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L’Italia ha il suo primo Laboratorio accreditato di prova (Lap), e sarà targato IPS. L’azienda è la prima realtà ad averne accreditato uno presso l’Acn (Agenzia per la cybersicurezza nazionale). Per saperne di più, Airpress ha intervistato l’amministratore delegato dell’azienda, Fabio Romani

Ingegnere Romani, ci racconti IPS in breve.

IPS è una realtà italiana con capitale privato. Realizziamo tecnologia proprietaria basata sull’Intelligenza Artificiale per Intelligence, Difesa e Sicurezza negli ambiti Osint (Open source Intelligence), big data fusion, electronic surveillance e maritime Intelligence. IPS è un player tecnologico di riferimento a livello nazionale ed internazionale, attivo in oltre 35 Paesi nel mondo. Un leader, in particolare, nella cyber Intelligence e cyber security.

E cosa è effettivamente un laboratorio accreditato di prova?

I Lap, i laboratori accreditati di prova, fanno parte del più ampio meccanismo di scrutinio tecnologico attuato dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). Pertanto, entrano meritatamente nel complesso dei soggetti che, a vario titolo, partecipano alla tutela della resilienza della sicurezza cibernetica dell’Italia. Nell’ottica del Cyber resilience act, il Lap è deputato allo svolgimento di attività di test e scrutinio tecnologico a supporto del Cvcn (Centro di valutazione e certificazione nazionale, ndr), su specifiche categorie di asset Ict destinati ad essere impiegati nell’ambito del Perimetro nazionale di sicurezza cibernetica. Il Lap svolge il suo lavoro identificando il livello di sicurezza, sia hardware che software, e di rischio degli asset presi in esame, al fine di garantire il possesso di specifici requisiti obbligatori in termini di cyber-sicurezza.  

Il Lap diventa quindi parte dell’architettura della (cyber)sicurezza nazionale. Come?

Il laboratorio ha superato tutte le fasi del processo di accreditamento e potrà ora affiancare il Cvcn nelle attività di scrutinio tecnologico su software e componenti di rete, nei casi che il Cvcn riterrà di poter delegare. Più in generale, l’accreditamento del Lap di IPS, rappresenta un passo importante verso un sempre più strutturato raccordo tra enti pubblici e privati, a tutela del comune obiettivo della resilienza delle infrastrutture critiche dell’Italia. Da qui gli strettissimi requisiti organizzativi, tecnologici e di competenza che i Lap sono chiamati a soddisfare, per non parlare di quelli di affidabilità, e la particolare attenzione con cui il Cvcn accredita i laboratori, con il supporto di una Commissione che vede impegnati anche referenti del ministero della Difesa e dell’Interno. Come dichiarato anche dal direttore del Cvcn, ammiraglio Billet, la creazione di una rete di laboratori a supporto delle attività del Cvcn è un’iniziativa strategica, tanto che è supportata da fondi appositi del Pnrr e da specifici obiettivi di attuazione.

Ecco, lo “strutturato raccordo tra pubblico e privato”. Si tratta quindi di uno sforzo sinergico insieme alle istituzioni, giusto?

Assolutamente. Il percorso avviato rappresenta il frutto di una visione di lungo periodo che intendiamo percorrere insieme all’Acn. Tutelare gli interessi strategici dello Stato, dunque la sua Sicurezza, accompagnando e sostenendo le istituzioni, è da sempre la mission di IPS. Ed anche in questo caso intendiamo mettere a disposizione del Paese le nostre competenze e capacità sviluppate negli anni. 

In che ottica vedere il Lap per l’azienda, invece?

Per noi il Lap è un risultato  importante, raggiunto grazie ad un investimento sia in termini di accrescimento delle competenze e know-how aziendale che di tecnologia, con una visione strategica a lungo termine. La missione sarà quella di contribuire alla costruzione della sovranità tecnologica della nazione, attraverso la fornitura di soluzioni proprietarie e servizi in grado di accrescere il livello di sicurezza delle realtà strategiche del Paese.  

A chi si rivolge IPS con il Lap?

Grazie alla consolidata esperienza pluridecennale nell’ambito della cyber Intelligence per clienti governativi a livello nazionale ed internazionale, IPS si rivolgerà ad enti istituzionali ed infrastrutture critiche tramite un team di V-Lap (Valutatori Lap). Quest’ultimo sarà composto da un nucleo di risorse con una consolidata esperienza in IPS, a cui si affiancano giovani altamente qualificati scelti tra le eccellenze provenienti dalle principali università italiane. 

Quali sono i piani per il futuro? 

In questo momento storico IPS rappresenta un unicum a livello nazionale, facendo convergere all’interno dello stesso perimetro industriale tecnologie e competenze proprietarie, di cui si possiede la piena governance, che spaziano su tutti e quattro i pilastri tecnico-operativi indicati nella strategia per la cyber-sicurezza nazionale definita dall’Acn. Il continuo sviluppo di tecnologia in ambito cyber security, la collaborazione con enti di ricerca e università, oltre all’importante piano di crescita e valorizzazione delle risorse umane che abbiamo da poco varato, rappresentano le direttrici per rendere l’azienda ancor più un player di riferimento e asset strategico nel quadro delle politiche cyber nazionali. Nel frattempo, continueremo ad espanderci all’estero come abbiamo sempre fatto.

Cosa significa il primo Lap per la cybersicurezza nazionale? Lo spiega Romani (IPS)

“Un passo importante che ha una connotazione sistemica e di lungo periodo, difatti l’attività del Lap andrà ad affiancare quella del Laboratorio di valutazione della sicurezza (Lvs), già operativo da tempo, arricchendo la nostra offerta in ambito cyber resilience”. Conversazione con l’amministratore delegato di IPS

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