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Mentre scocca il secondo anno di “commissariamento” dei Frati Francescani dell’Immacolata, il decreto della “Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica” che ne ha rimosso il fondatore, padre Stefano Maria Manelli, porta infatti la data dell’11 luglio 2013, la vicenda della Congregazione religiosa prima molto fiorente ma che, da due anni, sta “segnando il passo” a motivo dei problemi interni e del supposto mancato rispetto della riforma liturgica del Concilio Vaticano II che ne ha indotto il “congelamento”, è stata in queste ultime settimane contrassegnata da ulteriori clamorosi “colpi di scena” (v. già il mio articolo: Colpi di scena sul commissariamento dei Francescani dell’Immacolata ).

LA MORTE DI PADRE VOLPI

Il 6 giugno scorso è morto improvvisamente a Roma, all’età di 75 anni, il Cappuccino Fidenzio Volpi, “commissario” nominato dalla Chiesa per verificare il funzionamento interno della giovane congregazione francescana, riconosciuta il 1° gennaio 1998 da San Giovanni Paolo II come “Istituto di diritto pontificio”. Durante le esequie, celebrate il 10 giugno nella Basilica di San Lorenzo al Verano, il principale collaboratore del “commissario apostolico”, un Francescano dell’Immacolata che è stato all’origine delle vicende che hanno condotto all’esautoramento di padre Manelli, ne ha rievocato la «carità e fermezza» nella guida della Congregazione, sapendo «perseguire l’errore senza mai ledere l’errante. […] Siamo certi che l’Istituto raccoglierà i frutti di chi ha saputo morire a se stesso per abbracciare in amore e in obbedienza alla Chiesa un incarico crocifiggente, nella consapevolezza che nulla sarà vanificato, ma tutto trasfigurato da chi continuerà la sua opera»  (P. Alfonso M. A. Bruno FI, Nel ricordo di Padre Fidenzio, Basilica di San Lorenzo al Verano, Roma 10 giugno 2015).

L’INTENSIFICARSI DELLA PERSECUZIONE GIUDIZIARIA DI PADRE MANELLI

Non sappiamo quale sia l’’“errore” del fondatore e responsabile della precedente gestione dei Frati Francescani dell’Immacolata, anche perché il giudizio della Chiesa, sul punto, non è stato ancora pronunciato. E’ un fatto, però, che la vicenda umana e giudiziaria di padre Manelli, ormai 82enne e che a partire dall’inizio del commissariamento si è chiuso in un obbediente silenzio, in questi due ultimi anni è stata davvero pesante. Subito dopo la morte di padre Volpi, peraltro, è stato pubblicato un dossier sul quotidiano “Il Mattino”, che contiene dichiarazioni contro il fondatore dei Francescani dell’Immacolata, sesto di ventuno figli, nato da due servi di Dio, guidati spiritualmente da S. Pio da Pietrelcina come Settimio Manelli e Licia Gualandris di cui è in corso il processo di beatificazione, che hanno superato ogni limite. Accuse che non hanno trovato riscontro in alcuna procedura canonica.

Secondo quanto riportato da “Il Mattino”, in un dossier inviato alla Procura di Avellino dal legale della gestione commissariale dell’Ordine religioso, padre Manelli è accusato di aver «costretto a sottoscrivere con il sangue i voti di obbedienza ai fondatori», ed avrebbe «costretto a subire molestie ed a consumare cibi scaduti le consorelle» (Loredana Zarrella, Dossier sui misteri del convento. L’accusa: «Suore firmavano voti di obbedienza col sangue», in Il Mattino.it, 16 giugno 2015).

Il legale del fondatore dei Francescani dell’Immacolata e della Superiora dell’Ordine femminile, Suor Michela Cozzolino, Enrico Tuccillo, ha annunciato al proposito la presentazione di una denuncia-querela «per calunnia, diffamazione, ed ogni altro reato che dovesse emergere» nei confronti «di ogni responsabile» della diffusione di notizie su presunti «abusi, atti di libidine e prevaricazioni» commessi da padre Manelli nei confronti delle suore della Congregazione. «Riteniamo pura follia e prive di ogni fondamento tali affermazioni – afferma l’avvocato Tuccillo – le notizie in circolazione e ci riserviamo di agire a tutela degli interessati»  (cfr. agenzia ANSA, 16 giugno 2015).

Il 26 marzo scorso la Guardia di Finanza di Avellino, su disposizione della Procura aveva sequestrato beni per circa 30 milioni a due associazioni di laici vicine al fondatore dei Francescani dell’Immacolata, accusate di falso ideologico e truffa, affidandone la custodia al Commissario dell’Ordine nominato dalla Santa Sede, padre Fidenzio Volpi. Il faldone con le presunte testimonianze delle suore vittime di abusi – informa una testata locale, «è stato consegnato dall’avvocato Giuseppe Sarno, lo stesso che nel settembre scorso ha dato il via all’inchiesta sulla congregazione dei frati. Inchiesta che ha portato la Guardia di Finanza al sequestro di beni per oltre 30 milioni di euro per una presunta truffa e irregolarità nella gestione dei patrimoni» (Rossella Strianese,  Frigento, “contro padre fondatore in atto progetto criminoso”. Gravissime accuse di ex suore contro padre Manelli in un dossier. Il legale: pura follia, in Ottopagine.it-Avellino, 16 giugno 2015).

«Proprio mentre si è in attesa della nomina del nuovo Commissario della Congregazione – aggiunge il legale di padre Manelli e Suor Cozzolino – queste accuse assolutamente slegate da ogni realtà fanno nascere negli interessati il sospetto di un progetto criminoso, strumentale, e diffamatorio» (cit. in Inchiesta sui misteri del convento. Il legale: «Accuse prive di fondamento», in Il Mattino.it, 16 giugno 2015)

VERSO LA FINE DEL COMMISSARIAMENTO?

La Congregazione dei Religiosi si trova adesso a dover finalmente decidere se provvedere ad una sostituzione di padre Volpi o lasciare che gli organi statutari dell’Istituto eleggano un nuovo Superiore. «Il vero problema che si pone per il post-Volpi – come ha rilevato in proposito lo storico cattolico, amico ed estimatore di padre Manelli, prof. Roberto de Mattei – è ora questo: la Congregazione dei Religiosi manterrà il suo proposito di liquidare Francescani e Francescane dell’Immacolata, o tornerà sui suoi passi, rendendosi conto dei catastrofici risultati dell’operazione avviata»? (Ancora sul caso Volpi, in Corrispondenza romana, 17 maggio 2015).

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