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Diego Della Valle? “Spregiudicato”. Alberto Nagel? “Mi fido poco”. Renato Pagliaro? “Mi fido ma è più debole di Nagel”.

Sono alcuni dei giudizi di Giovanni Bazoli che – come ha svelato oggi il Fatto Quotidiano in un articolo di Gianni Barbacetto – sono contenuti nelle intercettazioni telefoniche realizzate nell’inchiesta della Procura di Bergamo su Ubi Banca (vicenda in cui il banchiere è indagato per ostacolo alla vigilanza e illecita influenza sull’assemblea sociale). E’ l’anno 2014 e in casa Rizzoli-Corriere della Sera c’erano tensioni tra i soci forti (Intesa, Fiat, Mediobanca, Tronchetti e Pesenti, in primis) e l’arrembante azionista Della Valle, critico verso gestione e strategia del gruppo allora capitanato da Pietro Scott Jovane.

Nei giorni in cui avvenivano le intercettazioni degli inquirenti, era in corso il tentativo da parte del nucleo forte dei soci, a partire da Mediobanca capitanata da Alberto Nagel e presieduta da Renato Pagliaro, di costituire una lista unica per il nuovo consiglio di amministrazione. Proprio Nagel cercava di coinvolgere in questa lista unica anche lo scalpitante imprenditore marchigiano, da sempre critico con Giovanni Bazoli, all’epoca presidente di Intesa Sanpaolo.

In una conversazione con il banchiere, il presidente di Fiat, John Elkann, dice: “Io condivido quello che hai detto loro (ossia Nagel e Pagliaro, ndr): se ci andiamo ad impegnare per un triennio, ci devono essere le condizioni di stabilità del vertice e anche l’interlocutore che ha creato più problemi in questo periodo deve prendere una posizione chiara”. Il riferimento implicito è al patron di Tod’s. Della Valle, secondo Bazoli, che rispondeva a Elkann, “è uno talmente spregiudicato che è pronto a qualunque passo… E Nagel a parole ci dà ragione, dice che è una persona totalmente inaffidabile, però con lui ha un altro discorso”. “A certe condizioni – aggiunge Bazoli – io sono anche disposto a incontrare di persona Della Valle, proprio perché mi fido poco di Nagel, ecco. Mi fido di Pagliaro, che però è più debole di Nagel”.

Ma dal 2014, anno a cui risalgono le intercettazioni, a oggi è cambiato tutto. Sì, perché, al termine di una lunga battaglia a colpi di offerte e rilanci tra Mediobanca, Andrea Bonomi, Unipol e Pirelli, da una parte, e Urbano Cairo, dall’altra, quest’ultimo ha avuto la meglio diventando primo azionista assoluto di Rcs. E chi c’era al fianco dell’editore di origine alessandrina per sostenerlo? Ma quell’Intesa Sanpaolo di cui oggi Bazoli è presidente emerito (nel 2014 era ancora presidente). Mediobanca, come detto, era accanto a Della Valle. Il che significa che forse Bazoli, in un certo senso, ci aveva visto lungo.

Giovanni Bazoli

Intesa Sanpaolo e Rcs, cosa pensa davvero Giovanni Bazoli di Nagel, Pagliaro e Della Valle

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