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Carissimi,

tra qualche ora sarete in vacanza, per una breve pausa. Mi permetto di dire, sfidando le ire dei benpensanti: vacanza molto meritata. Sì, meritata. Perché se vi voltate un attimo indietro e provate a ripercorrere il cammino di questo anno, resterete stupiti pensando alle cose che abbiamo portato a casa.

Lo dico senza giri di parole: avete fatto un lavoro straordinario ed è giusto rendervi merito. Mai il Parlamento italiano in 70 anni di storia aveva lavorato così tanto e così intensamente. E nessun Paese europeo ha mai fatto –tutte insieme – così tante riforme.

Provate per un istante, per un solo istante, a metterle in fila.

Approvate in via definitiva la legge elettorale, il JobsAct, la riforma della scuola, la riforma della pubblica amministrazione, la riduzione delle tasse con gli 80 euro e con l’abbattimento della componente lavoro dall’Irap, il bonus bebè e il divorzio breve, il pacchetto anti corruzione, la prima legge sui reati ambientali, legge sulla cooperazione internazionale, la responsabilità civile dei magistrati, la riforma della custodia cautelare, la fatturazione elettronica, i primi decreti sulla riforma fiscale, l’intervento pubblico per salvare Ilva, le quarantatré crisi aziendali risolte, lo sblocco degli stipendi delle forze dell’ordine, gli accordi fiscali con Svizzera, Liechtenstein e Vaticano, l’art-bonus, le banche popolari, lo sblocca Italia, l’aumento del fondo per il sociale, la portabilità dei conti correnti. É un elenco buttato giù a memoria e da subito voglio scusarmi con quelli che tra voi hanno seguito altri provvedimenti che non ho citato.

Inutile ribadire che avete anche superato con grande visione e senso dello stato il passaggio, molto difficile per i motivi che tutti ricordiamo, dell’elezione del Presidente della Repubblica. Se quello era un esame di maturità, il Parlamento lo ha superato con la lode.

E in corso di approvazione ci sono la fondamentale riforma costituzionale, il terzo settore, le unioni civili, l’omicidio stradale, la riforma della Rai, il codice dei contratti, la legge sul dopo di noi, quella sull’autismo, il conflitto d’interessi, la cittadinanza. Elenco anche questo parziale.

Dopo che la legislatura si era aperta nel segno dell’immobilismo, perché tutti sappiamo (anche quelli che fingono di essersene dimenticati) che se si è cambiato Governo è perché la palude aveva bloccato l’azione dell’esecutivo, quest’anno – grazie a voi, a ciascuno di voi – ha visto una svolta impressionante. E vorrei essere chiaro: i risultati si vedono.

L’Italia non è più il problema dell’Europa ma contribuisce a risolvere i problemi dell’Europa: la comunicazione sulla flessibilità permette margini di manovra fino a un punto di PIL e la recente vicenda greca ci ha visto come protagonisti di una mediazione cruciale per la Grecia ma forse anche per l’intera area Euro. Dopo undici trimestri negativi il Pil è tornato a crescere. Il turismo cresce soprattutto al sud, come dimostrano anche i dati di oggi. Gli investimenti diretti esteri nel 2014 crollano in Europa (-17%) e aumentano in Italia (+31%) segno che il nostro Paese è finalmente di nuovo attrattivo. I consumi tornano finalmente a crescere, i posti di lavoro aumentano anche se ancora non con l’intensità che vorremmo, i mutui e i movimenti bancari dimostrano che la ripresa non è una chimera.

Detta in modo semplice: l’Italia sta meglio di un anno fa. Gli italiani lo devono anche grazie al vostro impegno. Io debbo e voglio dirvi grazie: mi avete onorato della vostra fiducia (personale e parlamentare) e se abbiamo riacceso la macchina della speranza è perché voi ci avete creduto quando non era semplice farlo.

Ma non possiamo accontentarci. Se abbiamo fatto tutta questa strada in dodici mesi, vi immaginate dove potremo essere ad agosto 2016? Allora, godetevi queste vacanze. Perché alla ripresa ci sarà da correre ancora più forte.

Per concretizzare tutti i nostri sogni – che già stanno diventando realtà – dovremo completare le riforme. Ma soprattutto sbloccare le tante opere pubbliche incagliate, le tante energie scoraggiate, i tanti talenti inespressi. Vi scrivo di ritorno dal Giappone: noi non ci rendiamo conto di quanto il mondo ci ami e si aspetti da noi il meglio. I milioni di nuovi consumatori del villaggio globale chiedono Made in Italy, prodotti di design, esperienze culturali e turistiche, le emozioni che il nostro popolo riesce a regalare dal cibo all’alta ingegneria. L’Africa che abbiamo visitato in più di una circostanza, dedicandole un’attenzione che purtroppo è stata troppo a lungo negata, chiede al nostro Paese di essere un faro di civiltà e gentilezza. E la prossima Conferenza di Parigi sul clima ci vedrà protagonisti con proposte puntuali e concrete.

Pensate ai vostri figli, vi prego. Per un decennio ci hanno raccontato che l’Italia era finita, spacciata, esaurita. E ancora oggi nel racconto comune a tutte le opposizioni va tutto male, c’è solo crisi, il Paese è a rotoli. Non è così, naturalmente. Abbiamo molto da fare, ma l’auto si è rimessa in moto e adesso tocca a noi guidarla: con prudenza ma anche con determinazione verso il futuro che la sta già aspettando.

Il futuro dei nostri figli è nelle nostre mani, care parlamentari, cari parlamentari. Possiamo fare come fanno i nostri oppositori: urlare soltanto, abbaiare alla luna, gridare nei talk show. Oppure rimboccarci le maniche, non cedere al piagnisteo e cambiare ciò che va cambiato, restituendo fiducia, trasmettendo speranza.

Siete voi il cambiamento che l’Italia stava aspettando. Tutti ci dicevano che sarebbe stato impossibile rimettere in piedi questo Paese. Noi stiamo dimostrando che non lo era. Un affettuoso abbraccio e il miglior augurio di buone vacanze, allora.

Ci rivedremo al rientro a Roma, pronti da subito per una legge di stabilità che proseguirà nel taglio delle tasse e per mettere la parola fine alla lunga stagione delle riforme costituzionali in attesa del referendum confermativo del 2016. Non sarà facile, perché niente è facile in Italia. Ma sarà entusiasmante. Riposatevi, allora. Vi aspetto in gran forma. Buone vacanze.

Matteo Renzi

Cari parlamentari di maggioranza, ora riposatevi un po'. Firmato: Matteo Renzi

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