Skip to main content

Un fondo pubblico e privato per accompagnare la ristrutturazione di industrie strategiche che, pur presentando uno squilibrio patrimoniale o finanziario, abbiano adeguate prospettive di mercato. È la novità più rilevante contenuta nel provvedimento redatto dal governo e resa pubblica ieri dal Sole 24 Ore.

Ad essere costituita sarà una società per azioni con un capitale minimo di 830 milioni e che potrebbe arrivare a 1,5 miliardi. Risorse fornite grazie alla partecipazione di Cassa depositi e prestiti, Inail, grandi gruppi bancari, fondi di investimento. E che rappresenteranno la garanzia statale della durata di 10 anni per gli investimenti nelle realtà produttive.

Per capire se e in che modo il programma approntato da Palazzo Chigi possa rivelarsi utile per il rilancio del tessuto industriale Formiche.net si è rivolta a Franco Debenedetti, manager, imprenditore, ex senatore dell’Ulivo e presidente dell’Istituto Bruno Leoni.

Come valuta l’iniziativa del governo?

Quale, quella del fondo salva-imprese? Immagini di chiedere alla gente che cosa gli fa venire in mente l’espressione “fondo salva-imprese”: 10 contro 1 che le risponderanno Ilva. Tema di cui non si sente più parlare, da quando il governo ha emanato il decreto con cui commissaria l’azienda siderurgica. Ha congelato il problema, non l’ha risolto. Forse sono diminuite le emissioni di polvere ma non si è fermata l’emorragia delle perdite. L’esecutivo Renzi il problema non l’ha creato, ma se lo lascia lì diventa un problema suo. E ha difficoltà obiettive a risolverlo. La valutazione va fatta con riferimento a quelle difficoltà.

E le risolve?

Con elegante eufemismo Yoram Gutgeld ha detto che a Taranto vi è “incertezza politica su molteplici livelli”. Detto in modo meno elegante, significa che l’intervento della magistratura non consente di prospettare un quadro di certezza operativa a un investitore. Questo è “il” problema. Non ci fosse, resterebbe quello dei Riva. Espropriati senza indennizzo. Per il resto vi sono al mondo tantissimi capitali alla ricerca di “distressed companies” di cui finanziare il risanamento. Ma qui il governo è impotente: ancora sabato il capo dello Stato ha ammonito che “è buona regola mantenere tra organi costituzionali relazioni vicendevolmente rispettose”. E le altre strade presentano altri problemi, sostanzialmente legati all’Europa.

Quali sono?

Sono tre. Il primo è rappresentato dagli aiuti di Stato, che l’Europa non consente, tanto meno in un settore come quello dell’acciaio, concorrenziale e dove c’è sovrapproduzione. Se anche l’Ue non protestasse, ci penserebbero i concorrenti a farsi sentire. Poi vi sono i conti pubblici: il costo dell’eventuale intervento non dovrebbe gravare sul deficit e neppure sul debito. Il terzo problema è che il governo non può neppure chiedere alla Cassa Depositi e Prestiti di intervenire. Lo statuto dell’istituto finanziario pubblico vieta di prendere partecipazioni in aziende che non siano in buono stato e con buone prospettive. È di fronte a queste difficoltà che va valutato il complicato marchingegno immaginato dal governo.

Come funziona tale marchingegno?

L’esecutivo costituisce una società in cui i due terzi del capitale hanno una garanzia dello Stato, mentre un terzo ne è privo. C’è capitale di rischio di privati che gestiscono e dovrebbero decidere a quale prezzo subentrare nell’Ilva. L’Europa non può più dire che questo è un aiuto di Stato. La garanzia è una put con strike a 80 per cento del valore nominale a 10 anni. Mette cioè un floor alle perdite al 20 per cento che non è male. Con quella garanzia Franco Bassanini dovrebbe poter investire senza violare lo statuto di Cdp. Questa garanzia è un fondo, ma diventa debito solo nel momento in cui si dovesse eventualmente pagare: cioè fra 10 anni. Per il fondo salva-imprese il funzionamento è simile a quello del fondo salva-Stati: il debito vale probabilmente 10 centesimi per ogni euro, ma fino a che non c’e default formale le perdite non entrano nel nostro debito. E così viene risolto anche il terzo problema.

Giuseppe Pennisi ha scritto su Formiche.net che il fondo salva-imprese assomiglia all’antica Gepi. Condivide tale rilievo?

Metafora efficace, ma metafora. Il vero problema di questo fondo è la sua stessa esistenza. Se esiste verrà chiamato in causa per tutti i problemi futuri, che non presentano la situazione kafkiana di Taranto e per i quali si sarebbe trovata in qualche modo una soluzione. Da domani molti diranno: “Perché Ilva sì e Auchan no? Ilva sì e Terni no? Ilva sì Whirlpool no?” Per voler risolvere una singola Ilva, il fondo salva-imprese finirà per creare tante Ilva. L’organo crea la funzione. Non sarà solo com’era la Gepi, un’escrescenza in più nella gran macchina delle partecipazioni statali. Sarà una fonte di contagio in un corpo che abbiamo faticato a risanare. Aumenterà l’area di intermediazione politica e dell’intervento pubblico nell’economia. Non è quello che Matteo Renzi dice di voler fare.

Statalizzazioni

Ilva, che combina Renzi col fondo salva imprese? I dubbi di Franco Debenedetti

Un fondo pubblico e privato per accompagnare la ristrutturazione di industrie strategiche che, pur presentando uno squilibrio patrimoniale o finanziario, abbiano adeguate prospettive di mercato. È la novità più rilevante contenuta nel provvedimento redatto dal governo e resa pubblica ieri dal Sole 24 Ore. Ad essere costituita sarà una società per azioni con un capitale minimo di 830 milioni e…

Cosa è successo nelle elezioni in Spagna

GRECIA Apertura poco variata per i tassi dell’area Euro, dopo che nel fine settimana il ministro dell’Interno greco ha dichiarato che senza un sostegno da parte dei partner internazionali non potranno essere onorati i pagamenti di giugno al FMI di 1,6 Mld€ (la prima il 5 giugno). Allo stesso tempo il ministro delle finanze Varoufakis ha dichiarato che l’uscita della…

La carta coperta di Berlusconi e Salvini

Che tempo fa per Silvio Berlusconi si è un po’ capito meglio nella quasi omonima trasmissione televisiva, su Rai 3: in particolare, quando il presidente di Forza Italia, come lo ha presentato il conduttore Fabio Fazio, ha deciso di profittare della foto che lo ritrae giocoso con Dudù, il cane della giovane fidanzata, per definirsi sereno. Un aggettivo tradito da…

Perché il sirtaki di Tsipras e Varoufakis fa ballare l'Europa

Esponenti del governo greco, fra i quali il ministro degli Interni, sono tornati ad avvisare che lo Stato non onorerà le prossime rate di rimborso al FMI, la prima delle quali in scadenza il 5 giugno, senza aiuti finanziari. Inoltre, sono tornati a chiedere lo sblocco dei fondi senza ulteriori condizioni, ribadendo ancora una volta l’irrinunciabilità delle posizioni pre-elettorali su…

Tutti i progetti di Finmeccanica su cui punta la Difesa

È il "campione" europeo Finmeccanica a fare la parte del leone nel nuovo Documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa. Il testo, visionato da Formiche.net, è stato redatto dal dicastero guidato da Roberta Pinotti e ha l'obiettivo di illustrare la pianificazione di settore per il triennio 2015-2017. IL PROGRAMMA F-35 Per la società guidata dall'ad Mauro Moretti, uno dei programmi…

Tv, Ott e Internet delle cose, come si muove l'Agcom. Parla Antonio Nicita

Agcom a caccia di posizioni dominanti da arginare e cui, possibilmente, porre rimedio: nel mercato della Internet of Things come in quello dei media audiovisivi, l'autorità studia le dinamiche in atto per capire chi sono i player che si affrontano e se la libera concorrenza è a rischio. La consultazione pubblica appena conclusa sul mercato Internet delle Cose ed M2M…

Hillary: che grafomani i Clinton!, pure Chelsea

Di

Che grafomani, i Clinton. E che chiacchieroni: si è appena saputo che Bill e Hillary ...

Elezioni regionali, i subbugli in casa Udc

Nuovo colpo di scena alle elezioni in Campania. A regalare l'ennesima sorpresa a pochi giorni dal voto è ancora una volta l'area centrista. Se infatti la notte prima della scadenza per la presentazione delle liste, tra il 30 aprile e l'1 maggio, l'ex presidente del consiglio Ciriaco De Mita ha stretto l'alleanza con il candidato del Pd, Vincenzo De Luca,…

Il sindacato secondo Renzi e la coda di paglia dei sindacalisti

Evocando l’esigenza di un sindacato ‘’unico’’, Matteo Renzi ha soltanto sbagliato aggettivo oppure ha svelato una volta di più la natura autoritaria del giovane caudillo? E’ ‘’unico’’, infatti, il sindacato di regime nei Paesi totalitari, essendo la libertà sindacale – fondamentale in ogni democrazia - prima di tutto garantita dal pluralismo. Questo è il senso del primo comma dell’art.39 della…

Troppa enfasi sulla Buona Scuola

Stiamo assistendo all’ennesimo spreco. La Camera dei deputati vota la riforma della scuola, consegnandola al Senato in un tripudio di politichese fine a sé stesso. Ma per l’istruzione è ancora un’occasione persa. Per anni, ancora, parleremo di riforme scolastiche, con un percorso lineare che, a confronto, l’arabesco sembra un’autostrada nel deserto. Vediamoli, i punti qualificanti della riforma. Ma prima osserviamo…

×

Iscriviti alla newsletter