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Il mese scorso, i deputati di Fratelli d’Italia si sono astenuti sull’ordine del giorno presentato dalla responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, con il quale si chiedeva al governo di eliminare quella parte della legge Severino che prevede la sospensione dalle funzioni dei sindaci già dopo una condanna in primo grado. Forza Italia ha invece votato a favore e cosi ha fatto anche la Lega. Poteva essere un caso, sembra possa diventare un metodo.

Scrivono, infatti, Paola Di Caro e Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera oggi che la Lega e soprattutto Forza Italia non abbiano interpretato quel voto come un exploit estivo, ma intendano riproporre il tema del superamento della legge Severino alla riapertura dell’attività parlamentare. Oltre all’esclusione dell’incandidabilità per chi non sia stato condannato almeno in appello, l’obiettivo degli azzurri è quello di cancellare tout court la custodia cautelare per gli accusati di corruzione. E la Lega sarebbe d’accordo. Si annuncia, dunque, un interessante confronto all’interno della maggioranza sui temi del garantismo e del primato della politica.

Che non sarà facile trovare un accordo lo sanno tutti quelli che conservano minimo di memoria storica. Dei referendum sulla giustizia promossi nel 2022 dalla Lega e dei Radicali, Fratelli d’Italia non ne sostenne due. “La proposta referendaria sulla carcerazione preventiva, al di là delle condivisibili motivazioni, impedirebbe di arrestare spacciatori e delinquenti comuni che vivono dei proventi dei loro crimini, e noi vogliamo fermare la criminalità senza se e senza ma – disse Giorgia Meloni -. Allo stesso modo l’abolizione della legge Severino significherebbe un passo indietro nella lotta senza quartiere alla corruzione e oltretutto rischierebbe di dare il potere ad alcuni magistrati di scegliere quali politici condannati far ricandidare e quali interdire dai pubblici uffici. Per la destra italiana, da sempre, la sicurezza e la lotta alla corruzione sono valori non negoziabili”.

Tuttavia, da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Negli anni trascorsi all’opposizione, Fratelli d’Italia si è caratterizzata come la forza politica del centrodestra meno garantista e più incline al giustizialismo. Ma la scelta di indicare nel liberale garantista Carlo Nordio il “proprio” ministro della Giustizia ha segnato un punto di rottura. Dall’abolizione dell’abuso d’ufficio alla separazione delle carriere, il partito di Giorgia Meloni ha subito una palingenesi non scontata ai propri esordi. Se l’offensive di Forza Italia e Lega sulla legge Severino dovesse trovare la disponibilità di Fratelli d’Italia sarebbe il segno di un avvenuto cambio di pelle: dalla demagogia manettara alla tutela delle libertà individuali su cui si regge lo Stato di diritto.

Legge Severino, la possibile palingenesi di FdI. Il commento di Cangini

Se l’offensive di Forza Italia e Lega sulla legge Severino dovesse trovare la disponibilità di Fratelli d’Italia sarebbe il segno di un avvenuto cambio di pelle: dalla demagogia manettara alla tutela delle libertà individuali su cui si regge lo Stato di diritto. Il commento di Andrea Cangini

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