energia in maniera più ottimale possibile” per arrivare a una maggiore efficienza energetica. I voti a favore della proposta sono stati oltre 40mila, quasi la totalità dei votanti.

QUINTO QUESITO: TERNA PUBBLICA AL 100%

Con il Movimento 5 stelle Terna, la società proprietaria della rete elettrica nazionale, partecipata con il 29,85% da Cdp (Cassa depositi e prestiti) Reti, spa controllata al 100% dalla Cassa depositi e prestiti (80% del ministero dell’Economia), diventerà al 100% di proprietà pubblica. Gli iscritti a 5 stelle, infatti, hanno risposto Sì in 24.310 e No in 1.084 al quinto quesito sul programma energetico che recitava: “Terna o l’azienda che ha la concessione pubblica per la trasmissione dell’energia elettrica deve essere di proprietà pubblica?”. Nella proposta non si specifica quanto costerà o come avverrà la nazionalizzazione dell’azienda quotata in Borsa (qui tutti i dettagli).

SESTO QUESITO: TERRENI MARGINALI PER LE RINNOVABILI

Lo spiega Ugo Bardi, “docente universitario, divulgatore e ricercatore scientifico” che cosa siano i territori marginali: “Quello marginale è un territorio non cementificio che non è adatto all’agricoltura, perché è stato ‘sovrasfruttato’ dal punto di vista agricolo e che adesso può essere utilizzato ad esempio soltanto per il pascolo occasionale”. È in questi territori che il M5s intende concentrare gli impianti di produzione di energie rinnovabili, come gli impianti fotovoltaici o eolici. Nella votazione, che si è tenuta mercoledì scorso, si è chiesto dunque, agli iscritti: “Sei d’accorco con l’uitilizzo dei terreni di uso marginale per impianti destinati alla produzione di energia rinnovabile?” e hanno partecipato al voto 23.850 iscritti certificati, e si sono espressiper il Sì in oltre 20mila.

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