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Congresso con malumori e incognite. E’ quello dell’Acri che si apre domani a Lucca. I dossier caldi non mancano, specie con l’esecutivo. Dalla questione controversa legata ai vertici della Cassa depositi e prestiti (per la volontà del governo Renzi di rottamare sia l’ad che il presidente Franco Bassanini, espressione proprio delle fondazioni azioniste di Cdp), al nodo fiscale: non a caso oggi l’associazione presieduta da Giuseppe Guzzetti mostra, e stimmatizza, un incremento della pressione fiscale sui conti delle fondazioni.

IL CONGRESSO

Il Congresso Nazionale delle Fondazioni di Origine Bancaria e delle Casse di Risparmio Spa presieduto da Guzzetti, si svolge ogni tre anni. La XXIII edizione in programma oggi avrà come tema “Coesione, Sviluppo, Innovazione”.

I DATI DI SINTESI

Alla vigilia dell’evento l’Acri ha anticipato i dati di sintesi relativi al bilancio di sistema delle Fondazioni di origine bancaria per l’esercizio 2014. Essi registrano un significativo miglioramento sull’anno precedente segnando un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi esercizi.

I NUMERI ESSENZIALI

Per la prima volta a partire dal 2011 è salito il valore del patrimonio netto, che è passato dai 40,854 miliardi del 2013 ai 41,243 del 2014, con un incremento dell’1%. I proventi totali sono saliti invece a 2,271 miliardi, +52,6% rispetto al dato 2013 che segnava 1,488 miliardi.

RENDIMENTI E PERCENTUALI

I dati anticipati dall’associazione delle fondazioni indicano che il rendimento medio del patrimonio è cresciuto di 1,9 punti percentuali, arrivando nel 2014 al 5,5%. “Esso – ha rilevato l’Acri – aveva avuto una flessione fra il 2008 e il 2011, per ricominciare a crescere nel 2012 e consolidarsi al 3,6% nel 2013, mostrando andamenti in linea con una prudente gestione in una fase economica ancora molto critica e a fronte di patrimoni che in alcuni casi hanno fortemente risentito della svalutazione delle partecipazioni nella banche conferitarie”.

LA PRESSIONE FISCALE

Il carico fiscale – per le imposte dirette, sui proventi percepiti, e indirette, come Irap e Imu, corrisposte nell’anno – è stato pari a 423,7 milioni di euro. Secondo i dati resi noti dall’Acri la tassazione sulle Fondazioni di origine bancaria è continuata a crescere nel tempo con una progressione così quantificabile: 100 milioni di euro nel 2011; 170 milioni di euro nel 2012 e nel 2013, fino a raggiungere 423,7 milioni di euro nel 2014.

IL GIUDIZIO DELL’ACRI

“Questo è il risultato – ha scritto l’associazione delle fondazioni presieduta da Guzzetti – dell’effetto combinato dell’aumento degli oneri sui rendimenti derivanti dagli investimenti finanziari – passati dal 12,5% al 20% nel 2012 e poi al 26% nel luglio 2014 – e l’ulteriore aggravio sulle rendite finanziarie determinato dalla legge di stabilità 2015, che ha ridotto la quota di esenzione sui dividendi percepiti dal 95% al 22,26% (quota rimasta invece al 95% per i soggetti privati profit, le cui risorse, a differenza di quanto avviene per le Fondazioni, non vengono riversate a favore della collettività)”.

Ecco quanto Renzi ha spremuto le Fondazioni bancarie

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