Skip to main content

Al termine delle lunghe notti di Bruxelles, non sorge sempre il sole. Sull’Eurogruppo in calendario il 18 giugno, pure se siamo prossimi al solstizio d’estate, se al Blois de la Cambre si vedrà un alba che promette una giornata calda e piena di sole, il presagio sarà di breve durata.

Ci si riferisce, naturalmente, alla pietanza centrale della riunione dell’Eurgruppo: un eventuale accordo tra le “istituzioni”, i creditori e la Grecia, ove venga raggiunto – si parla di negoziati paralleli e sotterranea tra il Presidente del Consiglio greco Alexis Tsipras ed il Cancelliere tedesco Angela Merkel – sarebbe di breve, brevissima durata. A questo punto, la “teoria dei giochi multipli” a più livelli (che abbiamo utilizzato per analizzare il quadro analitico e termini della trattativa dall’inizio di questa terza “crisi greca”) non funziona più. Manca, infatti, la premessa per negoziare: la fiducia e la stima reciproca, almeno minima, essenziale per scoprire le carte e giungere a un’intesa duratura. Con un ministro greco che accusa apertamente il Fondo monetario di essere una “banda criminale”, è arduo poter parlare della fiducia e della stima minima per potere non dico fare accordi ma lavorare insieme.

Ci sono poi almeno altri due punti tecnici. Gli Stati creditori sarebbero disposti ad aumentare i loro crediti non esigibili alla Grecia – solo per l’Italia la bolletta raggiungerebbe i 60 milioni di euro – quanto basta per rinnovare i contratti del pubblico impiego e rimborsare i pensionati della perequazione loro dovuta secondo la stessa Corte Costituzionale? Ho forti dubbi che governi alle prese con movimenti populistici anti-europei siano pronti a fare concessioni ad Atene nella consapevolezza che ciò potrebbe aumentare le probabilità di sconfitta alla prossima elezione?

Ove si applicasse alla Grecia una riduzione del debito (e un aumento dei flussi finanziari) nei modi in cui lo si fatto per i Paesi più poveri e più indebitati, sarebbero Tsipras e compagni disposti a seguire il resto del modello: una missione permanente ad Atene delle “istituzioni” per i prossimi dieci anni con il compito di monitorare la formazione e l’attuazione della politica economica? Data l’alterigia mostrata nelle settimane scorse, nutro forti dubbi in proposito.

Se la Grecia è insolvente e giunge anche ad uscire dalla stessa unione monetaria, ci sarà una “tempesta perfetta” quale quella dell’autunno 2011 che si accanì contro Italia, Grecia e Spagna, fornendo anche l’occasione di cambiamenti politici?

Un economista dell’esperienza di Francesco Forte afferma che l’ ‘Italia rischia un terremoto’ principalmente a causa della velleitaria politica del governo in carica. Senza dubbio, il governo pare barcamenarsi ed ha un’immagine internazionale deteriorata da “Mafia Capitale” ed altro. Tuttavia nel 2011, la speculazione in Europa si accanì principalmente nei confronti di buoni del Tesoro di governi che avevano acquistato, negli anni precedenti, forti carichi di derivati, ed era facilitata da due altre componenti quali la ripresa del mercato azionario russo (che attirava capitali alla grande) e l’operazione di ripulitura di “obbligazioni spazzatura” (in quello americano). Da allora, poi, la Banca centrale europea (Bce) si è dotata di nuovi strumenti di intervento – quali il QE (Quantitative Easing) e gli OMT (Outright Monetary Transactions) – che le consentono d’acquistare alla grande titoli di Stato italiani, ad esempio, ove la speculazione (come minaccia un Ministro greco) si accanisse nei confronti nel nostro mercato. Inoltre, la European Banking Union (EBU) anche se in costruzione è una buona paratia.

Ci sarebbero, però, effetti negativi sull’economia reale: si spegnerebbero (speriamo solo temporaneamente) i barlumi di ripresa dell’economia europa.

Perché rischiamo tutti per la crisi greca (ma non come nel 2011)

Al termine delle lunghe notti di Bruxelles, non sorge sempre il sole. Sull’Eurogruppo in calendario il 18 giugno, pure se siamo prossimi al solstizio d’estate, se al Blois de la Cambre si vedrà un alba che promette una giornata calda e piena di sole, il presagio sarà di breve durata. Ci si riferisce, naturalmente, alla pietanza centrale della riunione dell’Eurgruppo:…

Dollaro e mattone affossano i paesi emergenti

Scopro, sfogliando l’ultima Quaterly review della Bis, una evidenza che mi lascia di stucco: dal 2007 al 2014 i prezzi reali degli immobili residenziali brasiliani sono cresciuti di oltre il 90%. Questo nel peggiore dei periodi della storia economica contemporanea. Ma il caso brasiliano ha anche la particolarità di non essere l’unico. A Hong Kong sono cresciuti dell’89%, in India…

Diadora rivuole in Italia il 10% della produzione

“Diadora ha dna italiano. Perciò torneremo a realizzare in Italia alcune linee di prodotto. Per farlo abbiamo optato per la riapertura, dopo 15 anni, della vecchia manovia di Caerano di San Marco (Tv), nel distretto di Montebelluna, interna alla nostra azienda".  A spiegarlo a Pambianconews è Enrico Moretti Polegato, presidente e AD del marchio di calzature e abbigliamento sportivo controllato dal gruppo di famiglia Geox. Segnale importante che conferma la voglia di…

Perché Renzi e sinistra Pd sono agli antipodi

Dismesso il Renzi 2 è annunciato il ritorno del Renzi 1. A quando il Renzi 0? ++++ Matteo Renzi e la sinistra dem ormai osservano i processi politici con occhi diversi. L’opposizione interna attribuisce l’insuccesso nelle elezioni amministrative al dissenso di settori dell’elettorato tradizionale nei confronti delle politiche del governo. Renzi sostiene, invece, di non essere stato in grado di…

"Tintinnio di sciabole" e amenità simili

Perugia ─ «Un tintinnio di sciabole ingiustificato, destabilizzante e pericoloso». Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha definito le dichiarazioni che il presidente russo Vladimir Putin ha usato come didascalia alla decisione di rafforzare la propria capacità militare con 40 nuovi missili balistici nucleari, «in grado di sfuggire anche ai più sofisticati sistemi di difesa antimissilistica» (parole di Putin). «Se…

Libia, così il New York Times strapazza Leon

Gli scarsi risultati ottenuti durante i negoziati in Libia creano ormai forti perplessità anche negli Usa, dove i maggiori quotidiani iniziano a interrogarsi sulle mosse tenute finora dalla diplomazia occidentale. È forse possibile, si chiede provocatoriamente la stampa d'Oltreoceano, che finora si sia parlato con gli interlocutori sbagliati? Il dubbio, dato quasi per certezza, è il succo di un'analisi a…

Renzi sballottato da Enrico Letta nella sezione Pd di Testaccio a Roma

Alla fine scoppia anche la disputa sulla pizza. Il locale preferito da Enrico Letta è “Nuovo mondo”. Ma alcuni militanti scelgono “da Remo”. Due note pizzerie della zona. Siamo a Roma, quartiere Testaccio. Al circolo del Pd, ieri sera, c’era l’ex premier a presentare il suo libro, “Andare insieme, andare lontano” (edito da Mondadori, Strade Blu). E’ una presentazione particolare…

Silvio Berlusconi è risorto?

C’è un traffico da ore di punta attorno ai cronisti politici, che si vedono o sentono girare le confidenze di Matteo Renzi, raccolte dai “fedelissimi” o “intimi”, sulle cattive sorprese dei risultati delle elezioni regionali di fine maggio e dei successivi ballottaggi comunali. D’altronde, che Renzi ci sia rimasto male, nonostante il 5 o addirittura il 10 a 2 vantato…

×

Iscriviti alla newsletter