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Giornata più serena oggi per Matteo Renzi rispetto agli ultimi più tribolati giorni. La sua riforma della Rai ha avuto il via libera del Senato, dopo lo sgambetto di ieri operato dalle opposizioni con la sinistra Pd. Ora la palla passa alla Camera, dove non si escludono ulteriori ritocchi.

Di sicuro il premier gongola, ricordando le critiche che si sono appuntate sul progetto governativo. Rilievi non proprio secondari e banali visti gli autori: dai tecnici del Senato, passando dall’associazione delle tv statali europee, fino a quelle, molto toste, del presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, scaduta come tutto il cda dell’azienda di viale Mazzini.

Sul fronte delle società controllate dal ministero dell’Economia, è da segnalare che oggi il cda di Poste Italiane ha compiuto un passo formale verso la privatizzazione parziale e la quotazione in Borsa.

Ma non è su questo che il premier oggi “ci ha messo la faccia”, come suole dire. Renzi ha voluto rimarcare piuttosto il No del Parlamento all’arresto del senatore dell’Ncd, Antonio Azzollini. Voto che ha diviso il Pd, non solo per la sinistra sbuffante, ma anche per la sortita del vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, critica a sorpresa sul No, a differenza dell’altro vicesegretario democrat, Lorenzo Guerini. Come si scriveva ieri su Formiche.net, Guerini era di sicuro più in sintonia con il premier su questo punto.

Oggi si è avuta la conferma. Renzi ha prima apprezzato la decisione dei vertici del gruppo Pd del Senato di lasciare libertà di voto ai senatori. Ma ha fatto di più, non criticando, anzi, l’esito del voto. Ha detto in sostanza che i senatori a maggioranza hanno visto nella richiesta di arresto di Azzolllini da parte della procura di Trani un fumus persecutionis contro il senatore dell’Ncd. “Il Parlamento non è il passacarte della Procura di Trani” è stata la frase del premier, che colloca forse definitivamente il Pd in un solco garantista che dovrebbe essere apprezzato anche dalla sinistra dem.

Anche la chiusura della Festa dell’Unità di Roma, con il ministro Maria Elena Boschi che ieri sera è intervenuta al Parco delle Valli (a differenza del premier che martedì sera ha cancellato l’intervento, preferendo una partitina a biliardino con Matteo Orfini la sera precedente) e ha rasserenato il clima dialogando e sorridendo con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dopo un bel po’ di fatue narrazioni sull’atarassia del premier verso il rimpasto di giunta (tanto che ora si parla di un monocolore Marino-Orfini-Renzi…).

E chissà se dietro il silenzio di Renzi alla Festa dell’Unità, e la presenza calorosa e pacificatoria di Boschi, non si celi davvero quel progetto recondito attribuito ad ambienti renziani, se non proprio a Renzi, secondo cui il ministro Boschi sarebbe un ottimo segretario del Pd. Si vedrà.

(LE FOTO DI MARIA ELENA BOSCHI ALLA FESTA DELL’UNITA’ A ROMA)

Pd, Rai, Azzollini. Perché Renzi e Boschi gongolano

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