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I nomignoli al riguardo già si sprecano: da “legge attira-ricchi” a “norma pro-Paperoni” passando per “regime acchiappa-miliardari”. Questo proliferare di etichette ha già fatto storcere il naso al Ministero dell’Economia e delle Finanze, se è vero che proprio da lì è arrivata la precisazione secondo la quale si tratta soltanto di misure tese ad attirare lavoratori altamente qualificati (manager e imprenditori) senza alcuno sconto sulle imposte da pagare in Italia. Stiamo parlando dell’articolo presente nel Ddl di Bilancio trasmesso dal Governo alla Camera, e in particolare nel paragrafo “Attrazione degli investimenti”, pensato per istituire un regime fiscale favorevole ai cosiddetti “residenti non domiciliati”.

COSA PREVEDE LA NORMA

Come spiegato dal Sole24Ore – che per primo aveva anticipato la notizia il 14 ottobre scorso parlando di “regime per attrarre Paperoni” -, il provvedimento prevede l’istituzione di un’imposta sostitutiva di 100mila euro all’anno per quelle persone fisiche (stranieri o italiani) che risiedono fiscalmente da almeno 9 anni fuori dall’Italia e decidono di trasferire qui la loro residenza in virtù del nuovo regime. Altri 25mila euro annui saranno chiesti per ogni familiare, a prescindere dai redditi percepiti. La tassa forfettaria riguarda soltanto i redditi realizzati fuori dall’Italia, mentre non viene applicata alle plusvalenze realizzate per la cessione di partecipazioni qualificate (che continueranno a essere tassate secondo il Testo unico delle imposte sui redditi) per i primi 5 anni di residenza in Italia.

LA POSIZIONE DEL MEF

Davanti alle prime indiscrezioni circolate sui media, il Mef nei giorni scorsi ha voluto fare chiarezza sul tema negando che si tratti di una “norma pro-Paperoni” e ricordando che non è previsto alcuno sconto per le imprese e le persone operanti in Italia così come per quelle imprese che vogliono dall’estero avviare l’attività in Italia. Dal Ministero si è fatto notare che si tratta di un regime allineato a quanto già previsto in Francia, Spagna, Portogallo e soprattutto Regno Unito, specificando che l’incentivo della tassa annua da 100mila euro ha una durata di 15 anni, è soggetto ad interpello preventivo e può essere utilizzato soltanto da coloro che siano residenti all’estero per almeno 9 degli ultimi 10 anni antecedenti il rientro in Italia. Inoltre, a gestire l’intera procedura sarà l’Agenzia delle Entrate che provvederà anche al monitoraggio della sua attuazione.
Il Ddl Bilancio, hanno aggiunto dal Mef, contiene una serie di norme tese ad attirare capitale umano in Italia, in un momento storico nel quale molte imprese internazionali stanno considerando dove localizzare i propri ‘cervelli’, soprattutto in conseguenza della Brexit.

DA DOVE NASCE L’IDEA

Se c’è qualcuno che si è speso pubblicamente per questa norma, è sicuramente lo studio legale internazionale DLA Piper che in Italia opera nelle sedi di Milano e Roma. In particolare, l’avvocato Antonio Tomassini, responsabile del dipartimento fiscale italiano ed european tax disputes team, da un circa un anno invoca interventi del governo per favorire l’attrazione di capitali esteri in Italia, insieme all’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate e ora nello staff di DLA Piper, Antonio Martino. “L’idea di fondo – spiega l’avvocato Tomassini a Formiche.net – consiste nel portare in Italia capitali di persone molto ricche le quali senza questo regime favorevole non avrebbero mai trasferito la loro residenza, e quindi i loro soldi, nel nostro Paese. Sui redditi prodotti fuori Italia, questi manager o grandi imprenditori pagheranno solo la tassa forfettaria di 100mila euro all’anno, fatta eccezione per le plusvalenze su cessioni di quote. Ma nulla viene scontato a chi farà impresa o consulenza in Italia”. Insomma, fa notare il professionista di DLA Piper, la norma punta ad attrarre risorse che altrimenti non si sarebbero mai viste da queste parti. “Si tratta – continua – di un regime molto simile al ‘resident not-domicile’ presente nel Regno Unito e che ha permesso di attirare a Londra un elevato numero di magnati internazionali”. Oltre alla tassa forfettaria, l’avvocato Tomassini precisa che “ci sarebbe la possibilità di nuovi investimenti; questi super ricchi potrebbero comprare casa nel nostro Paese, avviare operazioni commerciali, dare un notevole incentivo ai consumi”.

IL RUOLO DEL SOTTOSEGRETARIO NANNICINI

Decisivo nel portare avanti questa norma il ruolo giocato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini (nella foto). L’economista consigliere del premier Matteo Renzi si è speso in prima persona in questa direzione, tanto da avere annunciato nel luglio scorso a Bloomberg un piano del Governo per rendere più attrattivo il nostro Paese nei confronti degli investimenti esteri con un pacchetto di riforme pensato proprio per i Paperoni stranieri, da attirare con un regime fiscale “simile allo stato dei residenti non domiciliati del Regno Unito”.

Ecco come il governo pensa di attirare i Paperoni esteri in Italia

I nomignoli al riguardo già si sprecano: da “legge attira-ricchi” a “norma pro-Paperoni” passando per “regime acchiappa-miliardari”. Questo proliferare di etichette ha già fatto storcere il naso al Ministero dell’Economia e delle Finanze, se è vero che proprio da lì è arrivata la precisazione secondo la quale si tratta soltanto di misure tese ad attirare lavoratori altamente qualificati (manager e…

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