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Per l’italiana Fincantieri il traguardo sulla strada verso l’acquisizione del 66,67% di Stx France e dei cantieri di Saint-Nazaire si fa sempre più vicino.
Dopo gli incontri avuti dall’amministratore delegato del gruppo cantieristico, Giuseppe Bono, in territorio francese, ad atterrare a Parigi è stato ieri il premier Paolo Gentiloni che l’ha scelta come prima tappa del classico tour europeo di ogni neo premier a Palazzo Chigi.

L’INCONTRO CON HOLLANDE

Durante il colloquio di circa due ore all’Eliseo, François Hollande ha confermato a Gentiloni che Fincantieri è un candidato “credibile” e che l’acquisizione dei cantieri Stx di Saint-Nazaire da parte del gruppo italiano “è un’ipotesi effettivamente molto seria”.
Fincantieri è l’offerente favorito per l’acquisto del 66,6% della divisione francese di Stx, il colosso sudcoreano che controlla i cantieri navali di Saint Nazaire di cui lo Stato francese detiene il 33% del capitale. “Si troverà una soluzione, com’è normale che sia tra Paesi amici”, ha detto il capo del governo italiano al termine dell’incontro spiegando che “sulla cantieristica si tratta di capire come si possono conciliare le esigenze della Francia e quelle di Fincantieri”.

LE TRATTATIVE

Il presidente francese ha sottolineato che “lo Stato rimarrà un’azionista minoritario con una minoranza di blocco, nell’ambito di una quadro azionario multiplo”. Nelle trattative, infatti, è previsto l’ingresso di Dcns, altro costruttore navale militare che la Francia controlla con il 62%, e secondo alcune indiscrezioni anche degli armatori Msc e Royal Caribbean.

L’approccio di Hollande, e della Francia in genere, a qualcuno è risultato però poco coerente: “Ora mentre Bollorè cinge d’assedio Mediaset e Lactalis si mangia tutta Parmalat, Il presidente Hallande invoca per Parigi una ‘minoranza di blocco’ nei cantieri Stx, raro colpo italiano in terra francese. Facendosi beffa delle norme Ue, del principio di reciprocità e di quel minimo di coerenza”, ha scritto Francesco Spini su La Stampa.

LE PAROLE DEL MINISTRO

A chiarire nei giorni scorsi la posizione del governo francese è stato il ministro dell’Industria, Christophe Sirugue: “Lo Stato francese intende mantenere il suo fiore all’occhiello, Fincantieri intende acquistarlo”, ha commentato. “Noi avremmo difficoltà a dire di no a un gruppo industriale europeo, ma intendiamo mantenere il sito, l’indotto e il know how. È su questa base che si farà la discussione”, ha proseguito il politico.

COSA CAMBIEREBBE PER FINCANTIERI

Grazie alle strutture e ai prodotti francesi Fincantieri potrebbe ampliare la sua offerta, consolidarsi sul versante militare, oltre che sulle navi da crociera, ed essere così più competitiva nei programmi di rinnovo delle flotte dei Paesi interessati. Avvicinarsi cioè al suo obiettivo di costituire il più grande costruttore europeo di navi, una sorta di Airbus dei mari.

Secondo Kepler Cheuvreux il deal potrebbe far salire il rapporto debito/ebitda 2017 di Fincantieri da 1,8 volte a 3,4 volte, un livello che potrebbe ulteriormente limitare la flessibilità finanziaria del gruppo. Ma – fa notare MF/Milano Finanza – l’acquisizione “aumenterebbe i ricavi di Fincantieri del 25%, mentre l’impatto positivo sull’ebitda e sull’ebit sarebbe del 20% e del 17% con un leggero miglioramento anche dell’utile per azione”.

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