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Cosa ci fanno insieme a Roma un trevigiano, una reggiana e un anconetano? Semplice, la amministrano. Il recentissimo arrivo in Campidoglio del nuovo direttore generale Franco Giampaoletti conferma una tendenza ormai in atto da mesi: il progressivo e sempre più marcato ricorso da parte di Virginia Raggi a figure di provenienza non romana per riempire i posti lasciati vacanti all’inizio della sua esperienza da sindaco o che, nel frattempo, sono stati abbandonati dai responsabili originari.

“GLI STRANIERI” NELLA GIUNTA RAGGI

Dei 9 membri che compongono la squadra di assessori di Virginia Raggi 3 hanno vissuto e lavorato lontano dalla città eterna fino alla chiamata in Campidoglio. Si tratta dell’imprenditore veneto Massimo Colomban che, dopo l’addio di Marcello Minenna, ha assunto la delega alle società partecipate, dell’esperta di rifiuti Pinuccia Montanari – divenuta assessore all’Ambiente a seguito del passo indietro della contestatissima Paola Muraro – e di Adriano Meloni, che però segue le attività produttive fin dall’insediamento della giunta pentestallata a Roma. Peraltro, l’ex amministratore delegato di Expedia Italia – arrivato in Campidoglio forte di un legame decennale con la Casaleggio Associati – nella Capitale ci è anche nato, nonostante gli studi universitari e poi il lavoro lo abbiano ben presto portato lontano, come il suo accento suggerisce. Ci sarebbe poi anche il caso dell’assessore alla Semplificazione Flavia Marzano, nata a Savona ma romana d’adozione, considerato che nella città eterna si è pure diplomata.

IL DIRETTORE GENERALE MARCHIGIANO

Viene da Ancona il penultimo arrivato in Campidoglio (l’ultimo è invece il nuovo assessore all’Urbanistica, il romano Luca Montuori). E’ Franco Giampaoletti che nella riunione di giunta dello scorso 3 marzo è stato nominato direttore generale del Comune di Roma. Laureato in giurisprudenza all’università di Macerata, ha a lungo lavorato nel settore delle risorse umane prima di assumere nel 2015 il ruolo di city manager a Genova nell’amministrazione guidata dall’arancione Marco Doria. Un’esperienza durata poco più di un anno, fino al dicembre scorso quando è diventato direttore delle aree di servizio di Unicoop Tirreno. Pochissimi mesi ed ecco l’ultimo trasferimento, che lo ha portato a Roma, alla corte di Virginia Raggi.

L’ASSESSORE CHE SIMPATIZZA PER L’INDIPENDENZA VENETA

Il caso più emblematico è rappresentato da Massimo Colomban, considerato un amico del MoVimento 5 Stelle e soprattutto della Casaleggio Associati, spedito a Roma in uno dei momenti più difficili per Virginia Raggi: a seguito del cosiddetto dimissioni day, quando nell’arco di 24 ore lasciarono il Campidoglio l’ex assessore al Bilancio Minenna, l’ex capo di gabinetto Carla Raineri e i vertici di Ama e Atac. Secondo i detrattori dell’amministrazione pentastellata, il simbolo del commissariamento deciso ai danni del sindaco da Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Simpatizzante dell’indipendentismo veneto e connotato da forti posizioni anti-euro, Colomban è stato considerato anche in lizza per il ruolo di vicesindaco dopo la retrocessione di Daniele Frongia (poi il ruolo è stato invece assegnato a Luca Bergamo). La delega che gli è stata affidata è tra le più delicate: la gestione di quel ginepraio che sono le aziende municipalizzate del Comune di Roma che vantano decine di migliaia di dipendenti e centinaia di milioni di debiti. In un recente video su Facebook, Colomban ha annunciato la loro riduzione, dalle oltre trenta che esistono attualmente a non più di dieci o dodici. Un piano che si attende ora venga messa nero su bianco.

L’ASSESSORE (REGGIANO) CON UN PASSATO NELLE GIUNTE DI CENTROSINISTRA

Provenienza emiliana, invece, per l’attuale assessore all’Ambiente, entrata in giunta poco prima di Natale dopo le dimissioni di Paola Muraro. Una storia – quella di Pinuccia Montanari – lontana da Roma e pure dal MoVimento 5 Stelle. Nelle sue precedenti esperienze, infatti, è stata assessore prima a Reggio Emilia – la sua città natale – con l’allora sindaco Graziano Delrio e poi a Genova con Marta Vincenzi. Due amministrazioni a guida Pd dopo le quali si è spostata e molto non solo dal punto di vista geografico, fino ad accettare l’offerta arrivata da Virginia Raggi.

L’UOMO OMBRA (CHE ARRIVA DA GENOVA)

C’è poi un’altra figura – che arriva sempre da fuori Roma – che nell’amministrazione Raggi sta svolgendo un ruolo sempre più incisivo. Non un assessore, ma qualcosa di non così dissimile considerata l’importanza della partita che sta seguendo. Si tratta dell’avvocato genovese Luca Lanzalone che – dopo essere andato in soccorso del sindaco pentastellato di Livorno Filippo Nogarin – è arrivato a Roma con il compito di occuparsi della questione dello stadio. Un ruolo che si appresta a essere ufficializzato, come ha confermato martedì Raggi rispondendo a un’interrogazione presentata dalla capogruppo Pd in Assemblea Capitolina Michela Di Biase“L’avvocato Luca Lanzalone il 10 febbraio ha depositato una comunicazione con la quale veniva da me incaricato di seguire alcune vicende in particolare quella della società Eurnova e quindi dello stadio. E specificava che questa collaborazione si sarebbe formalizzata mediante un accordo con l’assessore all’Urbanistica, che però poi si è dimesso, quindi non ha potuto trovare formalizzazione. La troverà a breve appena il nuovo assessore, i cui atti saranno formalizzati nelle prossime ore o direttamente domani, procederà a questa formalizzazione“. L’ennesimo non romano, dunque, che entra nei gangli della macchina amministrativa del Campidoglio.

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