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Che impatto avrà la vittoria di Donald Trump sul centrodestra italiano? Il successo del magnate americano sembra aver fatto rialzare la testa alla parte più destrorsa e populista del centrodestra nostrano, con dimostrazione plastica alla manifestazione leghista di domenica scorsa a Firenze, dove Matteo Salvini si è candidato alla leadership. Al suo fianco aveva non solo Giorgia Meloni, ma anche Giovanni Toti, mentre Stefano Parisi era a una tappa del suo tour a Padova. Giriamo la domanda a Giovanni Orsina, politologo, ordinario di storia contemporanea alla Luiss, editorialista de La Stampa, da anni acuto osservatore del centrodestra italiano. “L’ala che a me piace chiamare “sovranista”, ovvero chi vuole recuperare la sovranità popolare contro la globalizzazione, dopo le elezioni Usa esulta e rialza la testa. Detto questo, la frattura con il centrodestra popolare, più moderato, quello che guarda al Ppe, era già in atto. Sì, forse la faglia si allargherà, ma Trump c’entra molto poco… Dubito che l’esperienza trumpiana possa essere esportata in Italia. La sua vittoria mette ancora più in risalto le divisioni italiane, ma non le determina”.

Per Salvini, Parisi non esiste. E anche Berlusconi sembra averlo mollato…

Parisi sconta due debolezze: da un lato essere stato incoronato da Berlusconi lo indebolisce ogni volta che il sostegno del Cavaliere viene meno, com’è accaduto in queste ultime ore; in secondo luogo l’ex manager incarna quel centrodestra moderato, liberale, europeista, che in Italia finora ha funzionato solo con Berlusconi. Parisi non riesce a fare notizia, non detta l’agenda, è troppo educato, non impone temi, al contrario di quello che riesce a fare Salvini.

Parisi dovrebbe essere un po’ più trumpista?

Per catturare l’attenzione del suo popolo forse sì. Trump ha dimostrato che è solo dicendo cose forti, al limite dell’insulto, che si fa breccia nei media e si rompe la glassa del politicamente corretto. Chiaramente tutto ciò non è nelle corde di Parisi, mentre Salvini e Meloni ci vanno a nozze.

Molti vedono similitudini tra Trump e Berlusconi…

Ce ne sono senza dubbio: essere un imprenditore che scende in politica, essere contro il sistema e l’establishment dominante, avere qualche conflitto di interessi. Attenzione però: si somigliano nella forma ma non nella sostanza, perché Berlusconi non è contro la globalizzazione, non è isolazionista, semmai il contrario. Il Cavaliere è molto più Reagan che Trump.

Torniamo a Parisi. L’ex manager non è riuscito a portare pezzi di Forza Italia dalla sua parte.

Che il partito gli avrebbe fatto la guerra era scontato. Forza Italia in questo momento è un partito allo sbando: aveva un grande leader egemone che ora però non è più in grado di esercitare quella funzione, ma è ancora lì. E aveva un ruolo di raccordo tra moderati ed estremisti che adesso non ha più. Fi deve ritrovare una sua identità politica smarrita, una strategia vincente. Invece sembra vivere alla giornata nell’incertezza ideologica. Il suo futuro dipenderà da come andrà il risultato del referendum e da quali modifiche verranno apportate all’Italicum.

Renzi, intanto, mira a prendersi proprio gli elettori smarriti di Forza Italia.

Qualcuno l’ha preso, ma la maggior parte no. Renzi non ha sfondato al centro, in questo senso finora ha fallito: gli elettori forzisti sono ancora lì, in attesa degli eventi e indecisi sul da farsi, in attesa di chiarezza e, forse, di un nuovo leader.

Che potrebbe essere Salvini?

Non credo, perché molti elettori moderati non condividono temi e toni del leader leghista. In questa fase si può dire che nel centrodestra e nel centrosinistra si scontrano forze di sistema e anti-sistema. Il problema è la variabile Cinque Stelle, che pesca voti di qua e di là.

Intanto a Padova è saltata la prima giunta Lega-Forza Italia del sindaco Massimo Bitonci…

Se dopo il referendum si tornerà a un sistema elettorale più proporzionale, Fi e Lega potranno anche presentarsi da soli. Se resterà l’impianto dell’Italicum, invece, come in passato, sono costrette a stare insieme. Anche a livello locale.

IL FOTO-RACCONTO DELLA CARRIERA DI STEFANO PARISI. GUARDA IL VIDEO

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