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Caro direttore,

ufficializzate le liste per questa tornata elettorale amministrativa, ti comunicai la mia presenza a Napoli in quelle dell’UDC, a sostegno della candidata del centrosinistra Valeria Valente, napoletana, esponente parlamentare del PD. Ho cercato di svolgere al meglio il compito, ma il risultato non mi è stato favorevole, non lo è stato neppure per il mio partito, tantomeno per la coalizione e per il candidato sindaco come tu già sai. La sconfitta personale comunque è secondaria di fronte a quella dell’aspirante sindaco del centrosinistra e della coalizione intera.

Devo testimoniare che, tra limiti e virtù, la Valente ha svolto con impegno, serietà, sobrietà la sua missione. Avrebbe potuto facilmente conseguire un verdetto migliore, e oggi essere ancora in battaglia per affrontare il ballottaggio contro De Magistris al posto di Gianni Lettieri. Non è accaduto, perché in tanti, per insipienza, superficialità, ignavia, prepotenza, arroganza, o solo per stupidità hanno trascinato il centrosinistra al disastro. E oggi non avvertono neppure l’esigenza di passare la mano. Non è giusto che donne e uomini che si sono spesi generosamente, candidandosi, per sostenere la Valente devono subire l’onta della sconfitta a causa del fuoco amico, di comportamenti censurabili di qualche viceré e di alcuni regnicoli ancora in giro. Atteggiamenti insopportabili e discutibili. Nonostante tutto, per storica passione, ho contribuito tra tante difficoltà a fare la mia parte in una campagna elettorale sgangherata e rissosa. C’era la netta percezione che i rancori accumulati tra Bassolino, la Valente e la dirigenza del PD, nazionale e locale, durante il tempo che ha preceduto il confronto elettorale fossero ancora vivi in modo marchiano. Una condizione che ha vampirizzato tutti, in primis gli alleati, che hanno dovuto pagare un prezzo salatissimo a queste incredibili condotte. Sarebbe stato più giusto per l’UDC correre da sola o non correre proprio, vista la scarsa affidabilità di certi personaggi. Ma tant’è. Napoli continua a piangere.

Lo scenario non cambierà nelle due settimane che precederanno il ballottaggio. Da una parte De Magistris, con il suo velleitarismo anti-tutto, forse anche anti-se stesso, dall’altra Gianni Lettieri esponente civico di centrodestra che tenterà, se i mezzi di informazione locali e nazionali glielo consentiranno, di sviluppare i diversi capitoli del suo programma. Sì, perché fino ad oggi dei problemi veri di Napoli nessuno ha parlato in modo serio, soltanto alcuni accenni, ma non da parte di De Magistris, che come al solito è bravissimo solo ad elevare a dismisura i toni comiziali. Molti sperano in Gianni Lettieri: può ribaltare il risultato del primo turno, come cinque anni fa, proprio come fece De Magistris nei suoi confronti.

Valeria Valente

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