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Una riduzione delle sofferenze per le banche italiane. E’ la prima volta che succede dal 2008. Il dato, svelato da PwC nel corso della presentazione del consueto studio sull’Italian NPL market, dipende dalla spinta al deleverage promossa dalla BCE, che ha consentito all’esposizione delle banche italiane verso le sofferenze di scendere a quota 331 miliardi a giugno 2016 (-3% rispetto a fine 2015).

MENO SOFFERENZE PER LA BANCHE ITALIANE
“Il 2016 è stato caratterizzato da una situazione di incertezza politica che ha rallentato le transazioni – ha commentato nel corso della presentazione a Milano Fedele Pascuzzi, partner di PwC – ma, per l’effetto congiunto di numerosi fattori, si è registrata per la prima volta dopo 10 anni una riduzione del totale di Non Performing Exposures (NPE)”. Inoltre a fine giugno 2016, i gross bad loans, corrispondenti a circa il 60% del totale NPE, si sono attestati a 197 miliardi di euro e i valori netti a 84 miliardi, in diminuzione rispettivamente di circa 3miliardi e 5 miliardi dai livelli di fine 2015.

AUMENTO DELLE CESSIONI
Inoltre, un altro fenomeno di rottura rispetto al passato è l’aumento significativo delle transazioni e, “ove il jumbo deal di MPS dovesse chiudersi entro fine anno, il volume complessivo si attesterà nell’intorno di 43 miliardi – continua Pascuzzi – Per il 2017 ci attendiamo un aumento considerevole del volume di transazioni che avranno a oggetto sempre più portafogli di bad loans ipotecari e interesseranno anche gli unlikely to pay”. Un volume che dovrebbe toccare quota 50 miliardi.

LE SOFFERENZE IN PANCIA ALLE DIECI PRIME BANCHE ITALIANE
La situazione delle sofferenze nelle principali banche italiane è ancora poco virtuosa: le sofferenze nette sul patrimonio pesano per il 41% per Unicredit e per il 32% per Intesa. Mps è ovviamente a livelli fuori media, con sofferenze di poco superiori al patrimonio, e a seguire si piazza Banco Popolare con Bad Loan pari al 69% dell’equity, e Bper al 62%. Bnl ha il 52% di sofferenze e Ubi il 44%. Le banche più virtuose – insieme alle due maggiori – sono Cariparma (25%), Bpm (34%) e Credem (15%).

E LE PROSSIME MOSSE PER RAFFORZARE IL CAPITALE
Quanto alle prossime mosse, PwC ricorda che Unicredit sta cedendo un portafoglio di bad loan da 18 miliardi e pianificando una ricapitalizzazione multimilionaria a febbraio; Mps restaurerà la sua posizione patrimoniale attraverso la cessione di 27 miliardi in sofferenze e un aumento di capitale di 5 miliardi. Popolare e Bpm hanno approvato la fusione e a giugno la prima ha completato un aumento di capitale da 1 miliardo.
Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza stanno ugualmente considerando una fusione e la cessione dei loro portafogli di sofferenze. Inoltre, è ancora in corso la vendita delle quattro banche (Banca Marche, CariChieti, CariFerrara and Banca Etruria) salvate dal governo un anno fa con Ubi in corsa per l’acquisto.
Anche altre banche come Carige e Creval stanno considerando la cessione di portafogli tossici da 1,9 e 1,5 miliardi rispettivamente.

LE DIFFICOLTÀ PERSISTENTI 

In generale, il sistema bancario italiano continua ad affrontare difficoltà collegate alla qualità dell’attivo, all’adeguatezza patrimoniale e alla redditività. Nel 2016, i risultati degli stress test hanno evidenziato i problemi dei maggiori istituti bancari italiani e gli eventi recenti hanno messo in evidenza la complessiva fragilità del sistema.

PROSPETTIVE
Nel 2017 qualcosa migliorerà in ogni caso. Anche perché si dispiegheranno tutti gli effetti della GACS, già testata nel corso del 2016, e ci saranno nuove operazioni oltre a quelle già annunciate.
La Gacs è la Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze e appartiene alle misure messe in atto dal Governo, insieme al fondo Atlante, proprio per affrontare il volume monstre di Npe delle banche italiane. “Tuttavia, il ritardo nell’attuazione di tali riforme, le incertezze connesse al Referendum Costituzionale dello scorso 4 dicembre unitamente all’attesa di un potenziale intervento del fondo Atlante hanno comportato un volume di cessioni true sale inferiore a quello previsto”, dice ancora Pascuzzi.

POPOLARE DI BARI E LE ALTRE
A ottobre, è stata la Banca Popolare di Bari ha chiuso il primo processo di cartolarizzazione sponsorizzata GACS. Un’operazione considerata di successo, con la vendita delle obbligazioni junior e mezzanini cartolarizzate a Davidson Kempner tanto che altre banche hanno iniziato a guardare allo strumento per potersi sbarazzare dei propri portafogli di sofferenze. Anche Mps a fine ottobre ha annunciato che il suo piano di salvataggio passerà attraverso la cessione di 27,6 miliardi di bad loans attraverso la cartolarizzazione garantita dal Gacs. E altre probabilmente seguiranno.

Bper, Banco Popolare, Unicredit. Ecco le pagelle di PwC sulle sofferenze bancarie

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