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Era nell’aria e ora è certo: è scontro totale tra l’attuale gestione di Carige, che vede al comando l’amministratore delegato Guido Bastianini (nella foto), e il fondo statunitense Apollo capital management, proprietario delle ex assicurazioni della banca che ora si chiamano Amissima. Ecco tutti gli ultimi dettagli sulla diatriba.

L’ULTIMO AFFONDO

L’ultimo ad andare all’attacco è stato proprio il fondo americano, che in una durissima nota pubblicata venerdì sera si è detto pronto a domandare all’istituto di credito genovese controllato dalla famiglia Malacalza, in sede civile, un risarcimento danni da “centinaia di milioni di euro” che si andrebbe, tra l’altro, ad aggiungere ai 200 milioni di indennizzo legati al mancato rispetto dell’accordo di “bancassicurazione” a suo tempo stipulato tra Carige e Amissima assicurazioni.

L’OGGETTO DELLA CONTESA

Al centro dello scontro ci sono due episodi che per Carige hanno rappresentato il punto di partenza per proporre ai propri soci, convocati in assemblea il 28 marzo a Genova, una azione di responsabilità verso l’ex ad Piero Montani e l’ex presidente Cesare Castelbarco Albani, oltre che all’ex numero uno Giovanni Berneschi. Il primo episodio riguarda la cessione ad Apollo delle partecipazioni in Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova, poi diventate Amissima, e la definizione degli accordi di distribuzione dei prodotti assicurativi di tali società. In estrema sintesi, secondo le accuse mosse oggi da Carige, gli ex vertici vendettero quando non ce n’era più bisogno e per di più a un prezzo basso. Il secondo episodio riguarda, a detta di Carige, “diversi comportamenti tenuti da soggetti riferibili al gruppo Apollo tra il novembre 2015 e il marzo 2016 che, pur tra loro distinti, sono apparsi legati dal perseguimento di un unico scopo: quello dell’appropriazione da parte del fondo, a condizioni economiche di estrema speculazione, di asset di Carige e di una partecipazione maggioritaria al capitale della medesima”.

LA REAZIONE DEL FONDO AMERICANO

Ma Apollo proprio non ci sta. E nella durissima nota di venerdì sera tiene a sottolineare che la vendita delle assicurazioni avvenne tramite procedura d’asta e fu approvata “all’unanimità” dal cda “con il voto favorevole anche dei consiglieri che oggi siedono nell’attuale consiglio di amministrazione, nonché a seguito di una specifica fairness opinion resa dal prof. Gualtieri”. Perciò, si aggiunge, “è del tutto infondata la tesi che vi sia stata qualsivoglia ‘collusione’ tra Amissima o Apollo e i vertici di banca Carige”. E ancora: “Le offensive affermazioni contenute nella relazione degli amministratori (predisposta appunto in vista dell’assemblea chiamata a votare l’azione di responsabilità, ndr) in tal senso sono prive della benché minima prova, e non potrebbe essere altrimenti per il semplice fatto che tali prove non esistono.

LE CONCLUSIONI DI AMISSIMA

Amissima – conclude la nota – “ritiene che le allegazioni contenute nella relazione degli amministratori siano sostanzialmente temerarie, oltre che gravemente fuorvianti per gli azionisti, ed è convinta che se detti azionisti voteranno in favore della continuazione dell’azione giudiziale pendente, vi potrebbe essere il rischio di gravi conseguenze economiche pregiudiziali per la banca, per il suo azionista di controllo ed per i suoi amministratori”. La parola ora passa innanzi tutto all’assemblea dei soci di Carige del 28 marzo. Ma non sembra si possa escludere che a dirimere la controversia possa anche essere chiamato un tribunale.

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