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Vagando sul web in questa mattina mi sono imbattuto in un video interessante e per me preoccupante. In una trasmissione televisiva si sono confrontati Umberto Galimberti e Pippo Corigliano, rispettivamente Filosofo e ex Portavoce dell’Opus Dei. Corigliano definisce Galimberti “sociologo”, e lo fa erroneamente, poiché Galimberti è un filosofo. Comunque, lo fa come se volesse definire una sorta di “offesa” o definire uno “stigma”.

Nella discussione Corigliano dice: “i sociologi sono pericolosi, penso alle volte”. Già questo accostamento tra “sociologia” e “pericolo” non è nuovo. Nel 2011, nel documento folle di Anders Behring Breivik, estremista di destra, fondamentalista cristiano, non saprei come altro definirlo, scrisse nel suo folle documento di ispirazione hitleriana, che la sociologia andava cancellata dall’accademia o sostituita con altre discipline o con altri riferimenti, tra cui la Bibbia.

Qui un estratto, in inglese, della follia di Breivik:

Students of sociology are taught how the public apparatus may be used (by deliberately manipulating statistics, and rejecting all aspects of biology) to portray and propagate a Marxist world view.

Any and all faculties of sociology in the European world (US/Europe) are therefore in many ways Marxist indoctrination camps where the students learn how to infiltrate public institutions and covertly contribute to change the character of society by presenting falsified reports and statistics.

Sociology is fundamentally anti capitalist and anti traditionalist (anti-nationalist, – patriarchal, – Christendom) and as such; anti-European by design. Furthermore, a large percentage (90%+) of sociologists refuse to acknowledge biology as relevant and instead proclaim that environment is the cause of all human behaviour.

In order to defeat one of the most devastating academic weapons of the cultural Marxists/multiculturalists, we must destroy/ban the discipline of sociology completely“.

Il ragionamento di base di Breivik è che la sociologia è una disciplina sovversiva e i sociologi “traditori” perché, attraverso il pensiero critico, concorrono a smontare lo status quo. Ovviamente nel definire un qualche cosa un pericolo si intende dire che va sconfitto: non ci discuti, non prevedi un confronto, non c’è dialettica, c’è solo e soltanto scontro e l’obiettivo è “destroy-ban”, cacciare, sconfiggere, distruggere.

La sociologia è quindi un nemico: lo è per chiunque voglia mantenere lo status quo. Si tratta di uno scontro vero e proprio tra chi usa la ragione e chi chiacchiera. E solitamente si tenta di mantenere lo status quo basandoci su chiacchiere, su “è sempre stato così” e su conoscenze grezze di senso comune. Per questo, in modi e tempi diversi, i conservatori attaccano la sociologia e i sociologi, poiché sono teorici del cambiamento, sono analisti delle trasformazioni e menti che si sforzano, ogni tanto, di ragionare anziché ciarlare.

 

Tutti contro la sociologia?

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