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Che sta succedendo nel mondo dei diritti d’autore musicali? La Siae, società monopolista (ancora per poco?) nel campo dei copyright musicali, sembra essere finita sotto osservazione. Da una parte avanza in Parlamento delega al governo per il recepimento della direttiva Barnier, approvata nel 2014, con cui l’Ue punta a scardinare i monopoli nazionali sulla gestione dei diritti d’autore, tra cui quello musicali. Dall’altra l’Antitrust di Giovanni Pitruzzella due giorni fa è tornata all’attacco, auspicando quanto prima la fine del monopolio Siae e l’apertura del mercato ad altre società, tra cui la start up inglese Soundreef, che molti cantanti hanno già scelto, abbandonando la Siae.

L’ATTACCO DELL’ANTITRUST

Della necessità di aprire il mercato del copyright ad altri operatori si parla da tempo (la direttiva Barnier è del 2014). La delega per la ricezione della direttiva è ancora ferma al Senato, dopo un primo ok della Camera. Per l’Antitrust non è tuttavia tempo di mollare, tanto che due giorni fa il Garante della concorrenza è intervenuto direttamente sulla questione. Il mercato, ha detto in sostanza l’Autorità, deve essere al più presto aperto perché la Siae oggi rappresenta un monopolio che blocca la crescita di altre società. Per questo l’Autorità garante della concorrenza ha inviato al Parlamento e al governo un parere in cui esprimere i suoi rilievi.

ITALIA PRONTA PER UNA (VERA) LIBERALIZZAZIONE MUSICALE?

Il tema Siae è rimasto vivo anche in questi giorni, dal momento che, all’indomani del secco intervento del garante, lo studio legale Dike e la sua fondatrice Maria Francesca Quattrone hanno organizzato presso l’Università Luiss un dibattito sulla liberalizzazione del mercato musicale. Tra i presenti Davide D’Atri, amministratore delegato di Soundreef e lo stesso Pitruzzella. Quest’ultimo si è detto sostanzialmente ottimista su un pronto recepimento della direttiva e dunque di un’apertura del mercato. “Esistono le condizioni”, ha detto Pitruzzella nell’Aula della Luiss, “per la liberalizzazione del mercato anche in Italia. Spesso il monopolio toglie stimolo all’efficienza e aprire il mercato sarà utile anche agli autori, perchè tutto va pensato con riguardo ai detentori dei diritti”. Per il garante, tutto sta nel dare agli autori la possibilità di scegliere liberamente la società cui affidare i propri diritti. “La libera scelta degli autori è il cuore della direttiva europea, anche se nelle norme non viene escluso il monopolio”. Pitruzzella ha poi smorzato i toni sulla sortita contro la Siae, precisando come  “l’Antitrust non ha fatto nessun attacco: Il compito dell’Autorità non è solo sanzionare chi viola le regole, ma fare l’avvocato della concorrenza, promuovendo la liberalizzazione qualora questa porti benefici economici e tutele dei diritti”.

LE PUNZECCHIATE DELLA SIAE…

Ma cos’anno detto i diretti interessati, cioè Siae e Soundreef? Le due società si sono punzecchiate. La Siae, rappresentata per l’occasione da Luca Scordino, consigliere di gestione della società che fu guidata da Gino Paoli, ha sottolineato come nei fatti la direttiva Barnier “non escluda il monopolio, che non preclude lo sviluppo ma anzi aumenta l’efficienza”. Poi, l’affondo verso la società competitor: “Non posso certo impedire che gli artisti scelgano Soundreef per la gestione dei diritti, mi auguro che non avvenga, ma sono sicuro che quelli che sono andati via torneranno”, ha proseguito riferendosi al recente passaggio di artisti come Fedez e Gigi D’Alessio alla società creata in Inghilterra da Davide D’Atri. Secondo Scordino, “Le due società non sono comparabili: la Siae infatti non ha scopo di lucro ed è un organismo detenuto dai titolari dei diritti. Soundreef è utile per i grandi artisti, ma noi tuteliamo anche i deboli”.

…E QUELLE DI SOUNDREEF

Soundreef non starà certo a guardare, anzi cercherà di portarsi via altri artisti in orbita Siae. Il fondatore della società D’Atri ha fatto sapere che a breve  “annuncerà l’arrivo di altri grandi artisti. Il processo di liberalizzazione è inarrestabile: la posizione del ministro è sbagliata dal punto di vista legale perchè non si può impedire a un soggetto straniero di operare in Italia, la direttiva europea è chiarissima”. Il riferimento del manager è alla presa di posizione del ministro della Cultura, Dario Franceschini, che recentemente ha espresso parere contrario sulla fine del monopolio Siae.

L’OPINIONE DELL’ESPERTO

Della necessità di una liberalizzazione del mercato musicale è sembrato convinto anche Paolo Marzano, partner dello studio legale Legance. “Se si vuole creare un mercato musicale online gli autori devono poter scegliere dove andare”, ha spiegato l’esperto. “Ma per essere scelte le medesime società debbono farsi le spalle larghe e migliorare l’offerta”, ha concluso.

Cosa succede nel mondo del copyright musicale

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