Skip to main content

Sono in corso in Francia le eliminatorie per la designazione del candidato della sinistra per le elezioni presidenziali. Quello della destra, invece, è stato designato. Si tratta di François Fillon, già primo ministro di Sarkozy.

Più che a eliminatorie politiche sembra di assistere al concorso per l’elezione di miss France. Si presentano in tv, più o meno vestiti tutti uguali, dicono le stesse cose, con leggerissime diversità che la gente non capisce, hanno diritto di parola per 1-2 minuti (due gorgheggi e tre “mosse”) e stanno attentissimi a non litigare tra loro (troppo pericoloso). A questo gioco televisivo, per tre volte, parteciperanno in sette; quattro socialisti doc, Valls, Hamon, Montbourg, Peillon (già ministri a vario titolo di Hollande)un eco-socialista, de Rugy, una radicale di sinistra, Pinel (unica donna e anche lei ministro di Hollande) e un eco-centrista, presidente di un suo partito semi-inesistente (fronte democratico), Benahmmias.

I quattro socialisti, favoriti nel concorso, sembrano un po’ i quattro dell’ave Maria. Sono assieme (cospiratori, giovani leoni, traditori tra loro, giocatori dentro pieghe e risvolti del partito, rottamatori, a convenienza, ma soprattutto uomini di potere) già dal 2003, quando tentarono di formare il Nuovo partito socialista, sfidando i vecchi elefanti del partito, Hollande e Fabius in testa. Sono tutti “figli” di Jospin, ma con tendenze diverse, dalla sinistra socialista alla destra socialdemocratica.

Che prospettive hanno i candidati in queste elezioni? Nessuna, sembra. E da come si presentano sembra anche che ne siano consapevoli. Forse il gioco che hanno in testa è già un altro; quello di prendersi il partito per poi ricostruirlo e tentare di nuovo tra 5 anni, essendo tutti abbastanza giovani.

E il nuovo presidente? In Francia sono convinti che la partita sarà ridotta a tre possibili candidati: Le Pen (nazionalista), Fillon (destra, gollista) e Macron (centro-sinistra o destra, tecnocrate, figlio della finanza internazionale). Quello di cui non sembrano rendersi conto i socialisti candidati è che si è aperto uno scivolo che porterà il partito nel baratro. Forse hanno intuito il problema (tanto che stanno proponendo di cambiare il sistema elettorale da maggioritario a proporzionale), ma non ne hanno colto la gravità. La sinistra si sta organizzando in maniera autonoma e su di essa convergerà anche una buona fetta di ex socialisti. I socialdemocratici si faranno rappresentare da Macron, in un’ottica internazionalista. E lo spazio di rappresentanza politica importante sembra chiudersi qui.

Chi invece sembra aver capito la situazione è l’attuale presidente Hollande. Già a luglio, quando Macron si dimise dall’incarico di ministro dell’Economia per iniziare la corsa all’Eliseo, qualcuno sospettò che dietro a lui ci fosse anche il presidente (qui l’articolo di Formiche.net). Al secondo confronto televisivo tra i candidati socialisti il presidente non ha assistito; è andato a teatro. Al primo dibattito tra i sette, invece, era in missione in Africa. Insomma, non assiste neppure al confronto tra i candidati del suo partito, molti dei quali sono stati suoi ministri. E’ la prima volta che un presidente uscente non si ricandida per un secondo mandato. E allora perché questo palese disinteresse per la politica, per la continuazione della sua politica? O “cherchez la femme”(ritiro dorato a vita privata) o è molto più probabile che Hollande abbia capito che la storia del partito socialista sta finendo, anche per sue responsabilità, e abbia scelto di supportare, al momento opportuno e per quello che potrà, la nuova socialdemocrazia del giovane Macron.

Perché i socialisti in Francia sono sull'orlo del baratro

Sono in corso in Francia le eliminatorie per la designazione del candidato della sinistra per le elezioni presidenziali. Quello della destra, invece, è stato designato. Si tratta di François Fillon, già primo ministro di Sarkozy. Più che a eliminatorie politiche sembra di assistere al concorso per l'elezione di miss France. Si presentano in tv, più o meno vestiti tutti uguali,…

Donal Trump

Ecco i salutari effetti che avrà la politica fiscale di Donald Trump non solo negli Stati Uniti

Venerdì prossimo 20 gennaio avrà luogo l’insediamento di Donald Trump quale quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Inizierà così la cosiddetta “era Trump” che si preannuncia, stando almeno alle dichiarazioni della vincente campagna elettorale, ricca di sorprese, rivoluzionaria e antitetica rispetto alla politica adottata dal presidente uscente Obama. Basti pensare in proposito alle dichiarazioni di Trump sulla protezione dei confini,…

ANTONIO TAJANI

Antonio Tajani, la biografia completa del nuovo presidente del Parlamento europeo

Romano, cattolico, ex ufficiale dell'aeronautica, giornalista, ex commissario europeo, grande tifoso juventino e, soprattutto, per anni l'uomo di Berlusconi a Bruxelles: in sintesi, è questa la storia di Antonio Tajani, eletto oggi alla presidenza del Parlamento Ue. LA CARRIERA POLITICA DI TAJANI IN 74 FOTO Dopo il liceo al Tasso di Roma, la laurea in giurisprudenza e l'aeronautica, con specialità in…

Credo nell'Europa, ma l'Europa deve cambiare. Il discorso di Antonio Tajani a Strasburgo

"Credo nell'Europa, ma abbiamo bisogno di cambiare e di un Parlamento sempre più forte". Con queste parole oggi Antonio Tajani ha presentato la sua candidatura a presidente del Parlamento europeo. Un traguardo per lui più vicino dopo l'accordo siglato tra i popolari europei e i liberali dell'Alde. Infatti in serata è stato eletto, battendo l'altro italiano, il socialista Gianni Pittella.…

Tutte le zuffe tra D'Alema, Padoan, Prodi e Renzi su Mps

Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena da parte dello Stato continua a far discutere e a causare divisioni anche all'interno degli stessi partiti. Attacchi frontali, frecciate più o meno dirette e frasi sibilline si confondono e si ripetono in un clima di polemica che non accenna a rasserenarsi. L'ultimo di una lunga serie di esempi è l'intervista che…

Difesa BEPPE GRILLO Generali

Terna sarà pubblica al 100% con un governo Cinque Stelle. Parola di M5S

Terna deve essere pubblica? A questa domanda gli iscritti al Movimento 5 Stelle, che stanno votando da giorni sul programma in fieri sulla politica energetica, ha risposto in maggioranza sì. Hanno partecipato alla votazione 25.394 iscritti certificati. Hanno votato Sì in 24.310 e No in 1.084. Così, mentre giornalisti e intellettuali discettano sui congiuntivi alla Luigi Di Maio e sulle…

Ecco le larghe convergenze all’ombra della legge elettorale

Che la legge elettorale sia il tema dei temi per l’agenda politica nazionale non c’è ombra di dubbio. E che su tale terreno si getti la sorte dell’attuale e del futuro governo è, altrettanto, pacifico. Eppure alcuni elementi di “larghe convergenze” sembrano già molto chiari. Partiamo da Renzi. Le sue parole (tradotte) sono tutto un programma: il ballottaggio è l’unico…

VITROCISET

Cyber security, ecco i dettagli dell'alleanza fra Vitrociset e la belga Rhea

Alleanza Italia-Belgio nel settore cyber. Vitrociset, azienda ICT italiana attiva nei sistemi tecnologici “life & mission critical”, collaborerà con la divisione belga di Rhea, gruppo internazionale di aziende specializzate nell’ingegneria e che forniscono prodotti e servizi  alle più importanti organizzazioni nei settori spazio, sicurezza e difesa. L'ACCORDO Nell’ambito di un teaming agreement, le due aziende, Vitrociset e Rhea Group - si…

Barbara Carfagna: il cyber sta cambiando per sempre la politica

Spesso si definisce un'organizzazione o un'azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell'offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro. Persone che…

genitori, pediatri, germanellum, rappresentanza sindacale, stato, Giuliano Cazzola

Tempa Rossa, Federica Guidi e la giustizia alla guatemalteca

L’indagine su "Tempa rossa" si avvia verso una probabile archiviazione. Lo scandalo che ha fatto ballare il governo, provocato le dimissioni di un ministro, turbata la normalità di un nucleo familiare, sta svanendo come se fosse l’ombra di Banko (ovvero il ricordo ossessivo di un delitto che turba i sonni di Macbeth). Eppure quell’ episodio entrò (a bella posta?) nella…

×

Iscriviti alla newsletter