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Cosa potrà accadere alle politiche europee di accoglienza (e quindi anche ad un Paese molto esposto come l’Italia) e alle scelte della Cdu (che impatteranno su europee e alleanze) sul tema dell’ immigrazione? In primis la postura del numero uno della Cdu, Friedrich Merz, che ieri al termine del consiglio direttivo del partito a Heidelberg, ha scelto di non restare passivo dinanzi alla fuga in vanti della Afd tedesca. Il suo obiettivo è non perdere voti a destra e individuare un equilibrio tra la navigazione tranquilla della Merkel e la sua voglia di dare un’impronta più accentuata, liberista e di centrodestra al partito: e il tema dell’immigrazione è centrale in questa partita, dove i numeri di Afd sono un pugno nell’occhio per i centristi.

Remigrazione

Afd è molto avanti in Turingia, Sassonia e Brandeburgo in un anno caratterizzato da tre elezioni regionali. Da un lato la stampa tedesca dà conto di un incontro tra politici di Afd e gruppi di neonazisti avvenuto nel novembre scorso per organizzare un progetto definito di “remigrazione”. Ovvero il ritorno dei migranti nel loro Paese di origine, indipendentemente dal loro status di cittadinanza. Il tutto è legato al delicato tema dell’espulsione dei richiedenti l’asilo, delle persone con permesso di soggiorno e anche dei cittadini tedeschi con radici migranti se “non si adattano alla società maggioritaria”.

La questione è trasversalmente sentita anche da altri partiti: coloro che non hanno il diritto di restare in Germania, ha affermato lo scorso autunno il cancelliere Olaf Scholz, devono poter essere allontanati, posizione condivida dai centristi di Cdu e Csu, con i merkeliani guidati da Frederich Merz che propongono di revocare i passaporti tedeschi ai criminali con doppia nazionalità.

Cdu/Csu

Il ministro dell’Interno bavarese cattolico Herrmann (Csu) chiede alla coalizione semaforo di porre fine a tutto questo: anche in questi casi gli immigrati devono essere respinti dichiarando che ciò è “legalmente fattibile”. Il suo allarme parte dal fatto che il numero degli immigrati è di nuovo in forte aumento e invita il governo federale ad adottare contromisure adeguate. Raddoppia il partito gemello, la Cdu, secondo cui c’è “urgente bisogno di agire quando si tratta della politica europea e tedesca in materia di asilo, al momento non può restare così”, ha dichiarato il primo ministro della Sassonia-Anhalt Reiner Haseloff a margine della riunione a porte chiuse del comitato esecutivo federale della Cdu a Heidelberg. “Senza nuove regole, rischiamo di destabilizzare le democrazie in Germania e in Europa nel medio termine. Dobbiamo soprattutto frenare l’immigrazione clandestina, e in fretta”.

Proposte

Hendrik Wüst, primo ministro della Renania Settentrionale-Vestfalia (Cdu), ha proposto al governo federale una collaborazione sulla questione della migrazione, chiedendo un incontro in tempi rapidi al cancelliere Scholz. “La forza dei populisti e degli estremisti deriva sempre dall’incapacità di agire dei democratici”, ha detto Wüst alla Tagesspiegel am Sonntag. Il suo obiettivo è costruire un’alleanza programmatica del centro per indebolire le frange politiche ed evitare iniziative dal sapore populista. In questo senso i cattolici puntano il dito contro la Spd, i cui tentennamenti sono benzina per Afd: secondo il segretario generale della Cdu Paul Ziemiak il rifiuto della Spd di trovare soluzioni comuni alle grandi sfide nel centro democratico “è un pacchetto di stimolo economico per l’Afd e altri estremisti”.

Scenari

In Europa il Paese con la maggiore richiesta di richiedenti asilo è la Germania con 329.000 domande, seguita da Spagna (161.732), Francia (160.769) e Italia (135.294). Lo scorso anno le domande in Germania hanno atto registrare un più 51% rispetto al 2022 mentre in Austria e Danimarca il numero è diminuito. La maggior parte delle richieste proveniva da siriani (180.057), afghani (113.295) e turchi (99.863) stando ai dati dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa).

Se, per evitare un exploit ormai quasi certo di Afd, gli altri partiti tedeschi immaginassero una stretta sui richiedenti asilo, si porrebbero immediatamente due questioni pratiche: come gli altri Paesi, Italia in primis, reagirebbero e in che misura agirebbero i flussi elettorali. Nell’anno appena terminato in Italia sono sbarcati 155.754 migranti provenienti nell’ordine da Guinea, Tunisia, Costa d’Avorio, Bangladesh, Egitto, Siria, Burkina Faso, Pakistan. Si tratta del 50% in più rispetto al 2022 (quando erano stati 103.846) e di più del doppio del 2021 (67.040). Lecito ipotizzare che, alla luce della nuova crisi in Medio Oriente, i numeri nel 2024 potrebbero verosimilmente aumentare, a partire dalla prossima primavera, a poche settimane dalle elezioni europee.

Che significa (anche per Roma) la sterzata sui migranti decisa dalla Cdu?

Il tema, decisivo alle elezioni europee, si lega ai numeri: in Europa il Paese con la maggiore quota di richiedenti asilo è la Germania con 329.000 domande, seguita da Spagna (161.732), Francia (160.769) e Italia (135.294). Lecito immaginare un aumento anche nel 2024, con i conflitti in corso in Medio Oriente

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