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La petroliera “Seadelta” battente bandiera maltese e proveniente dal porto di Trieste alle 23:00 di mercoledì potrebbe aver iniziato a Ras Lanuf le procedure per imbarcare il primo carico di petrolio libico sbloccato dopo l’offensiva del generale Khalifa Haftar; il condizionale si usa perché le informazioni (non verificabili ma ritenute attendibili) parlavano del carico, ma a quanto pare i siti che monitorano costantemente il traffico marino non registrano variazioni di pescaggio.

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Domenica il capo militare dell’ala orientale libica ha lanciato un’operazione a sorpresa sui quattro principali terminal petroliferi della Libia: Ras Lanuf, Es Sider, Brega, Zuetina. I porti erano precedentemente sotto il controllo delle milizie Pfg, le guardie petrolifere guidate da Ibrahim Jatrhan. Le Pfg avevano sostanzialmente congelato gli scali, bloccando da oltre un anno gran parte dei commerci, ridotti a 290mila barili giornalieri a fronte di una potenzialità di oltre un milione. A luglio Jathran, che cura i propri interessi e ha più volte occupato posizioni pro-Est o pro-ovest, aveva chiuso un accordo attraverso il quale avrebbe concesso (in cambio del pagamento dello stipendio dei suoi uomini) la riapertura dei porti. La Noc, la società nazionale del petrolio, aveva espresso preoccupazione per questa intesa: in una lettera aperta uscita a luglio, il presidente Mustafa Sanalla, aveva scritto che la disponibilità del capo del consiglio presidenziale filo Onu Fayez Serraj a trattare con Jadhran potrebbe essere stato motivo per la NOC di ritirare il proprio sostegno al GNA. Motivo: “Essa stabilisce un terribile precedente e incoraggerà chiunque può mettere insieme una milizia a chiudere un oleodotto, un giacimento petrolifero, o un terminal, per vedere cosa si può estorcere” spiegava Sanalla.

Martedì la Noc, mentre le nazioni occidentali (Stati Uniti, Francia, Spagna, Italia, Germania, Regno Unito) che si occupano del dossier-Libia condannavano l’azione di Haftar, aveva annunciato di voler iniziare “immediatamente” il lavoro per riavviare le esportazioni. “Accogliamo con favore le dichiarazioni del Forze armate libiche (Lna) alleate con la Camera dei rappresentanti (HoR) e il suo presidente Aguila Saleh, che i porti devono essere posti sotto il controllo della NOC”, ha detto Sanalla, dicendosi fiducioso del fatto che si potranno subito raggiungere i 600mila barili al giorno, per arrivare a 950mila nelle prossime quattro settimane, a fronte dei circa 290mila attuali. Appena il giorno dopo era già pronta la Seadelta, la cui destinazione finale non è nota (aziende emiratine che operano a Malta, dicono alcune fonti). Mercoledì Sanalla ha visitato lo scalo petrolifero di Zuetina, un sopralluogo per valutare gli interventi necessari. Il piano prevede che la Noc si occupi dei commerci, per poi girare i proventi alla Banca centrale libica che poi gestirà i soldi.

Una petroliera maltese partita da Trieste ha imbarcato il primo petrolio di Haftar?

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