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Puntuale come il Gesù bambino del presepe, fa dono di sé il libro della Strenna firmato da Bruno Vespa, che torna a mettere in copertina Mussolini e il fascismo, proseguendo nella sua indagine storica avviata nei primi anni 2000. Vespa, infatti, si è soventemente soffermato sul ventennio fascista raccontando, tra l’altro, degli innamoramenti degli italiani per il Duce e della rovina del Paese che ne seguì. Nell’ultimo lavoro, però, il despota italiano condivide un tristo protagonismo: il titolo del libro è “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)”, Mondadori, 2024, una narrazione che lambisce il baratro dei dittatori-emblemi del male assoluto nel Novecento.

La scrittura di Vespa riesce a non farsi mesmerizzare dall’orrore utilizzando la risorsa narrativa delle interviste immaginarie con Mussolini ed Hitler. L’intento dichiarato è quello di coglierne una scia psicologica riconducibile alla dimensione umana, oltre l’invalicabile livello di inumanità che ha connotato le due infauste personalità.

Il racconto, come sempre fluido e puntuale, si offre ad un pubblico vasto che trova nel maestro di giornalismo una chiave, al tempo stesso affabulatoria e rigorosa, per entrare nella Storia. Quasi in una ideale continuità con il servizio pubblico della Rai, che Vespa incarna fisicamente da quasi un sessantennio. L’interazione fantasmatica con i due dittatori si fa dialogo freddo: non c’è alcun appiglio di umanità che possa venire in soccorso per molcire le tragedie provocate dall’idillio fatale tra Mussolini e Hitler. Ma l’intento dell’autore resta quello di raccontare la pedagogia intrinseca della Storia, utilizzando gli accadimenti per insegnare qualcosa ai contemporanei.

Così, ad esempio, raccontando delle sanzioni che i francesi e gli inglesi inflissero all’Italia per la guerra d’Etiopia, coglie al volo l’occasione per far discendere da questa scelta politica compiuta dai maggiorenti europei di isolare l‘Italia, l‘ineluttabilità dell’abbraccio ferale con la Germania dell’asse Roma-Berlino. Una tesi ricorrente nella storiografia che trova rinnovato vigore con l’uscita del libro di Emmanuel Carrère, Ucronia, il saggio sui “se” della Storia che non trovano prova effettuale.

Ma anche il pizzico di ucronia che si versa nella scrittura di Vespa serve alla narrazione, per portarci nel presente e forse farci chiedere se mai le sanzioni economiche inferte ad un Paese che si trova ad avere governanti guerrafondai, possano rilevarsi efficaci o non generatrici di una letale eterogenesi dei fini.
Il libro parla anche di presente, eccome.

C’è tutta la seconda parte in cui i protagonisti assoluti sono i politici di oggi, impegnati nella difficile arte di governare e di fare opposizione. Qui il dialogo fantasmatico lascia il passo alla cronaca politica che racconta le cose come sono davvero e non come dovrebbero essere secondo il wishful thinking che talvolta prende la mano dei giornalisti, soprattutto quando scrivono del Palazzo. Vespa in questa veste è come quelle statue parlanti di Roma: ha visto tanto, ha visto e raccontato tutto, al punto di permettersi la giusta distanza, sapendo che tutto passa.

Così la narrazione dei protagonisti della politica dell’ultimo anno – con qualche simpatia umana per la presidente del Consiglio, di cui apprezza l’essere giunta all’apice da “self made woman”- distingue tre categorie: le “primedonne” Meloni, Schlein, seguite dal piccolo drappello di maschi Tajani, Salvini, Conte (di cui si narra l’attitudine all’oscillazione); ad una certa distanza Renzi e Calenda, alla ricerca del centro di gravità permanente, che però non sarebbe alle viste.

Vespa, che, come i giornalisti di razza che hanno scritto di politica – leggi Montanelli e Mieli – coltiva la vocazione dello storico, offre dunque un manuale, “al colto e all’inclito”, per instillare il gusto della politica. Impresa titanica, non c’è che dire. Ma se qualcuno può farcela questo è lui: dare un’occhiata alle vendite, please.

Phisikk du role - Vespa, porta a porta di attualità e storia

Vespa, che, come i giornalisti di razza che hanno scritto di politica, coltiva la vocazione dello storico, offre un manuale, “al colto e all’inclito”, per instillare il gusto della politica. Impresa titanica, non c’è che dire. Ma se qualcuno può farcela questo è lui. Pino Pisicchio legge per Formiche.net “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)”, Mondadori, firmato da Bruno Vespa

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