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All’indomani della sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il blocco dell’adeguamento al costo della vita delle pensioni superiori a 3 volte il minimo Inps, il presidente di Federmanager, Giorgio Ambrogioni, ha commentato i tentativi di coloro che hanno cercato di depotenziare la decisione della Corte Costituzionale.

RISPETTIAMO LE SENTENZE

“Le sentenze vanno rispettate e certo non staremo a guardare di fronte ai tentativi, più o meno occulti, di depotenziare la decisione della Corte Costituzionale in tema di trattamenti pensionistici: lo diciamo al governo, alle forze politiche, ai cosiddetti esperti e alle tante ‘mosche cocchiere’ che sperano di ingraziarsi il principe di turno”, ha detto Ambrogioni.

“Se ci mettessimo a contare i blocchi totali o parziali alle pensioni medio-alte, arriveremo a 6 in poco più di 15 anni, cui aggiungere i contributi di solidarietà. A questi tangibili danni economici subiti dai pensionati ‘colpevoli’ di aver versato durante la vita lavorativa contributi decisamente pesanti, vanno aggiunti i guasti sociali, direi psicologici – ha proseguito Ambrogioni – provocati dalle dissennate campagne di stampa sulle presunte pensioni d’ oro e d’ argento che tanto sembrano piacere ad un nostra pubblicistica maliziosa”.

IL RUOLO DI FEDERMANAGER

Ambrogioni ha voluto essere chiaro: “Come Federmanager siamo stati promotori dei ricorsi che hanno portato al verdetto della Consulta e ce ne prendiamo il merito perché la Corte ha colto l’ essenza della nostra azione politica, laddove rileva che ad essere stati intaccati sono i diritti fondamentali del cittadino-lavoratore. Di questo stiamo parlando, non di battaglie di sola rivendicazione economica, pur sacrosanta. Stiamo parlando di diritti tutelati costituzionalmente e violati dal potere esecutivo. Ora si faccia attenzione a non voler ‘metterci una pezza’ ricorrendo a scorciatoie legislative o, peggio, a costruire castelli in aria di un’ ulteriore, pericolosissima riforma previdenziale”.

“I campanelli di allarme sono già suonati: abbiamo letto pensosi e preoccupati editoriali sui costi della sentenza per le finanze pubbliche e abbiamo colto peregrini suggerimenti di come si potrebbe cogliere l’occasione per mettere mano all’intero sistema, ritoccandolo all’insegna di un non meglio precisato criterio egualitario. Sappiamo come è andata a finire quando si sono volute seguire le sirene degli interventi sul sistema previdenziale senza riuscirne a prevedere i reali effetti e le nefaste conseguenze”, ha ricordato Ambrogioni.

LA PALLA AL GOVERNO

Quindi il presidente di Federmanager ha passato la palla al ministro Poletti: “Ci aspettiamo di essere convocati al più presto, insieme alle parti sociali, per discutere del merito del problema, senza ulteriori tergiversazioni. I quadri, i dirigenti d’ azienda, i manager, sono stufi di essere considerate categorie privilegiate le cui pensioni – costruite con anni di lavoro e di più che adeguati versamenti contributivi – sono usate come la ‘cassa’ cui far ricorso quando le finanze pubbliche scricchiolano. Tale compito – ha concluso Ambrogioni – compete alla fiscalità generale. Noi abbiamo già dato”.

Cosa (non) fare dopo la sentenza sulle pensioni. Parla Ambrogioni (Federmanager)

All'indomani della sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il blocco dell'adeguamento al costo della vita delle pensioni superiori a 3 volte il minimo Inps, il presidente di Federmanager, Giorgio Ambrogioni, ha commentato i tentativi di coloro che hanno cercato di depotenziare la decisione della Corte Costituzionale. RISPETTIAMO LE SENTENZE "Le sentenze vanno rispettate e certo non staremo a guardare…

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