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E’ stato molto breve il discorso che il Papa ha tenuto ieri pomeriggio nell’Aula Nuova del Sinodo aprendo la consueta Assemblea Generale di maggio della Conferenza episcopale italiana. Un intervento assai più conciso rispetto a quanto accaduto nel 2014, ma non meno denso quanto ai contenuti.

“LA NOSTRA VOCAZIONE E’ ANDARE CONTRO CORRENTE”

In primo luogo, Francesco ha voluto richiamare “la nostra vocazione cristiana ed episcopale”, che è “quella di andare contro corrente”. Da qui, il Pontefice ha sviluppato un discorso che aveva come cardine la richiesta di mostrare sempre “sensibilità ecclesiale”, “ossia appropriarsi degli stessi sentimenti di Cristo, di umiltà, di compassione, di misericordia, di concretezza e di saggezza”.

SCONFESSARE LA CORRUZIONE

Una sensibilità ecclesiale che innanzitutto “comporta di non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi”.

NO ALLE COLONIZZAZIONI IDEOLOGICHE 

Ai vescovi, il Papa ha chiesto di mostrare una “sensibilità ecclesiale che, come buoni pastori, ci fa uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la dignità umana”. Francesco ha voluto anche rimarcare che la sensibilità ecclesiale si manifesta pure nelle scelte pastorali e nella elaborazione dei Documenti, “ove non deve prevalere l’aspetto teoretico-dottrinale astratto, quasi che i nostri orientamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro paese, ma soltanto ad alcuni studiosi e specialisti”.

I LAICI NON HANNO BISOGNO DEL VESCOVO-PILOTA

Parole importanti anche riguardo l’impegno dei laici, il cui “ruolo indispensabile” va sì rinforzato, anche se “in realtà non dovrebbero aver bisogno del vescovo-pilota o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo. Hanno invece tutti la necessità del vescovo pastore”.

LA COLLEGIALITA’ INDEBOLITA

Il Papa auspica che si persegua la strada della collegialità e della comunione, oggi indebolite, sia per quanto attiene “la determinazione dei piani pastorali” sia “nella condivisione degli impegni programmatici economico-finanziari”. Il problema è che “manca l’abitudine di verificare la recessione di programmi e l’attuazione dei progetti”, come quando – a titolo d’esempio – “si organizza un convegno o un evento che, mettendo in evidenza le solite voci, narcotizza le Comunità, omologando scelte, opinioni e persone”.

IL CALENDARIO DEI LAVORI

I lavori, da oggi, proseguiranno a porte chiuse fino a giovedì. Oltre a discutere della Evangelii Gaudium, l’esortazione apostolica di Francesco  pubblicata nel novembre del 2013, i vescovi italiani designeranno anche i delegati al prossimo Sinodo sulla famiglia di ottobre e si prepareranno al Convegno ecclesiale decennale di Firenze, in programma a novembre.

Tutte le (concise) raccomandazioni del Papa ai vescovi italiani

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