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Libertà di opinione? Intellettuali e giornalisti che si sono scomodati a favore di un aizzatore di volgari violenze spicciole e sabotaggi contro opere pubbliche e funzionari dello Stato, sono silenti su un caso – ben più importante delle sciroccate ubbie senili di Erri De Luca – che sta scuotendo la Francia: il più popolare meteorologo francese e anchorman televisivo di France 2, Philippe Verdier (nella foto), è stato licenziato per aver scritto un libro, Climate Investigation, in cui riduce a brandelli l’ideologia del Global Warming, le sue fandonie catastrofiste e le sue previsioni sballate.

Verdier, licenziato per un libro, è perseguitato per aver svelato la natura perversa di lobbismo politico della grande truffa sul clima. Nel suo libro Verdier invita ad analizzare un fondamentale aspetto della gestione politica del tema del clima: la drammatizzazione degli effetti del Global Warming avviene a periodi alterni e secondo un calendario che non è dettato da effettivi e accertati mutamenti o conferme delle ipotesi meteorologiche della lobby climatica. Da oltre 15 anni i dati reali sul clima non registrano incrementi del warming, ma è dettato da interessi di lobby politica: il successo delle conferenze internazionali sul clima; che sono diventate occasioni in cui la pomposità mediatica sugli effetti catastrofici del riscaldamento, da 40 anni vagheggiati e da 40 anni spostati sempre in avanti nelle date in cui gli effetti dovrebbero manifestarsi, serve solo a coprire la totale nullità ed evanescenza di accordi internazionali effettivi sulle cose da fare.

La tesi di Verdier, ormai indiscutibile dopo 40 anni di esperienza, è che per avere audience queste conferenze esasperano e inventano catastrofi imminenti (sempre smentite nei tempi) siano inutili ai fini dell’obiettivo (falso) per cui vengono convocate: un accordo concreto tra le potenze industriali per ridurre le emissioni di CO2, che infatti globalmente aumentano sempre e regolarmente da decenni. La loro utilità – conclude Verdier– è solo il “discount politico e mediatico”, il dividendo di valore politico, che ricevono le Big Institutions: il governo che organizza la Conferenza, la lobby mondiale dell’Ipcc (il club lucrosissimo dei professori e delle istituzioni dell’Onu custodi pagatissimi della religione del Warming) e l’industria delle energie rinnovabili che da queste conferenze ottiene il boost per sostegni e incentivi statali, tanto più costosi per i bilanci pubblici (l’Italia batte ogni record), quanto privi di effetti misurabili e concreti sul clima.

Ora Verdier, che ha ricordato tutto questo, è stato licenziato. Perché? Certo, il global warming è una religione che copre l’attività di potenti e costose lobbies che non sopportano contestazioni. Ma Verdier è stato licenziato, soprattutto, perché il suo paese è diventato la prova effettiva della sua tesi: il valore mediatico e lobbistico delle Conferenze sul clima prevalgono sugli effetti concreti. La Francia, infatti, organizzerà a dicembre l’ennesima Conferenza internazionale sul clima; un evento cui il ministro Ségolène Royal e il presidente francese, François Hollande, conferiscono un valore politico (per loro) inestimabile. Fateci caso: in vista di tale evento, proprio nell’ultimo anno, i lobbisti del cambiamento climatico, l’Ipcc (Intergovernamental panel climate change), ci hanno informato che entro i prossimi 30 anni conosceremo eventi sconvolgenti e drammatiche catastrofi (le stesse che avremmo dovuto più volte già conoscere numerose volte secondo le previsioni delle precedenti conferenze).

La Conferenza di Parigi sarà uguale a tutte le altre che l’hanno preceduta: previsioni catastrofiche (per creare attenzione mediatica sulla Conferenza); effetti zero quanto ad accordi e politiche mondiali per le emissioni (ognuno, dalla Cina agli Usa e all’Europa continueranno a fare ciò che vogliono); effetti lobbistici costosi per il gli Stati (la remunerazione della lobby dei professori dell’Ipcc e di quella dell’industria delle rinnovabili). Verdier è stato licenziato per aver scoperchiato questa truffa colossale.

Perché gli intellò tacciono sui catastrofisti del global warming

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