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Il pre-accordo con l’Iran è evidentemente un game-changer. Credo sia idiota definirlo una cavolata, come si sarebbe portati a fare tenendo conto che si tratta di una sanatoria, praticamente senza condizioni, sugli abusi e violazioni pregresse dell’Iran al Trattato di Non Proliferazione.

D’altronde, l’Iran stava già facendosi la bomba anche senza il nostro permesso. Prima di definirlo una cavolata, quindi, bisognerebbe ponderare l’alternativa: l’Iran che continua a farsi i cazzi suoi, fuori da ogni controllo in una regione fuori controllo.

Siamo sicuri, noi che giudichiamo l’accordo sull’Iran come fosse il ristorante di ieri sera da recensire su Trip Advisor, di avere tutti gli elementi per poter deliberare?

E se Netanyahu non avesse fatto passare sta cosa come un problema suo, cioè solo di Israele, ma un problema comune, e se avesse agevolato la strategia usa invece di boicottarla, oggi forse il frame dell’accordo sarebbe diverso. Il riconoscimento del diritto di Israele ad esistere avrebbe potuto essere messo sul piatto come “prova” della buona fede iraniana, invece di essere solo una tardiva richiesta di Gerusalemme, fuori tempo massimo e da parte di uno che non ha neanche voluto cominciare a giocare.

L’Iran è una cosa complessa, cerchiamo di capirne di più, ascoltare chi ne capisce già di più, ma una certezza su questa cosa ce la possiamo dare: la Mogherini non c’entra nulla.

(post tratto dal profilo Facebook di Simona Bonfante)

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