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Si è spento dopo una lunga malattia il professore Ennio Di Nolfo, storico docente alla Scuola di Scienze politiche Cesare Alfieri dell’Università di Firenze, dove insegnava dal 1978. Nato a Melegnano, nel milanese, laureato in Scienze politiche a Pavia nel 1953 aveva insegnato fino al ‘77 a Padova, per poi passare dalla Luiss di Roma prima di approdare all’ateneo fiorentino. Aveva 86 anni, una carriera universitaria prestigiosa che lo ha portato fino al titolo onorifico, ricevuto nel 2004, di Commendatore al merito della Repubblica italiana. Fino al 2014 è stato anche vice presidente della Commissione per la pubblicazione dei documenti diplomatici italiani. Un insegnamento incentrato sull’attento studio dell’attualità politica, animatore di ragionamenti e riflessioni anche sui social network: il suo profilo Facebook è inondato in queste ore di messaggi di ricordo, commozione e ringraziamento, di amici, studenti, ammiratori.

“Ho appena appreso con grandissimo sgomento della morte di Ennio Di Nolfo – commenta Marta Ottaviani, giornalista di Stampa e Avvenire, spesso inviata in Turchia – Dire che ne sono addolorata è riduttivo. Se n’è andato l’ennesimo, solido punto di riferimento accademico e culturale in questo Paese. Una persona abituata all’esercizio del ragionamento e dell’argomentazione. Sono tristissima”.

Di Nolfo aveva dedicato molti dei suoi studi alla storia delle relazioni internazionali: suo uno dei manuali di riferimento sull’argomento, “Storia delle relazioni internazionali dal 1918 ai giorni nostri”, Laterza 2008, testo di studio aggiornato quest’anno con un’edizione che parte dalla Guerra Fredda e arriva a focalizzarsi sul consolidamento del fondamentalismo islamico e alla difficile modernizzazione di Africa e Asia.

“Le persone vanno, le opere restano” commenta il ricercatore Ispi Arturo Varvelli. Il pensiero e le analisi del professore erano un passaggio imprescindibile per chiunque si confrontasse con la materia. “Come nessuno ci hai raccontato la storia delle relazioni internazionali e quella mia passionaccia che dura ancora oggi la devo anche a te e alla bibbia ‘Storia delle Relazioni Internazionali’. Ti ricordo anche in quel maggio del 2002 quando, assieme ai tuoi colleghi, mi aspettavi in piedi nell’Aula Magna di Via Laura”, è il pensiero di Pietro Batacchi, direttore della rivista specialistica RID. “Con la scomparsa di Ennio Di Nolfo, Firenze perde uno storico docente universitario, uno studioso appassionato e attento all’attualità politica, con riferimento particolare ai grandi e complessi scenari internazionali” ha scritto in una nota il sindaco di Firenze Dario Nardella, ex studente del professore.

Nelle sue ultime analisi pubblicate su Formiche.net aveva affrontato i maggiori temi dell’attualità politica globale: le conseguenze della Brexit, la minaccia terroristica in Europa, il ruolo dell’Italia in Libia, le sfide della Russia alla Nato, il ruolo della Turchia nel rapporto con l’Occidente.  “È sin troppo chiaro che dal punto di vista umanitario il respingimento dei profughi è una forma di barbarie, una risposta che rivela impotenza rispetto a una crisi imprevista ma prevedibile” scriveva affrontando il tema dell’immigrazione e la volontà dei paesi balcanici di costruire muri per isolare i flussi dalla Grecia: “Se la soluzione è questa, occorre dire che l’Unione europea non esiste più”. Era febbraio, ora la questione torna attuale con le ultime decisioni anglo-francesi riguardo Calais.

Addio a Ennio Di Nolfo, storico delle Relazioni internazionali

Si è spento dopo una lunga malattia il professore Ennio Di Nolfo, storico docente alla Scuola di Scienze politiche Cesare Alfieri dell'Università di Firenze, dove insegnava dal 1978. Nato a Melegnano, nel milanese, laureato in Scienze politiche a Pavia nel 1953 aveva insegnato fino al ‘77 a Padova, per poi passare dalla Luiss di Roma prima di approdare all'ateneo fiorentino. Aveva…

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