Skip to main content

Dopo avere subito da Tsipras e Varoufakis i colpi bassi di trattative scortesi e sconclusionate, ripudio di fatto del debito e referendum a sorpresa, Bruxelles non manda ad Atene la Guardia Nazionale (come succederebbe probabilmente in America se il Texas si dichiarasse indipendente) ma delega a Francoforte il compito di fare mancare ai greci nuove banconote. La Bce, si noti, non toglie il tappo dal lavandino e vi lascia dentro tutta la liquidità già versata (e ampiamente prelevata dai greci con gli assalti ai bancomat delle ultime settimane). Si limita semplicemente a riportare il rubinetto nella sua posizione normale, cioè a chiuderlo (il rubinetto, dice il manuale, va aperto solo quando c’è da accomodare con nuova moneta la crescita del Pil, che in Grecia non cresce).

Con questo semplice accorgimento il contrattacco imperiale costringe il governo greco a soluzioni da socialismo reale come il razionamento della liquidità ai pensionati che voleva tanto difendere (se da lunedì il governo passerà alla dracma, la moneta scorrerà di nuovo abbondante, ma ad essere razionate saranno prima o poi le merci, come a Cuba). Il grave errore tattico di Tsipras è quello di avere tirato troppo in lungo le trattative, rotto con i creditori e indetto un referendum senza avere dato un’occhiata alle casse del Tesoro, svuotatesi prima del previsto per il crollo delle entrate fiscali.

Con lo Stato che si vanta di non pagare più nessuno dei suoi creditori i contribuenti si guardano bene dal pagare le tasse allo stato, che d’altra parte non fa nulla (se non qualche condono) per tentare di recuperare l’evasione. A pochi giorni dal voto, quando qualsiasi governo cercherebbe di fare regali agli elettori, Tsipras si trova costretto a togliere i soldi ai pensionati. Questo mostra per inciso che il governo greco non ha mai voluto alzare davvero le tasse nemmeno ai ricchi (così come non ha mai pensato di tagliare le spese militari) ma ha sempre e solo contato, per finanziare le maggiori spese che ha in programma, sui soldi europei o, per il futuro, sulle rotative che stamperanno le nuove dracme. Questo errore tattico farà sì che lunedì, invece di una possibile vittoria, Tsipras si troverà in mano una sconfitta (con dimissioni) o una vittoria di stretta misura. In questo secondo caso, avrà lo stomaco di avviarsi su una strada cubana?

Castro, sceso in armi dalla Sierra Maestra, ripudiò immediatamente il debito, ma dovette poi arrangiarsi da solo, fatti salvi i pochi soldi che gli fece avere negli anni l’Unione Sovietica (mai gratis, sempre in cambio di zucchero). Senza il petrolio che ha il Venezuela e con l’unica entrata del turismo, la Grecia si finanzierà diventando il divertimentificio d’Europa e aprendo casinò? Diventerà cioè, paradossalmente, come la Cuba di Meyer Lansky e di Fulgencio Batista, quella che Castro spazzò via? Lunedì, in caso di vittoria di misura, Tsipras tornerà a Bruxelles rinfrancato, ma non particolarmente forte. Se vorrà davvero rimanere nell’euro si troverà comunque con le casse vuote, i negozi e le pompe di benzina senza scorte e un malcontento crescente.

Leggi qui l’analisi completa della newsletter Il Rosso & Il Nero

Vi elenco gli errori tattici di Tsipras. Il commento di Fugnoli

Dopo avere subito da Tsipras e Varoufakis i colpi bassi di trattative scortesi e sconclusionate, ripudio di fatto del debito e referendum a sorpresa, Bruxelles non manda ad Atene la Guardia Nazionale (come succederebbe probabilmente in America se il Texas si dichiarasse indipendente) ma delega a Francoforte il compito di fare mancare ai greci nuove banconote. La Bce, si noti,…

Isis, ecco cosa cela la lotta fra sciiti e sunniti

Sul futuro del Medio Oriente domina una crescente incertezza, di recente aumentata dalle indiscrezioni su di un possibile intervento turco nelle province siriane nordoccidentali (a Nord di Aleppo e di Iblid). Ad Ankara è stata più volte discussa la creazione di una fascia cuscinetto a Sud del confine con la Siria. Servirebbe a sistemare parte dei rifugiati siriani e a…

Ecco le vere partite del voto in Grecia

Oggi, il destino dell’Europa dipende da come voteranno i greci a un referendum in cui, per di più, numerosi elettori avranno scarsa dimestichezza con i contenuti. Lo scrive efficacemente The Economist: Il Futuro dell’Europa è nelle Mani dei Greci. Il settimanale britannico, però, ha la memoria corta: già una volta il destino dell’Europa dipese da un referendum, quello del 27…

Olio di palma, tutte le fantasie mediatiche

Da diverso tempo abbiamo avvisato sulle basi poco solide su cui si fondava la nuova moda pseudo-salutista della stagione primavera-estate 2015, il boicottaggio dell’olio di palma. In questi mesi il lettore italiano è stato letteralmente sommerso da articoli e servizi sulla pericolosità di questo olio vegetale, addirittura è partita una raccolta firme che ha riscosso un grande successo di pubblico…

Grecia, cosa succede se vince il Sì al referendum

Se la vittoria del No al referendum in Grecia sembra spianare la strada all’abbandono dell’euro, neppure una vittoria dei Sì prospetta una rapida soluzione alla crisi. La vittoria del Sì potrebbe offrire qualche spiraglio per una soluzione positiva della crisi, ma prospetta comunque scenari molto complessi. La scelta degli elettori sarebbe quasi certamente premiata con il mantenimento dell’ELA durante i negoziati per…

Temi e programmi del viaggio del Papa in America latina

Oggi alle ore 9 il Papa partirà per l’America meridionale, terzo viaggio internazionale di questo 2015. Non sarà l’ultimo: già fissato il programma per quello di settembre a Cuba e negli Stati Uniti e in fieri la definizione delle tappe della visita in Africa a novembre. PRIMA TAPPA: ECUADOR Francesco atterrerà in Ecuador, prima meta del suo ritorno nel continente…

Perché il referendum in Grecia è salutare

La parola torna al popolo: per la Grecia, patria della democrazia, non poteva essere diverso. Per Bruxelles, invece, è una rivoluzione: cade un castello di carte eretto con infinita pazienza, fatto di convenzioni stratificate, di deleghe fondate sul nulla, di Trattati inutilmente densi di principi altisonanti mai messi in pratica. È stato il premier Tsipras a gelare tutti, facendo saltare…

Referendum in Grecia. Una riflessione geopolitica che ancora manca sui media

Oggi è il gran giorno del referendum greco e domani si conoscerà il risultato. Un si al piano di rientro di UE e FMI o un no per provare a negoziare condizioni meno dure. Di fatto un si o un no all’Euro e in prospettiva alla stessa permanenza del paese nell’UE, inutile negarlo. Ad oggi il si sembra essere in…

Cercansi armonia ed equilibrio

La questione Greca dovrebbe fare calmare il giovane toscano sempre troppo ardito e rapace. La storia insegna che l’arroganza non paga. Chissà se lui e i suoi amici dell’Ellade  sanno che nel 1999  il Trattato di Maastricht impegnava tutti i paesi dell’Unione europea, salvo Regno Unito e Danimarca, ad adottare presto o tardi la moneta unica. Oggi sono 19 i…

Ilva, Fincantieri e le chiacchiere di Della Valle

C'è un signore che, forse solo perché molto benestante, o perché a volte annoiato, o chissà perché, critica il suo "amico Matteo" con parole che non dicono niente. Il signor imprenditore, Diego Della Valle, ieri sera pontificava - registrato - dalla tv del suo amico Urbano Cairo, dopo che il giorno precedente in chissà quale altra tv, forse sempre La…

×

Iscriviti alla newsletter