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Il vertice intergovernativo Italia-Romania tenutosi oggi a Villa Pamphilj ha messo l’accento su due elementi nelle relazioni fra Roma e Bucarest: che l’interesse per l’Italia in quella cerniera balcanica tra Ue e est è fortissimo e che la cooperazione bilaterale naturalmente si sposa con esigenze geopolitiche legate a difesa ed energia. Passaggi ampiamente ribaditi da Giorgia Meloni e Marcel Ciolacu, nella consapevolezza che quel Paese è ormai terra di notevole interesse per l’intera comunità dell’Ue che guarda alla geopolitica come metro di alleanze e partnership. Eventi nel Mar Nero e presenza dell’Italia sono due fattori strettamente connessi.

Qui Chigi

Giorgia Meloni ha messo l’accento su come il partenariato sia sempre più forte e destinato a crescere, “può dare linfa ai nostri rapporti e garantire crescita reciproca”. Si tratta di un appuntamento che secondo il presidente del Consiglio amplia la collaborazione in settori di interesse comune. “Abbiamo appena siglato una dichiarazione congiunta molto significativa che amplia la portata del nostro partenariato strategico”. Sono sette i documenti d’intesa, come la difesa, la cooperazione in materia di polizia, giustizia, start up, energia nucleare, cybersicurezza, turismo, protezione civile e formazione dei funzionari pubblici.

Secondo il primo ministro romeno, Marcel Ciolacu, vi è un forte potenziale per la cooperazione industriale su difesa e energia tra Italia e Romania, oltre che in altri settori.

Qui Farnesina

Tematiche che sono state al centro degli incontri dei singoli ministri, come quello tra Antonio Tajani e l’omologa rumena, Luminita Odobescu . “Vogliamo far fare un salto di qualità ai rapporti tra Italia e Romania , rafforzando e ampliando il partenariato strategico tra i due Paesi, rapporti che sono già attaccati da legami storici, culturali e linguistici molto profondi – ha osservato Tajani – esiste una grande sintonia tra Roma e Bucarest sui principali temi dell’agenda europea e internazionale”. Tra l’altro Odobescu, a proposito dell’iniziativa italiana di avviare una missione europea nel Mar Rosso, ha manifestato l’interesse della Romania di partecipare all’operazione Aspides. Tajani ha definito la Romania un importante partner economico-commerciale dell’Italia, grazie alla robusta sinergia delle filiere produttive dei due Paesi, auspicando “ulteriori collaborazioni in settori ad alto contenuto tecnologico, a partire dal compartimento difesa e sicurezza, e quello energetico”.

Qui Mit

Al contempo si è tenuto al Mit il bilaterale di Matteo Salvini con il suo omologo romeno SorinMihai Grindeanu, per discutere del pacchetto ”FitFor55” (contenente i regolamenti economici e sociali dell’Ue circa la lotta al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di gas serra), della cooperazione economica in materia di infrastrutture, di sviluppo delle Reti Ten-T in particolare per l’iniziativa dei Tre Mari, i corridoi di solidarietà per l’Ucraina e anche i divieti unilaterali austriaci al Brennero. Sul punto si segnala l’iniziativa del ministro Salvini che ha promosso l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Austria.

Rapporti bilaterali

Quanta domanda c’è di Italia in Romania e come intensificare i rapporti bilaterali? Secondo il senatore Raffaele Speranzon, vicecapoguppo di FdI e membro della commissione Esteri/Difesa del Senato, i rapporti commerciali tra Roma e Bucarest sono solidissimi e di lungo corso, da oltre un decennio l’Italia è prima tra i Paesi che investono in Romania per numero di aziende registrate. “Ci sono numerosi settori strategici nei quali potremmo intensificare la nostra presenza imprenditoriale – spiega a Formiche.net – come per esempio il settore agricolo e agroalimentare, quello infrastrutturale e dei trasporti, l’industria manifatturiera, che anche in Romania come in molti altri paesi ha risentito del rallentamento dovuto alla pandemia prima e ai diversi fronti di instabilità poi, l’energia”.

E osserva che l’Italia è stata tra i primi Paesi ad investire in Romania quando il mercato romeno si è aperto ai capitali stranieri 30 anni fa, ma ora è necessario intercettare le nuove opportunità che arrivano ad esempio dai fondi europei, sia i fondi strutturali che le risorse di Next Generation Eu. “Quella che era l’antica Dacia oggi ha una base industriale solida, programmi di ammodernamento delle infrastrutture e del sistema dei trasporti, disponibilità di risorse agricole, un’industria estrattiva e mineraria in crescita. Insomma la miseria, le ferite ed i danni procurati da decenni di comunismo oggi per fortuna sono un lontano ricordo. Le opportunità per le imprese italiane sono molte e il Governo le faciliterà col supporto di Ice, Sace, Simest, delle Camere di Commercio e degli enti locali”.

Orizzonte Balcani

Alla luce dell’importanza di Bucarest nel contesto europeo, come l’Italia può stringere maggiori relazioni anche guardando al tema della riunificazione balcanica? Il senatore veneto sottolinea che l’area balcanica è molto complessa, alcune divisioni etniche, culturali e religiose saranno sempre difficili da superare. “L’Italia, però, può giocare un ruolo importante nel processo di stabilizzazione e di pacificazione di questo pezzo di Europa, che pur non essendo interamente parte dell’Ue rientra a pieno titolo nella grande famiglia dei popoli europei. La Romania, a cui ci lega anche la comune origine latina della lingua, è la nazione più popolosa e tra le più stabili dell’area ed è sicuramente un partner fondamentale per l’Italia e l’Unione Europea in questo processo. Giustamente il governo – aggiunge – ha messo in cima alla propria agenda di politica estera il Piano Mattei e i rapporti con il grande continente africano”.

Difesa e sicurezza

Il vertice di Roma conferma l’attenzione del governo sul costone balcanico e sulla cintura dei Paesi più orientali dell’Ue, dove ci sono anche i nostri caccia Eurofighters: come prosegue l’impegno italiano anche alla voce difesa/sicurezza? Secondo il senatore meloniano è importante sottolineare la posizione strategica della Romania che dai Balcani si estende nella direttrice Ovest Est fino al Mar Nero. “Ecco perché la sicurezza dei nostri confini, la gestione dei flussi migratori, la lotta contro il terrorismo passano attraverso un solido rapporto di collaborazione anche militare e di intelligence con la Romania. In questo contesto si inserisce da qualche anno la nostra presenza nella base aerea di Costanza che ha visti schierati gli Eurofighters italiani con la Task Force Air Gladiator. Il Mar Nero – conclude – è un mare chiuso nel cuore che segna i confini dell’Europa ma che bagna le coste oltre che della Romania, e della Bulgaria, anche quelle di Ucraina, Russia, Turchia e Georgia. Quello che succede sul mar Nero ha evidenti ripercussioni globali e l’Italia con la propria presenza garantisce la sicurezza nazionale ed europea”.

Non solo scambi, l'amicizia tra Italia e Romania guarda i Balcani. Parla Speranzon (FdI)

“L’Italia può giocare un ruolo importante nel processo di stabilizzazione e di pacificazione di questo pezzo di Europa, che pur non essendo interamente parte dell’Ue rientra a pieno titolo nella grande famiglia dei popoli europei”, ha spiegato Speranzon (FdI) a Formiche.net. “La sicurezza dei nostri confini, la gestione dei flussi migratori, la lotta contro il terrorismo passano anche attraverso un solido rapporto di collaborazione anche militare e di intelligence con la Romania”

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