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Dopo aver girato intorno alla cometa 67P, grande circa 3,5 chilometri per 4 chilometri nei punti di massima estensione, per ben 786 giorni, ieri la sonda Rosetta dell’Agenzia spaziale europea (Esa) ha terminato la sua missione. Rosetta ha toccato la superficie della cometa alle 12 e 39, ora italiana, atterrando 90 secondi prima del previsto e a 44 metri di distanza dal punto individuato.

Subito, come previsto, il computer di bordo e tutti gli strumenti si sono spenti, dopo avere inviato a Terra le immagini più ravvicinate mai viste del suolo della cometa. Rosetta ha inviato anche dati su gas e polveri vicini al suolo, che potrebbero contenere informazioni preziose per ricostruire le origini del Sistema Solare e, forse, per scoprire molecole alla base dei mattoni della vita.

Il viaggio interplanetario di Rosetta ha avuto inizio, in realtà, molto prima. Il satellite, infatti, ha percorso oltre 7,9 miliardi di chilometri, in un arco di tempo pari a 12 anni, due dei quali intorno a una cometa che emette di continuo frammenti di ghiaccio, polveri e gas che hanno messo a dura prova i suoi sistemi. P67 fu scoperta nel 1969 e solo nei primi anni duemila è stata selezionata come obiettivo della missione di Rosetta. La sonda deve il suo nome alla stele di Rosetta, la lastra di pietra che permise di decifrare i geroglifici degli antichi egizi. L’Esa ha deciso di prendere in prestito il noto nome perché si sperava che la sonda ormai in pensione potesse aiutare a comprendere i fenomeni che resero possibile la formazione del nostro sistema solare.

I ricercatori dell’Esa hanno deciso di porre fine alla missione di Rosetta dopo aver tenuto conto dei costi e dei benefici che l’Agenzia avrebbe affrontato qualora il viaggio fosse proseguito. Continuando a viaggiare intorno alla cometa 67P Rosetta si sarebbe allontanata ulteriormente dal Sole, attraverso l’orbita di Giove, a una distanza tale da non poter più raccogliere luce a sufficienza con i suoi pannelli solari per alimentare i sistemi di bordo. A ottobre, poi, le cose si sarebbero complicate ulteriormente quando il Sole si sarebbe interposto tra la Terra e Rosetta, riducendo notevolmente le possibilità di comunicare con la sonda e di ricevere nuovi dati.

Il punto in cui è avvenuto il contatto tra Rosetta e la superficie della cometa è stato rintracciato nella regione denominata Ma’at, sul lobo più piccolo della cometa. Gli strumenti montati su Rosetta, fotocamere comprese, hanno lavorato fino all’ultimo per registrare dati da una posizione privilegiata, prima che la sonda finisse contro 67P. Rosetta, durante fase di atterraggio, non ha visto Philae, il lander che si era portata dietro dalla Terra e che aveva poi sganciato nel 2014 per farlo atterrare sulla cometa.

Come programmato, dopo l’arrivo sulla superficie, Rosetta ha smesso di comunicare con la Terra. La sonda è stata programmata per spegnere tutti i suoi sistemi al momento del contatto con la cometa, trasmettitore compreso, come vogliono le regole stabilite dall’Esa e delle altre agenzie spaziali, per ridurre le interferenze radio nello spazio profondo ed evitare di disturbare le altre strumentazioni per le ricerche spaziali.

Rosetta può essere considerata la missione spaziale dell’Esa, degli ultimi tempi, di maggior successo. Il costo complessivo ammonta a 1,4 miliardi di euro, cifra che comprende tutte le spese affrontate in un periodo di 20 anni, dalla progettazione della missione alla sua esecuzione, costruzione degli strumenti, della sonda e del lander compresa.

Rosetta, tutti i dettagli della missione da record

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