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Hillary Clinton vince facile nel Mississippi, confermandosi imbattibile al Sud, ma perde, sia pure d’un soffio, nel popoloso e post industriale Michigan, dove il senatore del Vermont Bernie Sanders la batte al termine d’uno scrutinio incertissimo (50% a 48%).

In campo repubblicano, invece, Donald Trump si impone in entrambi gli Stati, oltre che alle Hawaii, mentre Ted Cruz vince in Idaho. Questi i risultati di quello che viene definito dalla stampa Usa ‘mini Super Martedì’.

In termini di delegati, la sconfitta della Clinton in Michigan non è gravissima, perché i 148 delegati democratici dello Stato vengono ripartiti con la proporzionale, così come i 41 del Mississippi, dove l’ex first lady è sopra l’80%. A conti in corso, la Clinton supera i 1.200 delegati: più della metà di quanti servono a garantirsi la nomination (2.382) e oltre il doppio di Sanders, che, però, parla, a ragione, “di una notte fantastica”.

L’esito del voto nel Michigan indica, infatti, che la presa elettorale della ex first lady non è solo debole nel New England, ma anche nei Grandi Laghi e nel MidWest (all’inizio delle primarie, c’era stato un successo estremamente risicato nello Iowa). Mentre il messaggio di Sanders, che i sondaggi davano battuto, fa presa dove la crisi ha più lasciato il segno: del Michigan, si dice che la sua economia sia stata “rasa al suolo”. Come Stati vinti, c’è quasi equilibrio tra la Clinton e Sanders: sono 12 a 9.

In campo repubblicano, lo sconfitto è Marco Rubio, che finisce nettamente ultimo, anche dietro John Kasich, nel Michigan e pure nel Mississippi, mentre Cruz conferma la sua forza nel FarWest. Trump, a questo punto, s’è imposto in 14 Stati, Cruz in 7.

Rubio ha vinto solo due volte e minimizza: “Dipende tutto dalla Florida”, il suo Stato, dove si vota fra una settimana e dove, però, i sondaggi lo danno dietro Trump. Kasich in Michigan fa quasi pari con Cruz e continua a guadare al suo Stato, l’Ohio.

Sia in Florida sia in Ohio, le primarie del 15 marzo si svolgeranno con la regola che chi vince prende tutti i delegati.

Trump, invece, festeggia a modo suo, cioè con tracotanza: “Chi mi attacca cade”, dice dei rivali, riferendosi a Rubio, che da qualche tempo ne ha fatto il suo bersaglio principale. E bolla la Clinton come “un candidato difettoso”, che gli sarà “facile battere” all’Election Day.

I delegati repubblicani in palio sono 59 in Michigan, 40 in Mississippi, 32 nell’Idaho e 19 alle Hawaii e i conteggi per la ripartizione non sono ultimati. Come delegati, la corsa repubblicana è più aperta della democratica: il battistrada s’avvicina a quota 500, Cruz lo insegue sotto quota 400. Ma la maggioranza di 1.237 resta lontana.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

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