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Tra tutti i possibili mediatori internazionali del conflitto siriano, nessuno aveva mai pensato che un piccolo paese asiatico, mantenutosi al margine delle vicende in Medio Oriente, oggi potesse svolgere un ruolo importante nei negoziati di pace e nella lotta al terrorismo.

L’AMMIRAZIONE DI ASSAD

Il presidente siriano, Bashar al-Assad, e il ministro degli Affari esteri dell’Oman, Yusuf bin Alaui, hanno affrontato ieri a Damasco il tema delle possibili soluzioni alla guerra contro lo Stato Islamico in Siria e gli scontri tra milizie. Secondo l’agenzia di notizie Sana, Assad ha ratificato l’impegno del governo siriano per porre fine al terrorismo, sostenendo qualsiasi via politica che possa garantire la pace in Siria. Assad ha anche detto a Bin Alaui che il popolo siriano “apprezza le posizioni dell’Oman e gli sforzi onesti per aiutare a sconfiggere i terroristi, preservando la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”. Dall’altra parte, Bin Alaui ha insistito che l’impegno dell’Oman a favore dell’unità e la sovranità della Siria è reale e ha affermato che il suo Paese farà il necessario per aiutare a trovare una soluzione al conflitto siriano. Durante l’incontro Assad e Bin Alaui hanno firmato diversi accordi bilaterali.

L’APPLAUSO DI PUTIN

La Russia ha approvato l’alleanza tra l’Oman e la Siria. Il ministro degli Affari esteri russo, Sergej Lavrov, e l’omologo Bin Alaui, dopo una conversazione telefonica hanno sottolineato la necessità di una soluzione politica in Siria, secondo un comunicato del ministero degli Affari esteri della Russia pubblicato dal sito Sputnik: “I ministri hanno analizzato lo sviluppo della situazione in Siria e hanno insistito che bisogna combattere contro i terroristi e trovare un accordo politico sulla base dell’Accordo di Ginevra del 30 giugno del 2012”.

L’IMPORTANZA DELL’OMAN

Ma perché l’Oman? Da quando è cominciata la guerra in Siria, a marzo del 2011, l’Oman ha mantenuto il ruolo di attore neutro, visto che la maggior parte della popolazione non è sunnita né sciita, ma ibadita, un’altra fazione dell’Islam. Inoltre, il Paese è membro del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg), un’alleanza di monarchie petrolifere che include anche l’Arabia saudita. L’Oman ha storicamente mantenuto buone relazioni con l’Iran.

QUESTIONE POLITICA ED ECONOMICA

La scorsa domenica ci sono state le elezioni in Oman per scegliere un nuovo Consiglio Consultivo (Majles al Shura). Dopo le proteste del 2011 (anche lì ci sono stati alcune rivolte conseguenze della Primavera araba), le competenze del consiglio sono state allargate, ma non senza raggiungere i poteri del Parlamento. Di 2,3 milioni di abitanti, solo 611.906 sono andati a votare. La metà della popolazione ha meno di 25 anni. Le incertezze sulla successione del sultano Qabus, i sussidi per il settore pubblico e il crollo dei prezzi del petrolio hanno incupito il panorama politico e alimentato lo scontento.

Che cosa lega Siria, Russia e Oman

Tra tutti i possibili mediatori internazionali del conflitto siriano, nessuno aveva mai pensato che un piccolo paese asiatico, mantenutosi al margine delle vicende in Medio Oriente, oggi potesse svolgere un ruolo importante nei negoziati di pace e nella lotta al terrorismo. L’AMMIRAZIONE DI ASSAD Il presidente siriano, Bashar al-Assad, e il ministro degli Affari esteri dell’Oman, Yusuf bin Alaui, hanno affrontato ieri a…

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