Skip to main content

UPDATE del 22/01/2016. Suleiman al Assad è stato condannato da una corte di Latakia a venti anni di carcere per omicidio del Colonello Hassan al-Sheikh.

La scorsa settimana, Suleiman al Assad, ventitreenne cugino del presidente siriano Bashar, ha ucciso per le strade di Latakia un colonnello dell’Aviazione. Un omicidio figlio di un clamoroso atto d’arroganza, un raptus, una smattata per dirla più chiaramente: il colonnello, che viaggiava in macchina con i due figli, non ha dato la precedenza all’Hummer (dettaglio da tenere a mente) del “cugino presidenziale”, che dopo averlo rincorso è sceso dal gippone, ha iniziato a insultare l’ufficiale e le forze armate in genere, e poi ha tirato fuori il Kalashnikov e lo ha ammazzato.

La storia in Italia è stata ripresa soltanto dal Foglio (mentre invece “fuori” ne hanno parlato il Guardian, il Telegraph, lo Spiegel, l’Independent, per dirne alcuni), grazie al bravissimo Daniele Raineri che l’ha definita «un test enorme per il presidente». Perché?

Partiamo dal dire chi è Suleiman: «C’è tutta una serie di immagini che fanno di Suleiman quasi la parodia di uno shabiha: le auto potenti e le armi, i capelli corti e la pancetta, vestito mezzo in borghese e mezzo in mimetica, mentre alza le due dita nel segno della vittoria oppure in compagnia del generale iraniano Qassem Suleimani (Suleimani dev’essere un eroe personale per Suleiman, è l’ufficiale che comanda l’unità speciale Al Quds ed è l’architetto della strategia antiguerriglia che tiene al potere gli Assad)» scrive Raineri. Le shabiha sono delle unità paramilitari, milizie lealiste composte da sciiti, essenzialmente alawiti: molto simili a clan mafiosi, da sempre difendono il governo e svolgono i lavori più sporchi, quelli che l’esercito non potrebbe fare da solo per non rischiare l’accusa di crimini internazionali ─ come la storia del conflitto siriano ha insegnato, questi scrupoli sono stati messi da parte più volte dall’esercito di Assad, figurarsi dunque il livello di atrocità del “lavoro sporco” delle shabiha. Il compito svolto dalle milizie mafiose sciite filo-Assad ─ e sempre più spesso filo-iraniane (che sta per dire, comandate direttamente dall’Iran) ─ è ripagato dal governo, che garantisce ai membri una sorta di impunità: loro sono la legge o ne stanno sopra, fanno quel che vogliono, compreso uccidere deliberatamente un colonnello dell’Aviazione (la forza più patriottica e più fedele al presidente) per una precedenza non data.

Il fatto che tutto questo sia successo a Latakia, il centro di potere dove l’establishment alawita è raccolto e difeso da ciò che resta di buono dell’esercito come una sorta di cimelio, è un dettaglio non trascurabile per capire il perché di quel «test» di cui parla Raineri. Chi vive a Latakia, viveva parzialmente protetto dalla guerra e dalle sue nefandezze e miserie. Fino a poco tempo fa, nessuno di loro si sarebbe mai azzardato a criticare il governo, ma ora le cose stanno cambiando e la guerra lunga ormai troppi anni, inizia a far sentire il suo peso. Il malcontento della base di consenso alawita è crescente da diversi mesi: quelli che si fidano delle reali capacità di Assad di difenderli sono rimasti pochi (mentre invece la setta sciita al potere è nell’obiettivo dei ribelli fin dall’inizio della rivoluzione, ed è pure un target preferenziale per lo Stato islamico).  In tutto questo, l’omicidio di un ufficiale per futili motivi da parte di un cugino del rais, è sembrato davvero troppo. E così, quando la notizia ha cominciato a girare, la popolazione locale ha reagito con un’ondata di proteste mai viste prima: tre giorni di manifestazioni «inedite» (Raineri, Foglio), di fatto contro il regime.

Per il momento Suleiman è in carcere, e Assad ha mandato dei funzionari ad assicurare sostegno alla famiglia del colonnello, garantendo una punizione per il colpevole «chiunque egli sia» ─ quel “chiunque” è riferito al fatto che ci sarebbe da chiarire se a sparare sia stato proprio Suleiman o la sua bodyguard, ma nella sostanza poco cambierebbe. Che cosa succederà è difficile dirlo: da qui la ragione del “test”. Se il presidente punisse davvero il cugino, tradirebbe il vincolo di clan; dall’altra parte, se il ventenne la facesse franca sarebbe difficile contenere l’offesa popolare. Soprattutto in un momento critico come questo.

@danemblog

(Foto: Suleiman al Assad)

 

 

Il cugino bullo di Assad uccide un colonnello a un incrocio e scopre le crepe nel potere del rais

UPDATE del 22/01/2016. Suleiman al Assad è stato condannato da una corte di Latakia a venti anni di carcere per omicidio del Colonello Hassan al-Sheikh. La scorsa settimana, Suleiman al Assad, ventitreenne cugino del presidente siriano Bashar, ha ucciso per le strade di Latakia un colonnello dell'Aviazione. Un omicidio figlio di un clamoroso atto d'arroganza, un raptus, una smattata per dirla…

Ferrovie, ecco idee e baruffe sulla privatizzazione di Fs

La privatizzazione di Ferrovie dello Stato è in cima all’agenda dell’esecutivo, fianco a fianco con quella di Poste e Enav. L’idea è di quotarne il 40% entro il 2016. Ma la tabella di marcia è ancora da affinare. E sul come valorizzare le Ferrovie i pareri sono contrastanti. LA POSIZIONE DI DELRIO Il ministro Graziano Delrio ha spiegato in un'intervista…

Perché Facebook affascina (quasi più di Google) gli editori online

Chiunque lavori nel mondo dell’editoria e dell’informazione sa quanto sia rilevante il ruolo che i social network rivestono nella condivisione e nella diffusione delle notizie. Twitter & co. sono diventati, di fatto, fonte cruciale di traffico in entrata e quindi un potente veicolo di informazione che ha modificato significativamente il giornalismo. UN FENOMENO IN CRESCITA Per capire la portata del…

Pensierini Agostani

1) MATTARELLA E L’ISIS Secondo il Presidente della Repubblica, “sta per cominciare il terzo conflitto mondiale”. Osservazione sbagliata. La terza guerra mondiale è incominciata il giorno 11 settembre, di 14 anni fa. Bin Laden e l’ISIS sono la stessa faccia di un’unica medaglia: quella dell’integralismo islamico, che vuole imporre il medioevo culturale e religioso alla vecchia europa, incapace di una…

Bilanci dei partiti, il Pd batte Lega e Forza Italia

Ecco nel dettaglio qual è lo stato di salute in particolare di Pd, Lega e Forza Italia una volta incassato, o quasi, il colpo della legge per l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti varata nel 2012 e che dal 2013 ha comportato il progressivo azzeramento dei rimborsi, previsto per il 2017. Legge che tra le altre cose prevede anche la…

Chi ha rivendicato l'attentato al Cairo

Doppia rivendicazione per l'attentato che, nella notte tra il 19 e 20 agosto, ha colpito la sede della Sicurezza nazionale a Shubra El-Khema in Egitto, nel governatorato di Qalyubiyya, subito a nord del Cairo. La prima rivendicazione è stata pubblicata su Facebook da un gruppo di "black bloc" egiziani, mentre la seconda porta la firma del gruppo jihadista "Provincia del…

Benvenuti nel fantasmagorico mondo della burocrazia italiana

Sette su venti dei nuovi direttori delle più importanti istituzioni museali italiane sono stranieri, selezionati, su incarico del ministro Dario Franceschini, da una commissione presieduta da Paolo Baratta. Come è stato rilevato, nelle polemiche agostane che hanno accompagnato le nomine, questa scelta è in larga misura dipendente da quelle esigenze di comunicazione che condizionano, spesso in maniera eccessiva, l’azione del…

Che cosa (non) farà la Fed

La pubblicazione dei verbali della riunione del 28-29 luglio scorso del Fomc lascia abbastanza invariato (in senso dovish) il quadro complessivo. LA TEMPISTICA È emerso che “molti dei membri del board ritengono che le condizioni per un rialzo dei tassi non sono state ancora raggiunte”, ma notano anche che “queste condizioni si materializzeranno a breve”. Soltanto un membro era già pronto a…

La Galantineide

Il poco galante segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Nunzio Galantino, appunto, comincia a raccogliere i frutti tossici delle sue sortite contro la politica. Che lo hanno messo in sintonia con i qualunquisti, come gli ha rimproverato il ministro renziano Graziano Delrio. Indiscrezioni di stampa, magari destinate ad essere smentite dai monsignori curiali o dai fatti, parlano di una telefonata…

×

Iscriviti alla newsletter