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Stando ai più recenti dati mondiali sull’obesità, nelle società occidentali la situazione è allarmante. Quasi 2 miliardi di persone sono tra sovrappeso e obesità e costituiscono il 39% degli adulti sopra i 18 anni. Un altro dato significativo è che 42 milioni di bambini sotto i 5 anni di età sono obesi. In Italia i dati del 2013 ci dicono che il 33% di adulti è in questa condizione: le regioni del sud sono le più colpite, con una punta del 49% per la Campania. Colpisce anche la distribuzione tra le diverse classi sociali: secondo dati epidemiologici l’obesità ha un’incidenza maggiore nelle classi più povere e meno istruite.

Per capire se una persona è obesa bisogna calcolare l’indice di massa corporea (IMC, Body Mass Index in Inglese). L’IMC si calcola dividendo il peso del soggetto (in Kg) per l’altezza (in metri) elevata al quadrato. Se l’indice supera 30, la persona viene definita obesa, se è compreso tra 25 e 30 è sovrappeso, se è compreso tra 20 e 25 si tratta di un soggetto normopeso, mentre se l’indice è al di sotto di 20 la persona è considerata sottopeso.

Il 20 maggio prossimo a Milano, nell’ambito di Expo 2015, si svolgerà una conferenza dedicata a questo tema dal titolo “Obesità: quando, come e perché, ovvero: il peso dell’obesità sulle nostre vite, è solo un problema di cibo?”. L’evento, coordinato da Margherita Maffei dell’istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Coniglio nazionale delle ricerche (Cnr), sarà di tipo scientifico-divulgativo dove verrà dato spazio alle domande dal pubblico e analizzati casi concreti. Saranno inoltre invitate a prendere parte al dibattito le principali società scientifiche italiane che si occupano del tema obesità come la Società italiana del diabete, la Società italiana dell’obesità e la Società italiana della chirurgia bariatrica.

“Ingrassiamo quando il nostro bilancio energetico non è uguale a zero”, spiega Maffei. “Perché il nostro peso rimanga invariato la quantità di energia che assumiamo deve equivalere a quella che spendiamo ovvero dobbiamo mangiare tante calorie quante ne consumiamo. Quando assumiamo più energia di quanta ne spendiamo, ingrassiamo”.

Bisogna comunque ricordare che l’obesità non è principalmente un problema estetico. “Anche se alcune persone hanno problemi psicologici generati dalla loro obesità, dal nostro punto di vista si tratta principalmente di un problema medico, perché vengono aggrediti tutti gli organi”, sottolinea la ricercatrice del Cnr. “Si stima che oltre il 40% del rischio di sviluppare diabete di tipo 2, quello non insulino dipendente, dipenda dalla presenza di obesità. Altre dirette conseguenze sono il cosiddetto fegato grasso o steatosi epatica, le malattie cardiovascolari, l’arteriosclerosi, l’infarto, l’ictus, l’incidenza di alcuni tipi di tumori e il danno alle articolazioni che a lungo andare causa problemi seri alla mobilità”.

Chi parlerà di obesità a Expo 2015

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