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Il governo britannico ha commesso un errore strategico espellendo per spionaggio l’addetto militare russo a Londra, il colonnello Maxim Elovik, in servizio all’ambasciata nella capitale britannica almeno dal 2012. A dirlo a Formiche.net è John Foreman, capitano di vascello della Royal Navy in pensione, che da ex addetto militare britannico a Kyiv (dal 2008 al 2011) e poi a Mosca (dal 2019 al 2022) ha profonda conoscenza del contesto in cui due anni fa la Russia ha dato luce verde all’invasione dell’Ucraina.

Ieri James Cleverly, ministro dell’Interno, ha annunciato un pacchetto di misure “per colpire e smantellare le operazioni di raccolta di intelligence russe nel Regno Unito”, tra cui l’espulsione dell’addetto militare, la revoca dello status di sede diplomatica a diverse proprietà russe e nuove restrizioni sui visti diplomatici russi. È il punto più basso delle relazioni dai tempi della Guerra Fredda?

Regno Unito e Russia hanno relazioni militari dal 1941, quando hanno iniziato a cooperare contro la Germania nazista. Da allora ci sono stati la Guerra Fredda, il tentato avvelenamento degli Skripal nel 2018 a Salisbury che ha rappresentato un brusco stop e poi l’invasione russa dell’Ucraina. Dopo 83 anni, abbiamo interrotto le relazioni e non so quando saranno ristabilite considerato che tutti gli addetti militari russi provengono dal Gru, l’intelligence militare.

Tutti?

Sappiamo che tutti provengono dall’intelligence militare. La Russia sa che lo sappiamo. Dire che è “non dichiarato” è in parte un modo per imbellettare le ragioni dell’espulsione. Credo che l’addetto militare sia stato l’agnello sacrificale considerato che le accuse mosse dal segretario Cleverly hanno poco a che fare con l’addetto militare.

Ha a che fare con quanto riportato dal Financial Times nei giorni scorsi riguardo gli avvertimenti delle agenzie d’intelligence europee ai governi sui piani russi di sabotaggi?

Credo sia una combinazione di cose, comprese l’eredità di Salisbury e le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina.

Questa espulsione servirà a fermare certe attività?

Non credo. Gli obiettivi politici rimangono gli stessi. I russi troveranno un modo, si riorganizzeranno come hanno fatto negli ultimi 4-5 anni e poi attaccheranno di nuovo.

Quindi, secondo lei il governo britannico ha commesso un errore?

Penso che i recenti casi di sabotaggio nel Paese siano stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma la Russia è un membro del P5, ha ancora il più grande esercito e il maggior numero di armi nucleari d’Europa. E la guerra in Ucraina continua. Per questo penso che tatticamente abbia avuto senso l’espulsione. Ma penso che strategicamente sia un errore.

Perché le relazioni militari sono così importanti, anche in questa situazione caratterizzata dall’invasione russa all’Ucraina?

Aiutano a comprendere meglio che cosa sta facendo la Russia e creano un canale di comunicazione tra ministeri della Difesa dei due Paesi. Inoltre, considerato il ruolo di Mosca nel panorama diplomatico, permettono anche di dialogare con altre nazioni, soprattutto fuori dalla Nato, come India e Pakistan.

L’espulsione riguarda l’individuo, non l’incarico. Quando si tornerà alla normalità?

Per inviare un altro addetto militare è necessario un accordo tra le due nazioni. Il problema sta qui. Rischiamo di non avere nessuno a Mosca in un momento in cui la Russia è in guerra e noi dobbiamo capire cosa stanno facendo le forze armate russe in Ucraina e come si stanno riformando.

La Russia ha annunciato una risposta “adeguata”. Come crede che reagirà?

Considerato anche ciò che può fare alla luce dei tre provvedimenti del Regno Unito, quasi sicuramente espellerà l’addetto militare britannico.

Il governo britannico si aspetta che i Paesi alleati seguano la sua mossa?

La domanda per Paesi come Francia, Italia o Germania è: vogliamo fare come il Regno Unito che espelle tutti i militari russi o pensiamo che sia meglio non fare nulla e gestire il rischio. Credo che non vorranno seguire Londra.

Oggi Vladimir Putin, pochi giorni dopo il quinto giuramento da presidente, ha celebrato il Giorno della vittoria dicendo all’Occidente che “la Russia farà di tutto per evitare uno scontro globale ma non permetteremo a nessuno di minacciarci”. Un messaggio a Londra dopo l’annuncio di ieri?

No, è stato un discorso standard per Putin, sulla Russia che è forte e non può essere minacciata. Poteva essere anche un discorso di un mese fa, o scritto con l’intelligenza artificiale.

 

(Nella foto: il colonnello Maxim Elovik, a sinistra, con il contrammiraglio Ian Lower, allora vicecapo di stato maggiore della Royal Navy – MOD)

Le relazioni militari tra Londra e Mosca sono ai minimi storici. Parla il capitano Foreman

Tatticamente l’espulsione dell’addetto nel Regno Unito ha senso ma strategicamente è un errore considerata la guerra in Ucraina, dice il capitano di vascello della Royal Navy, che ha servito nella capitale russa dal 2019 al 2022

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