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Continua il braccio di ferro tra Banca d’Italia e Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto, iniziato quasi due anni fa con un’ispezione interna, passato per un commissariamento fino alla complicata e sofferta elezione del nuovo cda.

Elezione che per gestazione ed esito finale, sembrava sconfessare la feroce presa di posizione dell’Istituto di via Nazionale governato da Ignazio Visco. Che torna alla carica, con una citazione per danni da responsabilità, del valore complessivo di 734mila euro notificata a venti persone.

Si tratta dell’ultimo atto, in ordine di tempo, con cui la Bankitalia bacchetta e mette in mora i quadri dirigenti avvicendatisi alla guida del Credito Cooperativo di Terra negli ultimi cinque anni, e si aggiunge ai circa 300mila euro di sanzioni amministrative già notificate.

La tegola inviata dai commissari Roberto Loria e Mario Tammaccaro, prima del congedo dal Salento, consiste in un’azione risarcitoria per responsabilità patrimoniale.

Tra i destinatari dell’azione, oltre ai consiglieri eletti nel 2014 e il presidente Dino Mazzotta, l’ex direttore generale Leonardo Mansueto e gli ex presidenti Rosario Indennitate e Pasquale Caione.

Nelle 20 pagine dell’atto, si ripercorrono i passi salienti della storia recente e tormentata dell’istituto che nel Salento conta sei filiali, partendo dall’accertamento ispettivo condotto da Bankitalia tra agosto e novembre 2014, in seguito all’esplosione dell’inchiesta penale della Procura di Lecce per truffa, riciclaggio ed estorsione aggravata da modalità mafiose, conclusosi con risultanze negative per l’azienda.

Gli esiti negativi dell’attività furono condivisi dai commissari, subentrati in un secondo momento, e inviati con apposita relazione a via Nazionale il 31 marzo 2015.

A peggiorare la situazione, già delicata, l’attestazione nero su bianco, di un aumento del 10,75% delle sofferenze lorde, aumento del 51,84% degli incagli lordi e una diminuzione del 67,94% dei crediti scaduti.

Criticità e anomalie in cui “consiglio d’amministrazione, collegio sindacale e direzione generale della Bcc son incorsi”, si legge nell’atto.

La conferma delle irregolarità giunse con la proposta di scioglimento degli organi in cui si leggeva che “il cda presieduto da febbraio 2013 a settembre 2014 dal dott.Mazzotta ha esercitato in numerosi casi un improprio condizionamento delle valutazioni istruttorie in materia creditizia; insufficiente è risultata l’azione di controllo del collegio sindacale; l’ex direttore generale si è sistematicamente allineato alle decisioni dell’organi amministrativo”.

Mala gestio e culpa in vigilando, le contestazioni con particolare riferimento a sei operazioni nei confronti di altrettanti clienti, tra aziende e privati, e due contratti di locazione.

Nel primo caso, sotto la lente d’ingrandimento della Banca Centrale, sono annoverati i fidi ad un’azienda che non ha presentato garanzie adeguate ed “ha mostrato difficoltà nel rimborsare il debito alle scadenze, con perdita contabilizzata a 230mila euro”; un mutuo ad un’azienda garantito per circa un quinto con una “perdita di 12mila 80 euro, con marcata sproporzione tra finanziamento erogato e valore cauzionale dei cespiti acquisiti in garanzia”; il finanziamento ad un cliente per l’acquisto di un immobile “non approfondendo allora colpevolmente – si legge nell’atto – i profili dei regolarità urbanistica dello stesso”, con perdita di 60mila 298 euro; agevolazione nei confronti di un’azienda, tra fido e mutuo chirografario per cui “il primo affidamento è viziato dalla circostanza che il nominativo di socio/garante è segnalato per protesti e sconfinamenti”, con perdita di 41mila 171 euro; e ancora mutuo a fido a socio “segnalato per sconfinamenti e rate in mora” con perdita di oltre 23mila euro e finanziamenti a un’azienda “a fronte dell’obiettiva pochezza dei flussi di incasso su cui fare affidamento”, con perdite oltre i 24mila euro”.

Alla berlina anche presunte spese pazze, mai razionalizzate nel tempo.

Si tratta, come si legge nell’atto notificato ai 20 destinatari, dei contratti di locazione di un’area adibita a parcheggio nella filiale di Lecce della Bcc e del vano di ubicazione di un bancomat con “canoni esorbitanti rispetto ai normali valori di mercato”, 288mila euro nel primo caso e 54mila euro nel secondo.

Quanto alla responsabilità in solido contestata agli ex sindaci, i commissari Bankitalia parlano di operazioni stigmatizzate di cui “devono intendersi responsabili avendo accettato il prodursi di un danno aziendale che viceversa non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica” e per l’ex direttore generale “avrebbe dovuto orientare – scrivono – i voti dei consiglieri ben diversamente da come in concreto è accaduto”.

L’atto di citazione è stato spedito tra il 28 e il 29 gennaio scorsi, mentre impazzava la campagna elettorale per l’elezione del nuovo cda, il 31 gennaio.

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