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Incontrando il gruppo parlamentare del proprio partito, ieri Recep Tayyip Erdoğan ha avuto parole di miele nei confronti dei miliziani di Hamas. Altro che terroristi, secondo il presidente turco i combattenti di Hamas “sono combattenti per la libertà” come lo furono le forze rivoluzionarie turche che negli anni Venti del Novecento combatterono per l’indipendenza del Paese. Non pago, ha annunciato che sabato riceverà ad Istambul con tutti gli onori il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniye.

Non una riga è stata scritta a riguardo dei giornali italiani: quello che sappiamo, lo sappiamo grazie alle meticolose cronache di Mariano Giustino su Radio Radicale. Il collegamento dell’autocrate turco (“un dittatore”, secondo Mario Draghi) con l’organizzazione terroristica palestinese legato a filo doppio alla teocrazia iraniana sciita non è cosa recente. A quanto risulta, la Turchia sostiene economicamente Hamas sin dal 2011.

Erdogan non ha mai speso una parola per le vittime del pogrom del 7 ottobre, mentre subito dopo ne ha spese assai in favore di Hamas. “Israele è uno Stato terrorista che finirà per farci rimpiangere Hitler”, ha detto a fine dicembre. E, a scanso di equivoci, lo scorso 9 marzo ha chiarito: “Nessuno può indurci a descrivere Hamas come un’organizzazione terroristica. La Turchia è il Paese che parla apertamente di tutto con i leader di Hamas e li sostiene fermamente”.

Si sa che Erdoğan, in spregio al laicismo di Kemal Atatürk, ha islamizzato la Turchia. Si sa che è il principale sostenitore di Putin, consentendo alle merci occidentali di aggirare le sanzioni a Mosca triangolando con i porti turchi. Si sa che, al pari della Cina e della Russia, è spinto da una visione imperialista (neo ottomana). Si sa che ha perseguitato e perseguita il popolo curdo.

Si sa che ha spinto l’Azerbaigian a dare la caccia agli armeni del Nagorno Karabakh. Quel che non si sa, o meglio non si capisce, è come possano i Paesi dell’Alleanza Atlantica, di cui la Turchia è un membro illustre, continuare a far finta di nulla. Sarà pure realpolitik, ma non è facile da mandar giù.

Erdogan si schiera con Hamas nel silenzio della Nato. Il corsivo di Cangini

Erdoğan definisce i terroristi di Hamas dei “combattenti per la libertà” e ne riceverà a Istambul il capo dell’ufficio politico. Non solo ha islamizzato la Turchia, ma è il principale sostenitore di Putin, consentendo alle merci occidentali di aggirare le sanzioni a Mosca triangolando con i porti del suo Paese. Non si capisce però come possano i paesi dell’Alleanza atlantica, di cui la Turchia è un membro illustre, continuare a far finta di nulla. Il corsivo di Cangini

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